Banca Popolare di Bari avrebbe ceduto la sua partecipazione (pari al 73,57%) in Cassa di Risparmio di Orvieto per 55,5 milioni di euro a un pool di investitori. Lo ha scritto lo scorso venerdì 3 gennaio il Corriere della Sera.
L’istituto commissariato da Banca d’Italia il 13 dicembre 2019 ha immediatamente precisato che “allo stato non risulta stipulato alcun accordo. Sarà cura della banca comunicare tempestivamente gli esiti delle interlocuzioni in corso, al momento in essere con società facenti parte di SRI Group Holding Company (cfr. comunicato dell’8 agosto 2019)”. In quell’occasione la banca aveva precisato che “in riferimento alla cessione del pacchetto di controllo della Cassa di Risparmio di Orvieto (73,5% attualmente detenuto dalla BPB), dopo la ricezione, il 13 giugno scorso, di un’offerta vincolante da parte di SRI Global Limited, la banca ha ricevuto una ‘confirmatory binding’ a fronte della quale ha concesso l’esclusiva per la cessione della quota di partecipazione della controllata. L’operazione sarà conclusa entro la fine dell’anno, con benefici sostanziali sul livello dei ratio patrimoniali”.
Fondato nel 2001 dal finanziere bolognese Giulio Gallazzi, SRI Global è un investitore di private equity attivo nei settori fintech, ambiente hi-tech e beni di consumo ed è attivo anche sul fronte della consulenza m&a e corporate finance. In particolare, a SRI fa capo anche Hept, joint venture con Hera, che si occupa di servizi ambientali e impianti di termovalorizzazione. SRI opera in Europa, con uffici a Londra, Bruxelles, Lussemburgo, Milano e Roma, e in Asia, con uffici a Shanghai, Pechino e altre due filiali. Secondo quanto riferisce Il Corriere della Sera, SRI starebbe acquisendo CR Orvieto in cordata con il fondo francese Argenthal Capital Partners, basato ad Aix-en-Provence. Argenthal è un investitore di private equity con focus su tecnologia, healthcare e servizi finanziari. Fondato da Francois Garcin, il gruppo Argenthal, oltre che in private equity, è specializzato in servizi finanziari, real estate e metalli per l’alta tecnologia e gestisce Alkemia sca, una holding di investimento con un patrimonio di circa 1,6 miliardi di euro. Lo scorso settembre ha comprato l’asset manger francese Thesaurus (si veda qui il comunicato stampa). In totale Argenthal ha 2 miliardi di euro di asset in gestione.
Cassa di Risparmio di Orvieto era stata acquisita da Banca Popolare di Bari 10 anni fa. Ultimamente i rapporti tra le due banche erano tesi. Nel luglio 2019, in occasione dell’ultima assemblea di bilancio, il presidente della Fondazione CR Orvieto, Gioacchino Messina, mosse critiche pesantissime ai vertici della Bari. In una lettera aperta ai cittadini, inviata a OrvietoSì. Messina sottolineava, da un lato, i buoni risultati di bilancio della banca (margine d’interesse 22 milioni di euro, commissioni nette 14,5 milioni, margine di intermediazione 32 milioni, margine operativo netto 27,1 milioni, utile prima delle operazioni straordinarie 3,4 milioni e CET1 dell’11,79%); dall’altro imputava a PopBari di aver messo in essere operazioni straordinarie che l’avevano vista diretta ed esclusiva beneficiaria. In particolare, “(i) la svalutazione di un avviamento formatosi nel 2011, a fronte del conferimento di sportelli e di crediti effettuato, appunto, in occasione di un aumento di capitale di CRO, dalla Banca Popolare di Bari per 30,928 milioni di euro, mentre la Fondazione conferiva denaro, in proporzione alla sua partecipazione; (ii) la cartolarizzazione massiva di crediti deteriorati, fatta tra controllante (Banca Popolare di Bari) e controllata (CRO).
La prima, ha generato una perdita di € 32 milioni, e la seconda, di € 5 milioni circa, che, sommate algebricamente ai risultati positivi della gestione caratteristica, hanno condotto al risultato negativo, per l’anno 2018, di circa € 32 mln”.