A Milano è nato il primo museo della filosofia al mondo, per ora un’esperienza temporanea durata due settimane e terminata il 21 novembre che BeBeez è riuscita a fotografare. Incuriositi da un museo del genere, al mattino riservato ai soli studenti, abbiamo incontrato l’ideatore, il Professor Paolo Spinicci, Docente di Filosofia Teoretica presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale degli Studi. Abbiamo cercato di capire perché una modalità temporanea in questo genere di museo, prima ancora di saperne di più.
“Non volevamo rischiare in prima battuta una struttura stabile troppo piccola e senza il giusto corredo in termini di approfondimento e di accoglienza; così abbiamo pensato a un test per verificare la reale possibilità di un museo della filosofia, con due mostre, una prima nella sala del cortile grande articolata su due ambienti, tra gli aspetti teorici e gli strumenti del filosofo come il paradosso e l’esperimento mentale; e gli esperimenti pratici per verificare il funzionamento della mente. La seconda nella Biblioteca è una mostra sul museo che verrà, un’idea di un vero e proprio museo della filosofia.”
Com’è nata l’idea poi sostenuta dal Comune di Milano che ha concesso il patrocinio e dall’Università che ha sostenuto il progetto, anche mettendo a disposizione gli allievi per le visite guidate?
“E’ nata un po’ per caso e per curiosità, dalla domanda “Perché non esiste un museo della filosofia?”. Una prima risposta è perché la filosofia si basa sul ragionamento, ha un profilo prettamente teorico senza presa in termini di intuizione immediata e questo rende difficile raccontarla per immagini. Da questa considerazione è nata l’ipotesi di rovesciare il processo partendo non dalle teorie filosofiche e dalla storia della filosofia ma dai problemi, situazioni sulle quali si interroga. E’ così maturata la convinzione che un museo della filosofia non dovesse essere un luogo di reperti ma un luogo di esperimenti come i musei della scienza”.
Un museo della filosofia ha un forte ancoraggio con il mondo dell’università, più che altre materie?
“L’Università è il luogo della ricerca, della didattica e dell’insegnamento e della terza missione, ovvero dell’apertura al territorio. In tal senso siamo convinti che questo esperimento abbia una ricaduta più ampia per consentire un’operazione di diffusione e divulgazione della filosofia senza banalizzazione.”
La missione del progetto, ci ha raccontato il professor Spinicci, è proprio stimolare la capacità di formulazione di concetti e lo stimolo, l’invito alla riflessione, al di là del mondo dell’accademia e dei tecnicismi, dell’erudizione, proprio perché lo spirito della filosofia è universale.
Un’iniziativa originale anche a livello internazionale. Che senso ha un museo della filosofia in Italia?
“Curiosamente è un paese che lascia grande spazio alla filosofia, uno dei pochi paesi europei in cui si insegna la filosofia nelle scuole, con una scarsa riflessione fuori degli atenei. In effetti la storia della filosofia è un’operazione colta che presuppone la comprensione della filosofia nella sua essenza. E’ pertanto prioritario aprirsi al dibattito sui problemi e i grandi interrogativi esistenziali che interessano tutti”.
Avete un’idea per un museo permanente e una tempistica in tal senso?
“Per il momento il bilancio è stato positivo in termini di risposta, con 32 classi ospiti in 15 giorni, di domanda, di attese e di una media di oltre 100 visitatori al giorno nel pomeriggio. Quello che è emerso durante questo breve arco di tempo è la domanda potenziale. Da dicembre ricominceremo con un’apertura in qualche modo ancora provvisoria per poi pensare ad uno spazio a disposizione dei cittadini che è importante sia fuori dall’università proprio per il concept al quale si ispira”.
Resta naturalmente il nodo della disponibilità di una sede e dei finanziamenti. Al momento ha fatto fronte un finanziamento del MIUR nell’ambito di un progetto più ampio grazie al riconoscimento del Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano ritenuto di eccellenza e forse il più grande in Italia, dove stanno sparendo i dipartimenti perché per legge, sotto un certo numero di docenti, vengono accorpati.
Nella Biblioteca l’idea del Museo che verrà, concepito soprattutto attraverso dei temi, con mostre temporanee, ad esempio il tema dell’automa che ha attraversato le epoche storiche e che nel XXI secolo e nell’ultima parte del XX secolo, ad esempio con la grande riflessione di Turing sulla macchina calcolatrice e la capacità di pensare e il diritto al pensiero dell’Intelligenza artificiale. In questo spazio anche il rapporto tra filosofia e storia, filosofia e arte e la relazione con il diritto. In questa piccola aerea il confronto con i colori e con le teorie legato a questo tema tra arte, scienza e psicologia. In effetti la prima mostra è legata alla filosofia intesa più che come ragionamento come funzionamento dello stesso e della mente, con un’attenzione specifica alla psicologia e alla relazione della persona con il mondo filosofico e la propria capacità di ragionare. In questa sessione c’è un aspetto giocoso del ragionamento con una verifica empirica del ragionamento umano, curioso e in grado di avvicinare i neofiti della filosofia al suo magico mondo e alla percezione che la filosofia sia solo il modo di vivere profondamente umano.
a cura di Ilaria Guidantoni