I volti della terra ci guardano
Il secondo appuntamento dell’estate della Galleria Susanna Orlando a Pietrasanta è con la personale dell’artista veronese Roberta Busato, classe 1976, Domestic Renaissance, inaugurata il 29 agosto e aperta fino al 26 settembre, titolo che evoca il viaggio all’interno delle mura domestiche nel periodo del confinamento e la rinascita, alias il rinascimento, attraverso la riflessione su se stessi.
Come ci ha raccontato l’artista che abbiamo incontrato in anteprima, “il Rinascimento rimanda alla storia del nostro Paese e alla sua capacità di uscire da un periodo cupo per realizzare un momento di splendore, ma anche, nel senso più generale, alla speranza e alla possibilità di una svolta nella quale dobbiamo credere.”
L’esposizione nasce da un lavoro incredibilmente denso e profondo svolto durante il confinamento e il viaggio all’interno della Galleria, sebbene fatto di pochi passi, ci porta nell’intimità di qualcosa di antico e vicino, incontri della porta accanto, figure in terra cruda, sconosciute, viste da lontano nelle brevi passeggiate intorno alla casa dall’artista, con l’impressione di essere guardata. Di grande suggestione l’allestimento delle figure su basi rivestite di tessuto, di Elle Remodelista – atelier sartoriale di Pietrasanta – con due pareti in nero blu e in terra pigmentata ocra a stringere una corrispondenza tra la terra e la figura umana, per ritrovare un legame ancestrale in un momento di smarrimento. Le luci calibrate enfatizzano il senso di calore, di intimità e nello stesso tempo di leggerezza di uno slancio spirituale, senza che le figure scure diventino cupe.
Abbiamo chiesto a Roberta Busato di presentarci le sue opere.
“Sono tutte Domestic Renaissance, ma ogni figura ha un titolo perché sono persone reali incontrate a distanza durante le mie passeggiate con il cane, duecento metri nella solitudine del mio quartiere nella provincia di Mantova, dove vivo. Alzavo la testa e quasi sempre vedevo persone affacciate alla finestra per quella smania di uscire, di comunicare anche solo con un gesto. Mi sentivo l’unica ‘cosa’ in movimento e mi sembrava che tutti mi guardassero.”
Cominciamo il viaggio con La coppia di vicini di casa, quindi La donna con lo scialle, soave e scura ad un tempo; incontriamo così Il signore anziano, L’uomo che mi sorride “perché – ci ha raccontato Roberta – un gesto in quel momento è stato molto importante ed eloquente più di tante parole”.
Una figura con le braccia aperte sembra librarsi nell’aria. “E’ La ballerina, una sognatrice, nella sua leggerezza, con l’anelito ad essere altrove. Poco più in là L’uomo nudo perché in quei giorni il senso del pudore era alterato e il bisogno di condivisione, di ritrovare un interno domestico necessario, ma con una prospettiva nuova.”
Incontriamo in fondo alla Galleria Il giovane ragazzo, di profilo su una parete di terra della Fornace Brioni, pigmentata ocra, materiale che l’artista impiega per le sue opere. Infine un’opera senza titolo del capitolo Le teste, ciclo sul quale torna spesso l’artista.
“In questo caso non c’è un’identificazione specifica. La figura incarna un’espressione, con gli occhi chiuse, in generale le teste assumono significati mitologici, diventano simboli, a cominciare proprio dalla stretta connessione tra la terra cruda un materiale facilmente reperibile e familiare al quale ci ricolleghiamo nella nostra origine archetipica. In questo caso il colore blu notte ha un richiamo spirituale. Nella diversità ogni figura svela un’appartenenza comune, quella dell’umanità all’essere fatti di argilla.”
Gli esseri umani diventano gli occhi e le incarnazioni attraverso i quali la grande madre terra ci guarda e ci invita a ritrovarci e quest’accezione ci appare ancora più importante nella prima mostra dopo il confinamento dell’artista.
“Lavorare con la terra, ha precisato la Busato, è metaforicamente lavorare su se stessi per metabolizzare quanto accade creando un movimento energetico che allude alla sacralità della creazione. In fondo il mattone è il primo reperto archeologico della storia”.
a cura di Ilaria Guidantoni