L’artista Giorgio Piccaia in mostra a Chiasso
Un Omaggio a Fibonacci, è il titolo di una mostra che sarà allo spazio Swiss Logistics Center di Chiasso (in via Soldini 12) di Giorgio Piccaia che inaugura, venerdì 7 febbraio e rimarrà aperta fino al 27 (ore 17,30)per poi proseguire il suo cammino in gallerie e musei per tutto il 2020.
La mostra illustra con opere su tela, papiro e sculture in plexiglas, l’amore che l’artista italiano ha nei confronti di Leonardo Pisano detto Fibonacci (1170-1242 circa) considerato il maggior matematico del Medioevo che comprese per primo che le nove figure indiane e soprattutto lo zephirum avrebbero cambiato il mondo.
Nelle opere di Piccaia la Successione di Fibonacci è riportata quasi all’infinito come se il sapere non dovesse mai finire e l’esposizione come suggerisce Gianpaolo Cantini, ambasciatore d’Italia a Il Cairo, “è un progetto di grande valore simbolico nei rapporti storici tra Italia (l’Europa più in generale) e il mondo arabo”.
Alcune opere su carta dedicate a Fibonacci sono state presentate in anteprima nel 2019 a Wopart di Lugano e all’International Art Festival di Eumseong in Corea del Sud.
Perché ti sei avvicinato a Fibonacci?
“Ho un amico monaco greco ortodosso nel Monastero di Santa Caterina sul Sinai in Egitto, siamo in contatto e ci scambiamo opinioni, consigli su libri da leggere. L’anno scorso mi ha inviato la copertina di un libro su Fibonacci e così ho approfondito i miei studi liceali su questo grande personaggio ed è nato il mio progetto.”
In che modo numeri e arte trovano un dialogo?
“La Natura è matematica, i numeri sono nella natura. La regola aurea è sempre presente. Ritengo che l’oriente e l’occidente hanno nei numeri la partenza della “conoscenza”. Nelle mie opere la Sequenza di Fibonacci diventa un susseguirsi di numeri che diventano simbolici, sono graffiti simbolici: un rituale per conoscere il mio essere e l’essenza dell’Umanità”.
Sul Leonardo Pisano detto il Fibonacci (ossia figlio di Bonacci) il filosofo Claudio Bonvecchio scrive che, “noto tra l’altro, per aver introdotto i numeri arabi, è stato un ingegno versatile e cosmopolita. Grande matematico e autore della serie numerica che porta il suo nome, Fibonacci non vive il numero come, oggi, lo vive la modernità. Il numero, per lui, non è un’arida conoscenza che produce altre conoscenze che, a loro volta, generano conoscenze e applicazioni. È, piuttosto, qualcosa che rispecchia la Totalità, di cui è intessuta, armonicamente, l’esistenza del cosmo, della natura e dell’essere umano. Dalla disposizione delle foglie all’architettura delle conchiglie, dalle proporzioni auree dei templi classici alle raffigurazioni pittoriche o alla perfezione dei corpi, tutto può essere interpretato numericamente. E, a sua volta, il numero si rispecchia nel tutto, in una perfetta corrispondenza”.
In tal senso è più facile comprendere come questo ingegno universale – amato e utilizzato dagli umanisti ma anche dagli studiosi di ogni tempo – abbia potuto sollecitare la vena creativa di un artista. “Attratto dalla potenza del numero – continua Claudio Bonvecchio – e stimolato dalla sequenza di Fibonacci, Piccaia gli ha dedicato una serie di grandi tele ad olio, di acrilici su papiro e di sculture in cui il numero si fonde con il colore e con la materia. E in cui il piccolo e il grande sembrano dare corpo alla convinzione di Fibonacci per cui il piccolo e il grande sono la medesima: cosa vista, solamente, in una diversa prospettiva numerica. Parallelamente, il gioco simbolico dei colori – come l’oro, il bianco, il nero, il blu o il verde – accostati ai numeri rendono, perfettamente, quella sintesi del tutto nel tutto che esprime la Totalità. E che la rende comprensibile anche in questo nostro tempo. Un tempo di povertà che solo l’arte può redimere”.
Al vernissage incontro dal titolo L’influenza di Leonardo Pisano nell’arte, nella matematica, nella scienza e nell’economia intervengono Bruno Arrigoni, sindaco di Chiasso, il professore Stefano Cordero di Montezemolo (Fibonacci e la finanza), il professore Daniele Cassani presidente del Riemann International School of Mathematics (La matematica nel mondo reale), il professore Luca Gambardella, direttore IDSIA USI-SUPSI (L’intelligenza artificiale impara dai numeri), il dottore Francesco Amighetti (Safe Capital Management) e il maestro Giorgio Piccaia, modera il dottor Riccardo Fuochi di Swiss Logistics Center.
L’anno che si è appena concluso è stato molto intenso e pieno di soddisfazioni per il maestro Giorgio Piccaia. Infatti l’artista ha esposto presso l’Istituto italiano per la cultura de Il Cairo realizzando un murale all’Ambasciata d’Italia della capitale egizia.
E’ stato l’unico europeo tra sei artisti nella mostra collaterale alla biennale di Venezia “Pei’s World” curata da Luca Beatrice, allo Spazio Thetis, Arsenale Novissimo, dove una sua installazione dal titolo Logos è entrata a far parte della collezione permanente dei giardini.
Chi è Giorgio Piccaia. Nasce in Svizzera a Ginevra.
Frequenta sin da piccolo con il padre pittore l’ambiente artistico di Ginevra e di Milano. Studia architettura al Politecnico di Milano, è allievo di Corrado Levi.
A Milano realizza performance e happening. Fonda nel 1981 con amici poeti, attori, pittori e registi il giornale artistico Anastasia. Tra il 1975 e il 1982 studia in Polonia e in Italia con Jerzy Grotowski, grande drammaturgo del teatro contemporaneo.
Oggi dipinge e scolpisce tra Agrate Conturbia (No) e Tuglie (Le).
Numerose le sue personali e collettive in Italia e all’estero, in musei e in gallerie.
a cura di Ilaria Guidantoni