Gran Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2021 arriva in sala il 5 gennaio distribuito da Lucky Red in associazione con 3 Marys Entertainment – durata film 127 minuti – Un eroe di Asghar Farhadi che rappresenterà ufficialmente l’Iran agli Oscar 2022. Il due volte premio Oscar Asghar Farhadi (Miglior Film Straniero per Una separazione e Il Cliente), qui anche sceneggiatore e co-produttore, torna con una nuova storia ambientata nel suo paese, l’Iran, di cui racconta le contraddittorie dinamiche sociali.
Rahim è in prigione a causa di un debito che non è riuscito a ripagare. Approfittando di un permesso di due giorni, cerca di convincere il suo creditore a ritirare la denuncia versandogli una parte della somma dovuta. Ma le cose non vanno secondo i piani…e la vicenda si ingarbuglia in modo intrigante, sottile ma anche forse in modo troppo farraginoso.
Il protagonista, separato dalla moglie, che gli ha lasciato la custodia del figlio con alcuni problemi di espressione, sogna un futuro con Farkhondeh, la nuova compagna che trova accidentalmente una borsa piena d’oro. Oro provvidenziale con cui ‘rimborsare’ il suo creditore. Rahim pensa di venderlo ma poi decide di restituirlo con un annuncio. La legittima proprietaria si presenta, l’oro è reso e il detenuto promosso al rango di eroe virtuoso dall’amministrazione penitenziaria che decide di cavalcare la notizia, mettendo a tacere i recenti casi di suicidio in cella. Rahim diventa improvvisamente oggetto dell’attenzione dei media e del pubblico. Ma l’occasione di riabilitare il suo nome, estinguere il debito e avere una riduzione della pena, diventa al contrario il debutto di una reazione a catena dove ogni tentativo di Rahim di provare la sua buona fede gli si ritorcerà contro.
Un eroe solo nell’aspirazione, Farhadi ci presenta un eroe mancato, una società nella quale nessuno è senza peccato, quadro implacabile della società iraniana in balìa del potere. Incredibilmente il protagonista trasferisce alla spettatore una grande empatia per la sua fragilità, per la sua fiducia contro ogni possibilità reale e in particolare per la tenerezza che prova per il figlio amato e protetto fino all’ultimo.
«Mi è capitato spesso di leggere nei giornali storie come questa – dice Farhadi. Storie di persone comuni diventate improvvisamente famose per aver compito un gesto altruistico. Queste vicende hanno tutte qualcosa in comune. Il film non trae spunto da uno specifico fatto di cronaca, ma quando l’ho scritto avevo in mente questo genere di storie».
Prodotto da Memento Production e Asghar Farhadi Production, il film è interpretato da Amir Jadidi, Mohsen Tanabandeh, Fereshteh Sadrorafaii. Rispetto ai due precedenti film di questo regista, sottile, attento alla questione della giustizia, spesso centrale nella quale convergono tutte le dimensioni della società e nella quale spesso si risolve l’amore, c’è un andamento un po’ lento, in certi tratti ingarbugliato. Conferma la grande capacità attoriale delle scelte del regista e di una società tormentata dalla corruzione e dall’incertezza della giustizia che non riguarda però una società miserabile; proprio per questo più credibile.
a cura di Ilaria Guidantoni