![Ernest Lo](https://bebeez.it/files/2020/04/Ernest-Lo.jpg)
A cura di Ilaria Guidantoni
Prosegue il nostro viaggio tra i cantautori italiani al tempo del confinamento, ai quali BeBeez chiede di lasciare un videomessaggio per i suoi lettori (si veda in fondo all’articolo). La nona tappa è con Ernest Lo, che riscrive il proverbio: “Chi più ne mette, più ne ha”.
Enerst Lo, alias Remo Santilli, nasce a Pescara in Abruzzo e cresce in un paesino in provincia di Chieti, tra le colline e il mare, Villa Tucci in Crecchio, per poi trasferirsi a Bologna dove studia Letteratura alla Facoltà di Lettere moderne, specializzandosi in critica letteraria, un percorso che darà una forte impronta alla sua musica. Artisticamente, ci ha raccontato, “nasco da bambino, quando cantavo davanti a parenti e amici e li facevo ridere. All’inizio pensavo che ridessero di me, ma ero contento di farli divertire e stavo al gioco. Poi ho capito che ridevano con me. Comunque la risposta del pubblico mi ha abituato all’autoironia”.
Adolescente comincia a studiare musica mettendo delle regole e dando una disciplina alla propensione artistica. Intorno ai vent’anni, il decennio che per il rapper si sta compiendo, torna di nuovo a liberarsi dalle regole per esprimersi con maggiore libertà. Il suo nome d’arte ne è una dimostrazione, mutuato da L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde, rappresenta la maschera che consente attraverso la finzione dell’arte di sfuggire agli standard imposti dalla normalità che comprimono la personalità.
La svolta avviene poi nel 2019 grazie all’incontro con l’etichetta indipendente Music Force che ha prodotto il singolo Ssialaé con un video clip (su YouTube e su tutti gli store online (iTunes, Spotify, Amazon Music e tanti altri), finalista a Musicultura 2020 proprio con questa canzone, con arrangiamenti a quattro mani insieme al producer Micromega per renderlo più moderno e accattivante.
Il suo invito oggi è a riscoprire l’altro attraverso sé, uscendo da una dinamica di egocentrismo: chi più ne mette, di energia e di disponibilità nell’ascolto, più ne, più riceve “perché accogliere l’altro è il dono più bello che la vita ci mette a disposizione”.
Questo confinamento è arrivato nel momento della programmazione dei grandi concerti estivi. Adesso cosa succede?
“L’emergenza ha azzerato quello che era già in discesa, la musica consumata in modo tradizionale. C’è stata un’accelerazione e uno spostamento dalla realtà alla virtualità. Anche i concerti saranno sempre più on line e la questione è come trovare la modalità per la retribuzione. E’ in corso evidentemente una commistione tra la musica e l’immagine molto forte, anche se alle spalle la storia del video è già consolidata in tal senso”.
Probabilmente in questo periodo si ascolta più musica. Che impatto sta avendo lo stop ai concerti sul mondo e sul mercato della musica?
“Le persone hanno più tempo e per molti c’è la possibilità di scoprire nuovi canali con ascolti in crescita e più apertura alla novità. E’ l’effetto della noia che sta sostituendo lo stress.”
Cosa stai facendo musicalmente in questo periodo?
“Ascolto molto e sto anche suonando molto per parlare con me stesso, la chitarra, la tastiera, il basso elettrico, il campionatore e il processore vocale. Studio, sperimento e leggo, cose nuove, romanzi e saggi, Umberto Eco per fare un nome e manuali di storia. Infine lavoro alla rifinitura del nuovo Album che uscirà nei prossimi mesi ma è ancora senza una data certa e senza titolo”.