Il fondo francese Astorg Partners e il colosso asiatico Toshiba sono in pole positione nella gara per la Tamini Trasformatori srl, uno dei maggiori produttori italiani di trasformatori per centrali elettriche e apparecchi industriali. Lo ha rivelato ieri MF-Milano Finanza, precisando che l’asta per Tamini ha raccolto parecchio interesse sia tra fondi di private equity sia tra soggetti industriali.
Luciano e Carlo Tamini, rispettivamente zio e nipote, che controllano l’intero capitale di Tamini, sono da tempo ai ferri corti e hanno deciso di uscire dall’attività. Così hanno dato mandato ciascuno a un advisor, Banca Imi e Lazard, perché insieme trovino l’acquirente giusto per la società.
Nei giorni scorsi sul tavolo delle due banche sono arrivate le offerte non vincolanti, mentre l’intero processo si dovrebbe concludere entro la fine del prossimo giugno. A essere interessati al deal, si diceva, sono alcuni industriali internazionali, tra i quali, oltre a Toshiba, anche alcuni concorrenti europei del calibro di Abb, Alstom, Schneider Electric e Siemens. Quanto ai private equity, per Astorg, fondo generalista, sarebbe la prima operazione in Italia, dopo che il veicolo francese l’anno scorso ha visto sfumare l’occasione di acquisire Valvitalia. Astorg, infatti, all’inizio del 2012 aveva siglato l’intesa per l’acquisizione del gruppo produttore di valvole per il settore petrolifero, ma poi non aveva concluso il deal a causa di divergenze sul prezzo. Il dossier Tamini è comunque all’esame anche di fondi specializzati, come First Reserve o Quercus Investment Partners.
L’azienda ha chiuso il 2012 con un fatturato consolidato di circa 130 milioni di euro, del quale oltre il 70% proviene dall’estero, ma in discesa dai 135,9 milioni del 2011 (a sua volta in calo dai 155,6 milioni del 2010), con un ebitda in netto del 2011 a 13,8 milioni (da 30,6 milioni del 2010). A fine 2011 il gruppo non presentava praticamente debiti verso le banche e aveva 7,1 milioni di euro di disponibilità liquide. Tuttavia l’anno prima la situazione era ancora migliore, perché le disponibilità liquide erano di ben 34 milioni.
Tamini è stata fondata nel 1916 e oggi gestisce quattro impianti produttivi in Italia (Legnano, Melegnano, Novara e Vicenza) e due centri servizi, di cui uno nel Regno Unito e uno negli Usa.