Per il 2020, Astaldi prevede ricavi per 1,5 miliardi, un ebitda rettificato superiore al 5% e una liquidità netta di oltre 300 milioni. Inoltre, prevede che per il 2021, 2022 e 2023 potrà recuperare volumi e margini reddituali non conseguiti nel 2020, in modo da perseguire gli obiettivi del piano concordatario, seppure non su base annuale, ma comunque nell’arco temporale considerato (2019-2023). Tuttavia, la società ammette che il perdurare dell’emergenza coronavirus potrebbe pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi del piano.
Le previsioni sono state diffuse ieri dal gruppo di costruzioni in concordato preventivo, in occasione della pubblicazione dei risultati semestrali che hanno evidenziato ricavi per 656,8 milioni di euro, un ebitda di 42 milioni e una posizione finanziaria netta in peggioramento a 2,37 miliardi (si veda qui il comunicato stampa). Quest’ultima ha risentito del rallentamento della produzione dovuto al coronavirus e non incorpora ancora gli effetti dell’esdebitazione, derivante dall’omologazione del Concordato avvenuta con il decreto del Tribunale di Roma lo scorso 17 luglio.
A proposito del concordato, Astaldi ha reso noto che alcuni obbligazionisti hanno fatto ricorso alla Corte di cassazione per annullare il decreto di omologa del concordato da parte del tribunale di Roma, emesso nel luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). La società ritiene i ricorsi inammissibili e infondati e precisa che non producono effetti sulla risoluzione del concordato.
L’omologa rappresenta un passo importante verso la realizzazione di Progetto Italia, che prevede, a valle del decreto di omologa, l’ingresso del nuovo socio Webuild con una quota di maggioranza attraverso un aumento di capitale dedicato e la creazione di un grande player delle infrastrutture italiano.
Tornando ai dati semestrali, il patrimonio netto è negativo per 1.574,6 milioni, anche se in miglioramento di 34,5 milioni rispetto al dicembre 2019. Astaldi vanta un portafoglio ordini per 7,7 miliardi, di cui l’83% per attività di costruzione e il restante per attività di O&M (operations e manutenzione). Il portafoglio ordini è distribuito per il 47% in Italia e per il 53% all’estero, prevalentemente in Europa. Per quanto riguarda lo sviluppo commerciale atteso, sebbene la pandemia abbia determinato cancellazioni o rinvii di bandi di gara, Astaldi ha confermato la sostanziale tenuta delle proiezioni commerciali che sono alla base delle previsioni di crescita ipotizzate nel piano alla base della proposta concordataria.
Infine, ricordiamo che lo scorso agosto RFI (Gruppo FS Italiane) ha firmato l’accordo che avvia i lavori di realizzazione della nuova linea alta velocità Verona-Padova, del valore di 2.470 milioni. L’opera sarà costruita dal consorzio Ircav Due, i cui general contractor sono Astaldi al 37,49%, Webuild (la ex Salini Impregilo) al 45,44%, Hitachi Rail STS al 17,05%, Fintecna e Lamaro allo 0,01%.