Colpo di scena per Presotto Industrie Mobili spa. Come riferisce Il Gazzettino, Presotto non è riuscita a rispettare i termini del concordato preventivo a cui era stata ammessa nell’agosto 2018 e che era stato poi omologato nel 2019, per cui ha portato i libri in Tribunale presentando istanza di autofallimento, deliberata poi dai giudici del Tribunale di Pordenone lo scorso 4 novembre, riferisce il Messaggero Veneto.
Nata nel 1948, la Presotto di Brugnera (Pordenone) è un marchio storico dell’arredamento italiano. Ibla Capital nel febbraio 2018 aveva comprato la maggioranza dell’azienda (poi risultata essere di poco inferiore al 95%) dall’omonimo imprenditore al fine di avviare la ristrutturazione operativa della società, volta ad aumentarne il livello di efficienza e successivamente a sostenerne il piano di sviluppo (si veda altro articolo di BeBeez).
La società era stata ammessa al concordato preventivo nell’agosto 2018, dopo aver presentato richiesta nel luglio dello stesso anno. Nel giugno 2019 il Tribunale di Pordenone aveva poi omologato il concordato di Presotto e contestualmente aveva preso il via il piano quinquennale legato al concordato, che prevedeva nuovi investimenti per rafforzare il marchio e le esportazioni (si veda altro articolo di BeBeez). Il concordato era stato approvato con la maggioranza del 52,2% dei creditori, per oltre 9,2 milioni di euro, rispetto a crediti complessivi ammessi al voto di 17,7 milioni, con tre classi favorevoli e una contraria. La proposta concordataria prevedeva la continuità aziendale, mantenendo tutti i posti di lavoro, il pagamento integrale dei debiti verso i dipendenti e per il 5% di tutti gli altri creditori, attraverso l’apporto di nuova finanza per un milione di euro da parte di Ibla Capital.
Ma la ristrutturazione non aveva avuto grande successo: Presotto infatti ha chiuso il 2019 con ricavi per 12,7 milioni (da 15,1 l’anno precedente), un ebitda negativo di 2,2 milioni (contro una sostanziale parità nel 2018) e un debito finanziario netto di 4,2 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registati gratuitamente). Dal bilancio di Ibla Capital al 31 dicembre 2020 emerge che la partecipazione in Presotto è stata svalutata nel corso dell’esercizio per circa un milione di euro.
E si arriva al giugno 2021, mese in cui Ibla Capital ha ceduto la partecipazione in Presotto, in un’operazione simile a un portage, alla Elko Consulting con il compito d trovare un compratore. “Abbiamo venduto la Presotto a un consulente che ci sta aiutando a cercare un operatore industriale per rilanciarla. Ci sono già ipotesi in piedi interessanti. L’azienda sta andando molto bene, ma c’è un fardello legato alla situazione pregressa”, aveva dichiarato allora Alessandro Lo Savio, amministratore unico di Ibla Capital (si veda altro articolo di BeBeez)
Lo scorso settembre si era fatto avanti un imprenditore del settore, ma l’operazione non era poi andata in porto, in quanto l’aspirante compratore era disposto a rilevare solo l’azienda, non i suoi debiti. Da qui la richiesta di autofallimento. Ricordiamo qui che durante la procedura di fallimento tutte le esecuzioni in corso contro il debitore (inclusi i pignoramenti) sono sospese e non si possono promuovere nuove esecuzioni per crediti sorti prima della dichiarazione del fallimento.
Il curatore fallimentare Alberto Poggioli, che ha seguito sin dalle prime fasi la procedura concorsuale, gestirà anche questa fase delicata e fondamentale per salvare l’azienda. Prima dell’adunanza dei creditori, fissata per l’8 marzo, Poggioli punta a vendere la Presotto a un importante mobiliere veneto, che si è già impegnato ad rilevarla all’asta e a mantenere una novantina di posti di lavoro. Il curatore fallimentare sta pensando a un affitto ponte che permetta di mantenere l’azienda in attività finché non sarà indetta l’asta, nel giro di circa tre mesi. Nel frattempo, Poggioli ha concordato con il sindacato la richiesta di cassa integrazione speciale per i 107 dipendenti. L’avvocato Enrico Bevilacqua, il consulente legale che ha seguito il percorso della società negli ultimi tre anni, ha rassicurato: “L’offerta da parte di un importante investitore c’è e c’è una forte volontà di proseguire e rilanciare l’attività”.
Ibla Capital è stata fondata nel 2015 da Alessandro Lo Savio, dopo avere lavorato per 7 anni nella società di telecomunicazioni Linkem, prima come cfo e successivamente come direttore generale. Ibla Capital nel marzo 2020 ha chiuso la raccolta del suo secondo fondo, battezzato Ibla Industries II (si veda altro articolo di BeBeez). Il veicolo, che ha raggiunto l’hard cap di 30 milioni di euro anche per la presenza quale cornerstone investor di un primario asset manager svizzero, investe in pmi in tensione finanziaria che necessitano di un piano di ristrutturazione e di un rilancio dell’attività, con un fatturato compreso tra i 10 e i 50 milioni di euro. Il fondo investirà in quote del capitale, beni aziendali e/o debito. Il ticket di investimento, compreso tra uno e cinque milioni di euro, sarà indirizzato su aziende industriali, con particolare attenzione al mondo del manufacturing.
Il precedente veicolo di Ibla Capital, sempre dedicato alle attività di turnaround, Ibla Industries sarl, era stato costituito con l’appoggio dell’asset manager Clearsight Investments e deteneva in portafoglio solo Natural Way Laboratories, società attiva negli integratori alimentari, ceduta lo scorso agosto a Naturalia Tantum, polo della cosmetica naturale con ingredienti biologici promosso da Assietta Private Equity sgr e da Paolo Colonna, (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che nel settembre 2020 attraverso il fondo Industries II Ibla ha acquisito il 100% della divisione Oil & Marine di Manuli Hydraulics, parte del gruppo Manuli Rubber Industries (MRI) e attiva nella realizzazione e commercializzazione di tubi speciali in gomma per il trasporto sottomarino del petrolio (si veda altro articolo di BeBeez). Attualmente risulta l’unica partecipazione nel portafoglio di Ibla.