Artista: Alessandra Chemollo | Titolo: in luce
Durata: 4 dicembre 2021 – 27 marzo 2022
Orari di visita: dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18
Sede: Fondazione Querini Stampalia, Castello 5252, 30122 Venezia | T.+39 041 2711411
manifestazioni@querinistampalia.org
Si veda qui da ArtTribune.
Gli scatti dal reportage di Alessandra Chemollo nella Gypsotheca di Possagno colgono l’intensa relazione tra le opere di Antonio Canova, le architetture di Carlo Scarpa e la luce che, dosata e orientata nello spazio, rende ancora più vive queste forme sospese nel tempo, in un tutto immobile.
ALESSANDRA CHEMOLLO. LA MOSTRA
La Casa Museo della Fondazione Querini Stampalia custodisce un bozzetto in creta di Antonio Canova, realizzato per una statua di Letizia Ramolino Bonaparte. Fu il fratellastro dell’artista, Giovanni Battista Sartori a donarlo nel 1857 al fondatore, il conte Giovanni Querini.
Parte da lontano il legame che ora vede protagonisti alla Querini Stampalia un artista Antonio Canova, un architetto Carlo Scarpa e una fotografa Alessandra Chemollo.
Promossa insieme a Museo Gypsotheca Antonio Canova in collaborazione con Bugno Art Gallery nel bicentenario della morte del Canova (1822 – 2022) la mostra a cura di Maddalena Scimemi presenta una cinquantina di scatti del reportage che nell’estate del 2016 Alessandra Chemollo realizza a Possagno e destinato a una pubblicazione (Carlo Scarpa. La Gipsoteca Canoviana di Possagno, con testi di Gianluca Frediani e Susanna Pasquali, Mondadori Electa, 2016).
Così in quell’occasione la fotografa si esprimeva a proposito del suo lavoro: “…La sensazione è quella che si prova entrando in scena: siamo come guidati dalle istruzioni di un silenzioso regista che sembra aver deciso le nostre azioni e i nostri percorsi tra i volti di gesso e le forme di luce… Si potrebbe quasi chiuderli, gli occhi, se non fosse che servono a registrare la posizione: il nostro è un sentire più ampio, che coinvolge sensori nascosti, inspiegabilmente attendibili. Il nostro esitante vagare ci regala, placato, un piacere raccolto, e la sensazione che anche noi, come le altre cose lì dentro, non potremmo che essere precisamente lì”.
Le fotografie che sono esposte nell’Artea Scarpa della Querini Stampalia rendono ragione di questo lavoro, a sua volta frutto di una ricerca trentennale dedicata all’intero catalogo scarpiano e confluita in diversi volumi ed esposizioni, fornendo strumenti di conoscenza imprescindibili per gli studiosi.
Maddalena Scimemi, la curatrice: “Qui si presenta il lavoro svolto all’interno della Gypsotheca, in uno spazio fluido e senza porte, come prediligeva Carlo Scarpa. Un lavoro che raccoglie gli stimoli riservati dall’architetto agli osservatori più acuti. Alessandra Chemollo cede alle suggestioni di Scarpa esaltandone gli effetti, segue le provocazioni date dai tagli aperti nelle pareti, dai conci sottratti all’apparecchiatura muraria, dall’allineamento delle teche dei bozzetti perché sui vetri si moltiplichino i riflessi. Ha la sfrontatezza di appoggiarsi – così sembra – alle opere esposte.
Le sue fotografie traducono in due dimensioni l’incantesimo di luce naturale creato da Scarpa, variando posizione e ampiezza dei lucernari, alla stregua di moderne meridiane: un gioco serissimo, che impone l’ombra ad alcune, mentre dispensa ad altre lunghi raggi di luce, quasi a segnare il tempo dell’arte”.