Tandem live at Umbria Jazz Winter, il nuovo album di Fabrizio Bosso – tromba, electronics effects – e Julian Olivera Mazzariello, al piano, uscito per Warner Music Italia il 24 maggio scorso, sarà in Tour in Italia (le prossime date sono a San Leucio in provincia di Benevento il 9 giugno, a Cernobbio, Como il 12 giugno per poi proseguire nel barese a Conversano il 21 giugno, quindi Matera e molte altre città) e in Brasile tra fine agosto e i primi di settembre.
Fabrizio Bosso e Julian Mazzariello – Fotografo Paolo Soriani (autore anche della foto in evidenza)
Registrato nella notte di Capodanno 2018, in occasione dell’edizione invernale di Umbria Jazz a Orvieto, la ventiseiesima, questo disco rappresenta la naturale cristallizzazione e restituzione al pubblico dell’intesa musicale tra Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello che sembrano pedalare all’unisono dopo il primo album dal titolo Tandem, pubblicato nel 2014, che già testimoniava un’unione, iniziata sul palco, ma che trascende le regole delle classiche collaborazioni. In 17 anni, il loro rapporto di amicizia intima e l’approccio con la musica totalmente libero dagli schemi accrescono il loro sodalizio fino a farli diventare una sola voce, come il titolo indica bene.
Disco raffinato dalla scrittura ‘jazzata’, con un’antologia che riunisce atmosfere e ispirazioni diverse, dalla musica per film su Schindler’s list, unica traccia registrata in studio, accompagnati dal quartetto d’archi composto da Luca Bagagli, Leonardo Spinedi, Elena Favilla e Kyungmi Lee; alla commistione di generi e stili, come le fughe blues di Mazzariello sulla bossanoveggiante Lembra de mim o i repentini passaggi dal bop allo slow time in Domenica è sempre domenica; passando per il frequente ricorso all’effettistica: le saturazioni di delay in Together e in Nuovo Cinema Paradiso; o attraverso la rilettura di standard di Misty dalle atmosfere struggenti di un pianoforte protagonista, mai assoluto e l’encore finale di In a sentimental mood, che al meglio riflettono il credo musicale del duo. Quello che emerge è un’intimità di sentire, un dialogo tra due anime e non un semplice intreccio, con una grande fusione tra le due ‘voci’. La scrittura e l’esecuzione conquistano senza un facile ammiccamento, grazie all’emozione che si percepisce da un jazz caldo, pur essendo esclusivamente strumentale, di grande livello che non si cimenta però come spesso accade su virtuosismi da esibizione. Qui si va dritti all’anima.
A cura di Giada Luni