ll cda di Cerved ha giudicato formalmente congruo ma in sostanza appena sufficiente il nuovo prezzo offerto da Castor Bidco spa nell’ambito dell’opa annunciata lo scorso marzo sul gruppo specializzato in business information e credit management (si veda qui il comunicato stampa del cda).
Ricordiamo infatti che la mattina di venerdì 27 agosto Castor Bidco, il veicolo attraverso il quale hanno lanciato l’opa ION Investment di Andrea Pignataro, e il fondo sovrano di Singapore GIC con il supporto finanziario del fondo FSI (a sua volta socio al 9% del veicolo che ION ha utilizzato per acquisire Cedacri, si veda altro articolo di BeBeez), ha annunciato la revisione al rialzo del prezzo dell’opa da 9,50 a 10,20 euro per azione (si veda altro articolo di BeBeez).
La valutazione implicita per Cerved è salita così a 11,1 e 12,9 volte, rispettivamente l’ebitda 2019 e 2020, ma resta comunque ben al di sotto della media delle società quotate attive nel settore della credit information, pari a 19,1 e 16,6 volte l’ebitda 2019 e 2020, anche se ben al di sopra della media delle società quotate attive nel settore del credit management, pari a 6,9 e 8,4 volte l’ebitda 2019 e 2020.
E il board di Cerved, presieduto da Gianandrea De Bernardis, nella sua nota ieri ha sottolineato che il corrispettivo Incrementato si colloca nei range di congruità indicati dagli advisor, “ancorché nella parte bassa di tali range”, come evidenziato dal grafico in pagina.
Le valutazioni a cui si riferisce il Cda di Cerved sono quelle rilasciate dagli advisor finanziari UBS, Morgan Stanley e Mediobanca lo scorso luglio, in vista della pubblicazione del primo comunicato del Cda con il quale il Board aveva rispedito al mittente l’offerta iniziale di ION sia per il prezzo troppo basso, sia perché quest’ultimo precludeva agli azionisti “l’accesso ai benefici attesi dalla possibile cessione di Cerved Credit Management Group srl“, non riflessi nell’ammontare del corrispettivo (si veda altro articolo di BeBeez).
Per UBS, in particolare, il valore congruo per azione dovrebbe essere compreso tra 9,7 e 12,1 euro; per Morgan Stanley tra 10 e 11,7 euro; e per Mediobanca tra 10,2 e 14,1 euro. Il prezzo di 10,2 euro, quindi, è il più alto tra i minimi dei range proposti dagli advisor.
Ricordiamo che il corrispettivo maggiorato dell’opa incorpora un premio pari al 44,9% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni alla data del 5 marzo 2021, giorno di borsa aperta antecedente l’8 marzo 2021, data di annuncio dell’offerta; e del 53,6% rispetto alla media aritmetica ponderata dei prezzi ufficiali registrati dalle azioni nei 12 mesi precedenti la data di annuncio dell’opa. Nel caso in cui fossero portate in adesione tutte le azioni, l’esborso massimo per Castor Bidco sarà di poco inferiore a 2 miliardi di euro.
Ieri a Piazza Affari il titolo Cerved ha chiuso praticamente invariato a 9,96 euro contro 9,95 di venerdì scorso. Le adesioni si mantengono molto basse: il totale non superava l’1,82% dei titoli coinvolti alla fine della giornata borsistica di ieri, a 10 giorni dal nuovo termine dell’opa spostato al 9 settembre in concomitanza con l’aumento del prezzo.
Da segnalare infine una punta polemica nel comunicato del Cda a proposito dell’aumento all’80% della soglia minima di adesione all’opa dal precedente 50% più una azione, deciso da Castor Bidco sempre alla fine della scorsa settimana in concomitanza con il rilancio sul prezzo. Il Cda, di legge, “prende atto che, secondo quanto dichiarato dall’offerente nel comunicato di rilancio, una partecipazione pari all’80% del capitale sociale di Cerved Group ‘consente all’offerente di disporre di diritti di voto sufficienti per approvare le delibere di competenza dell’assemblea ordinaria dell’emittente ivi inclusa la delibera sulla fusione nonché di contenere l’effetto diluitivo di detta fusione per l’offerente, limitando il peso partecipativo di eventuali azionisti minoritari”. Al riguardo il Consiglio di amministrazione richiama le considerazioni espresse nel comunicato dell’emittente al paragrafo 3.1. in merito alla possibile fusione successiva all’eventuale successo dell’offerta, rilevando che anche la titolarità di una partecipazione pari all’80% del capitale sociale di Cerved Group non appare di per sé sufficiente ad assicurare all’offerente la realizzazione della suddetta fusione”.