Anche l’imprenditore Stefano Bonacini si è fatto avanti per salvare Grotto spa, il gruppo di Chiuppano (Vicenza) produttore dei noti jeans Gas, a rischio fallimento dopo il voto negativo dell’adunanza dei creditori al piano concordatario dello scorso 16 settembre (si veda altro articolo di BeBeez).
Poche settimane fa era invece uscito allo scoperto l’imprenditore bellunese Walter Maiocchi (si veda altro articolo di BeBeez), che nel 2018 aveva già rilevato il noto brand del cachemere Malo, a sua volta allora in profonda crisi (si veda altro articolo di BeBeez)
Bonacini è il patron di Gaudì, azienda di Carpi il cui business è molto simile a quello di Gas. Gaudì dà lavoro a 205 persone e gestisce due marchi (quello omonimo e Denny Rose), oltre a una ventina tra negozi e outlet. Distribuisce i suoi capi in tutta Europa e prima del Covid era arrivata a fatturare 67 milioni di euro.
Bonacini ha dichiarato a NordEstEconomia: “Già da un po’ di tempo guardo agli sviluppi di Gas. Ha un target market molto simile al nostro, facciamo prodotti simili, ci muoviamo anche con gli stessi agenti, da qui il nostro interesse. Abbiamo solo manifestato il nostro interesse con una Pec al commissario, che in qualche misura ne ha preso atto, e restiamo in attesa. La discontinuità in un’azienda arrivata a questo punto è fondamentale. Per quanto ne so, la società ha professionalità importanti, che andrebbero preservate”.
Ma Bonacini vuole anche prima vedere chiaro sui numeri di Gas, così come già sottolineato da Maiocchi. Proprio la scarsa visibilità sui conti era stata lamentata da Dea Capital Alternative sgr, gestore del fondo IDea CCR II, principale creditore finanziario della società con il 51% del debito, ossia 34,5 milioni di euro. Il fondo, infatti, a fine 2017 aveva acquistato dalle banche creditrici i crediti a medio-lungo termine di Grotto, insieme ai crediti di altre otto aziende (Canepa, Snaidero, Calvi, Pieralisi, Biokimica, Trend Group, Consorzio Latte Virgilio e Zucchi, si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso ottobre, poi, il fondo ha comprato anche i crediti a breve termine ancora in portafoglio a Unicredit (compresi nel calcolo dei 34,5 milioni).
A proposito delle difficoltà incontrate nella gestione della crisi di Grotto, in una lettera inviata ai dipendenti di ques’ultima Grotto lo scorso ottobre dalla sgr si leggeva che “la proprietà e l’attuale gestione hanno rifiutato anche durante il concordato di ricercare soluzioni costruttive nell’interesse della società e dei posti di lavoro, arrivando a impedire ai creditori, nonostante un provvedimento ad hoc del tribunale, di poter analizzare i dati societari” (si veda altro articolo di BeBeez).
Come già anticipato da BeBeez, IDea CCR II sarebbe pronto a intervenire al fianco del nuovo investitore e anche del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), che a sua volta starebbe predisponendo tutti gli strumenti utilizzabili ai fini del salvataggio, in primo luogo prevedendo l’intervento del Fondo per la Salvaguardia dei Livelli occupazionali e la Prosecuzione dell’Attività d’Impresa previsto dall’art. 43 del Decreto Rilancio. Il fondo sarebbe infatti pronto a convertire parte dei crediti in portafoglio in equity e/o investendo nuova finanza. Una mossa che ragionevolmente potrebbe fare anche AMCO, a sua volta importante creditore. Le nuove risorse finanziarie necessaria andrebbero dai 6 ai 10 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
In ogni caso, l’ultima parola sulla possibile proposta di Bonacini è dei creditori, con DeA Capital in testa. “Con loro abbiamo avuto contatti preliminari. Dinnanzi a un’offerta seria e a un imprenditore altrettanto serio sono disponibili a intavolare un ragionamento”, ha rassicurato Bonacini.
Ricordiamo che il Fondo per la Salvaguardia dei Livelli Occupazionali, gestito da Invitalia, lo scorso luglio ha partecipato all’intervento di salvataggio della seteria comasca Canepa , con l’acqusto di una quota di minoranza assieme al fondo AZ Eltif Capital Solutions gestito da Azimut Libera Impresa e specializzato invece nel fornire debito di emergenza a imprese sane ma in temporanea difficoltà finanziaria (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre il Fondo di Salvaguardia lo scorso marzo ha investito 10 milioni di euro nel salvataggio della griffe di abbigliamento maschile Corneliani (si veda altro articolo di BeBeez).