Anche i cittadini stranieri potranno investire in Italia senza l’obbligo di dotarsi del codice fiscale. Lo ha confermato nei giorni scorsi il Ministero dello Sviluppo Economico con una circolare inviata alle Camere di Commercio (scarica qui la circolare del MISE n. 5/V) che, di fatto, rende operativa una norma già prevista tre anni fa nella Legge di Bilancio 2018, ma che per essere attuata necessitava di un chiarimento ministeriale sinora mai arrivato. Lo scrive CrowdfundingBuzz (edito come BeBeez da EdiBeez srl).
In questi tre anni, tuttavia, le Camere di Commercio, per una serie di ragioni, non avevano potuto recepire la norma, impedendo così l’implementazione della volontà del Legislatore e, soprattutto, la possibilità per le startup e le pmi italiane di accogliere investitori non italiani. Con la sua circolare, ispirata soprattutto dall’attività della piattaforma di equity crowdfunding immobiliare Walliance e dell’associazione ItaliaFintech, il MISE ha finalmente corretto l’anomalia.
Nella sua circolare, infatti, il MISE recepisce, motivandole, le indicazioni della legge di bilancio 2018 citata sopra, e, soprattutto, indica espressamente che “le indicazioni contenute nella circolare n. 3689/C del 6 maggio 2016, capitolo “Istruzioni generali”, paragrafo “Codice fiscale dei soggetti esteri non residenti”, devono intendersi, di conseguenza, modificate“, invitando le Camere di Commercio, destinatarie della circolare, “allo scrupoloso rispetto delle indicazione della presente nota“.
Specifichiamo che la circolare del 2016 cui fa riferimento il MISE contiene le “Istruzioni per la compilazione della modulistica per gli adempimenti di pubblicità legale verso il registro delle imprese e il repertorio delle notizie economiche e amministrative (REA)” e, dunque, è il documento di dettaglio al quale le Camere di Commercio si devono attenere per l’iscrizione delle informazioni societarie sul Registro delle Imprese.