L’operazione di finanziamento da 150 milioni di euro di Casavo con Goldman Sachs è solo la prima di una serie che porterà la scaleup proptech a una raccolta di debito di circa 500 milioni di euro a inizio 2024, per supportare la crescita esponenziale del business. Lo ha detto martedì il cfo della scaleup proptech Giuseppe Caputo intervenendo al Caffè di BeBeez in aroma web dedicato alle cartolarizzazioni (si veda qui il video).
“Inizialmente abbiamo finanziato la nostra attività grazie a linee di credito revolving da 5-10 milioni di euro, che ci erano messe a disposizione da HNWI e family office. Poi siamo passati a interlocutori più opportunisti con dimensioni delle linee più importanti, attorno ai 50 milioni. Questa operazione con Goldman Sachs è per noi ovviamente una grande svolta, perché è la prima volta che abbiamo una controparte istituzionale di questa portata”, ha detto Caputo, che ha aggiunto: “La dimensione di 150 milioni è assolutamente in linea con il fabbisogno di debito che abbiamo attualmente, data la nostra velocità di crescita”.
Clicca qui per rivedere l’intervento di Giuseppe Caputo al Caffé di BeBeez dell’11 maggio
Casavo semplifica il processo di vendita degli immobili, consentendo ai venditori di evitare le seccature e le incertezze legate alle diverse fasi della compravendita, intervenendo come acquirente diretto e riducendo il tempo medio di vendita da 6-7 mesi a 30 giorni.
Dall’inizio dell’operatività nel 2017 Casavo ha concluso oltre 1300 compravendite immobiliari per un controvalore complessivo di circa 300 milioni e, partita da Milano, è oggi attiva in sei città italiane e in Spagna a Madrid, ma presto amplierà l’operatività in altre città del Sud Europa.
Quest’anno, infatti, ha detto ancora Caputo “i nostri volumi raddoppieranno”, mentre “la crescita sarà a tripla cifra negli anni successivi”. Per questo motivo, quindi, nel prossimo futuro si potranno vedere altre operazioni simili strutturate per Casavo, che se sino a oggi, oltre a vari round di equity per un totale di circa 80 milioni, ha raccolto in totale circa 300 milioni di euro di debito, cartolarizzazione con Goldman Sachs compresa, che “saliranno a 500 milioni di entro fine 2023, inizio 2024”.
La struttura così costituita va a finanziare le acquisizioni e il costo delle ristrutturazioni in vista di una rivendita dell’asset. In sostanza, ha detto ancora Caputo, “abbiamo costituito una nuova asset class perché si tratta asset residenziali granulari, situati nelle principali città italiane (Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna), con un rischio molto basso, visto che non si tratta di sviluppi, ma semplicemente ristrutturazioni in vista di una vendita a breve. E poi, appunto perché il nostro turnover è molto veloce, non si tratta di un portafoglio soggetto ai cicli del real estate”.
L’emissione della cartolarizzazione strutturata da Goldman Sachs nel ruolo di arranger ha previsto il tranching dei titoli in tre classi, senior, mezzanine e junior, con Goldman che ha sottoscritto le senior e le mezzanine, mentre Casavo ha sottoscritto le junior e svolge anche il ruolo di asset manager nell’operazione.
Nel dettaglio, come si evince dall’avviso pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 18 marzo, l’spv di cartolarizzazione Casavo Theta CR SPV srl ha acquistato da un soggetto (di cui non si conosce il nome) il credito vantato nei confronti di Casavo Theta RE SPV srl relativo al prezzo dovuto da Casavo Theta RE per l’acquisto di un bene immobile. Nell’ambito dell’operazione, Banca Finint è stata nominata quale servicer, corporate servicer e computation agent della cartolarizzazione (si veda qui il comunicato stampa).
Una volta testata, questa struttura potrà quindi essere replicata da Casavo anche con altre controparti, dato che la scaleup è alla costante ricerca di fundraising ,visti i volumi di crescita e le prospettive di sviluppo del business in Europa, oltre che la necessità di continuare a sviluppare la piattaforma tecnologica, anche attraverso acquisizioni. Quest’anno per esempio la scaleup ha già acquisito la piattaforma di rendering in 3D Realistico (si veda altro articolo di BeBeez) e ha lanciato l’app Casavo visite.
Ricordiamo che il round di finanziamento in debito da 150 milioni di euro sottoscritto da Goldman Sachs nella proptech Casavo è stato annunciato lo scorso marzo contestualmente a un round di equity da 50 milioni, guidato da Exor Seeds, il veicolo di investimento di venture capital di Exor, la holding della famiglia Agnelli, quotata a Piazza Affari. Al round hanno partecipato come nuovi investitori anche i fondi P102 e Italia 500 di Azimut Libera Impresa sgr (gestito in delega da P101 sgr) e Bonsai Partners, fondo di venture capital spagnolo che investe in realtà tecnologiche in tutta Europa. Il round è stato sottoscritto anche da alcuni degli investitori già presenti nel capitale di Casavo: Greenoaks Capital, Project A Ventures, 360 Capital e Picus Capital (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel febbraio 2020 aveva emesso un minibond da 5 milioni di euro, sottoscritto interamente dal fondo Amundi Progetto Italia gestito da Amundi sgr spa (si veda altro articolo di BeBeez). La proptech aveva anche incassato un round in direct lending nel giugno 2019 del valore di 25 milioni di euro da parte di un importante fondo internazionale con focus sul settore tecnologico (si veda altro articolo di BeBeez). Altri 30 milioni di euro erano stati raccolti, sempre come venture debt, nell’ambito di un round più ampio comprendente anche 20 milioni di euro in equity, coordinato da Greenoaks Capital, società di investimenti di San Francisco, che aveva già investito in note società tech come Coupang, Brex, Deliveroo, Robinhood, Sonder e Discord (si veda altro articolo di BeBeez).
Cifre che vanno a sommarsi a quelle dei precedenti altri round di equity. Sempre nel 2019 Casavo aveva incassato a febbraio un round di serie A in azioni di circa 7 milioni di euro, guidato da Project A Ventures (si veda altro articolo di BeBeez). A quel round avevano partecipato anche investitori che avevano già sostenuto Casavo, come Picus Capital, con sede a Monaco, e i fondo 360 Capital Partners. Avevano partecipato al round del febbraio 2019 anche Kervis Asset Management, Boost Heroes (holding di partecipazioni guidata da Fabio Cannavale), Marco Pescarmona (fondatore e presidente del Gruppo MutuiOnline) e Rancilio Cube, il family office e gruppo di impact investing fondato a Milano dalla famiglia Rancilio. Picus Capital nei giorni scorsi è uscito dal capitale: ha infatti ceduto la sua quota a Linus Digital Finance, investitore tedesco specializzato nel settore immobiliare. Linus Digital Finance è stata assistita nell’operazione da Sullivan & Cromwell, oltre che da Nascimbeni e Partners. Chiomenti ha affiancato Picus Capital.
La proptech è stata fondata nel 2017 da Giorgio Tinacci e Simon Specka, con quest’ultimo che ha però ceduto la sua quota nella società all’inizio del 2019.