Intesa Sanpaolo sta per vendere il portafoglio Portland, costituito da crediti deteriorati leasing del valore lordo di 1,1 miliardi di euro. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, secondo il quale la rosa dei finalisti è composta dall’americana Bain Capital Credit, da Credito Fondiario e da una cordata, costituita dal gruppo scandinavo Intrum e da Deva Capital, fondo estero specializzato negli Npl lanciato nel 2019 dal BancoSantander. Secondo le indiscrezioni, proprio quest’ultima cordata sarebbe la favorita.
L’operazione della Ca’ de Sass era attesa. La cessione sarebbe infatti parte di un processo di vendita più ampio per un totale di 4 miliardi di euro suddivisi in due portafogli, di cui uno appunto di crediti leasing, e di cui si parla dallo scorso maggio. Allora si diceva che in gara per i due portafogli ci fossero Bain Capital Credit, Fortress, Intrum Italy, Prelios e Credito Fondiario. Arranger dell’intera operazione sarebbe Mediobanca (si veda qui l’insight View sugli Npl e Utp nei bilanci delle banche alla fine del primo trimestre 2021, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium).
Peraltro, alla fine del primo trimestre 2021, Il gruppo Intesa Sanpaolo, comprensivo di UBI Banca, presentava un monte crediti deteriorati lordi di circa 20,7 miliardi di euro dai 20,5 miliardi di fine 2020 (10,5 miliardi di euro netti, da 10,3 miliardi di fine 2020), di cui poco meno di 9,8 miliardi costituiti da sofferenze, per un NPE ratio lordo del 4,4% in linea con quello a fine dicembre 2020 (2,3% netto). Un dato, quello di fine marzo scorso, che escludeva già 3,8 miliardi di euro lordi di crediti deteriorati contabilizzati tra le attività in via di dismissione, evidentemente appunto i circa 4 miliardi di euro di crediti di cui si è detto sopra (si veda qui la presentazione agli analisti).
Intesa Sanpaolo dallo scorso febbraio stava sondando il mercato per la cessione di vari portafogli di crediti deteriorati per un valore stimato di 5-6 milardi di euro di Npl (si veda altro articolo di BeBeez). D’altra parte, già nel presentare i conti del terzo trimestre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez), l’amministratore delegato della banca, Carlo Messina, aveva sottolineato che nei trimestri seguenti si sarebbe assistito a un deresking significativo.
Il gruppo bancario a fine 2020 aveva già superato con un anno di anticipo l’obiettivo indicato nel Piano di Impresa 2018-2021 di dimezzare i crediti deteriorati lordi per portarli a 26,4 miliardi di euro e a un NPE ratio del 6%. Nel novembre 2020, infatti, aveva cartolarizzato un portafoglio di Npl da 6,033 miliardi di euro lordi, in un’operazione che prevede la richiesta della GACS per la tranche senior delle note asset backed. Il portafoglio era stato ceduto al veicolo di cartolarizzazione Yoda spv srl sulla base di un valore lordo di 4,3 miliardi e al prezzo netto di 1,2 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando alla cordata favorita per il portafoglio Portland, ricordiamo che il gruppo Intrum è già partner di Intesa Sanpaolo: nel 2018 Intrum aveva infatti acquisito il 51% della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati del gruppo bancario e aveva contestualmente acquisito un portafoglio da 10,8 miliardi di euro lordi di Npl, da cartolarizzare. Il tutto per un controvalore complessivo di 3,6 miliardi, di cui 500 milioni per la quota della piattaforma ridenominata poi Intrum Italy (si veda altro articolo di BeBeez).
Intrum Italy, sta attualmente studiando il lancio di un nuovo fondo dedicato agli Utp corporate e retail oggi sui libri delle banche italiane insieme a una nota sgr attiva sul mercato Npe. Lo ha anticipato Andrea Tresoldi, capo della divisione Utp di Intrum Italy, in occasione del suo intervento al Caffé di BeBeez dell’11 maggio scorso dedicato alle cartolarizzazioni e offerto da Banca Finint (si veda altro articolo di BeBeez e qui il video del Caffè con l’intervento di Tresoldi).
Lo scorso aprile Intrum e Deva Capital insieme hanno acquistato da Bper un portafoglio di Utp, del valore lordo di 248 milioni di euro (progetto Winter) (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione era stata annunciata contestualmente al conferimento di un un portafoglio da 122 milioni a Efesto Credit Fund, gestito da Finint Investments sgr e a un’operazione di apporto di 52 milioni di Utp al fondo Back2Bonis progettato da AMCO e gestito da Prelios sgr, operazione quest’ultima poi finalizzata nel xx (si veda altro articolo di BeBeez). Infine, ricordiamo che uno dei partner di Deva, lo spagnolo Alfonso Nunoz, ha lavorato nel passato proprio in Intrum.