Kedrion studia la quotazione a Piazza Affari. Lo ha rivelato ieri MF-Milano Finanza, precisando che gli azionisti del leader italiano nello sviluppo, produzione e distribuzione di farmaci plasmaderivati stanno ragionando su una soluzione che permetta al fondo Investitori Associati (che oggi controlla il 32,55% del capitale) di liquidare l’investimento e che porti nuove risorse finanziarie all’azienda per nuovi investimenti di sviluppo. Un’iniezione di capitale che arriverebbe a poco meno di un anno da quella a opera del Fondo Strategico, quando la scorsa estate ha fatto il suo ingresso nel gruppo, investendo 75 milioni per il 18,63% e sottoscrivendo obbligazioni convertibili per altri 75 milioni (e che una volta convertite porterebbero il Fondo al 34%).
Nell’eventualità di un’ipo, quindi, verrebbe prevista una quota di aumento di capitale e una quota di azioni in vendita, ma a vendere sarebbe solo Investitori Associati, mentre la famiglia Marcucci (che oggi controlla il 48,82%) e il Fondo Strategico, guidato da Maurizio Tamagnini, non cederebbero alcun titolo.
Sul mercato per i competitor internazionali quotati, come la spagnola Grifols, la tedesca Biotest, la statunitense Baxter e l’australiana Csl circolano multipli di 12 volte l’ebitda. Il che significa che Kedrion potrebbe essere valutata ben oltre un miliardo di euro.
Il gruppo ha infatti chiuso l’esercizio con numeri in crescita, anche grazie al contributo di Rhogam, una divisione di Johnson&Johnson’s specializzata in immunoglobulina, acquisita la scorsa estate a valle dell’intervento del Fondo Strategico. I ricavi consolidati a fine 2012 si sono così attestati a circa 400 milioni di euro (da 324 milioni de 2011), con un ebitda di 80 milioni (da 76 milioni) e un debito finanziario netto di circa 170 milioni (da 203).
Quanto al 2013, le previsioni sono di una crescita del fatturato a doppia cifra e di un ebitda in aumento a 100 milioni. Il che significa che, se il gruppo si quotasse sulla base dei dati attesi per il 2013, la valutazione sarebbe appunto superiore a 1 miliardo di euro.
L’anno scorso il FSI aveva invece investito sulla base di una valutazione di 635 milioni, 8,3 volte l’ebitda 2011, quando sul mercato i competitor venivano valutati poco meno di 10 volte l’ebitda.