A fine dicembre Cdp ha venduto a Cinecittà un’area di 31 ettari situati nei pressi degli studios di via Tuscolana a Roma (si veda qui il comunicato stampa). L’intesa con il Gruppo Cdp firmata da Nicola Maccanico, ad di Cinecittà, prevede che al momento del closing, previsto entro il prossimo ottobre, la proprietà dello spazio sarà trasferita da Cdp Immobiliare (società interamente controllata da Cassa Depositi e Prestiti) a Cinecittà. L’accordo preliminare annunciato oggi arriva ad appena sei mesi dall’approvazione del Recovery Plan italiano, presentato proprio negli Studi di Cinecittà dal presidente del Consiglio Mario Draghi alla presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, e dall’avvio del piano industriale 2022-2026 di Cinecittà.
Il piano di riqualificazione di Cinecittà prevede la realizzazione di nuovi grandi teatri di posa e di un ampio complesso articolato in numerosi spazi e servizi, tra cui oltre 15 ettari di backlot, ossia una vasta area all’aperto adibita alle riprese in esterno, il che permette di colmare un divario con i concorrenti continentali dotando gli studios di un ambiente unico, considerando anche il clima favorevole dell’Italia. Le opere di ampliamento e innovazione che saranno realizzate una volta finalizzato l’accordo con Cdp vanno ad aggiungersi agli interventi già pianificati dal piano industriale Cinecittà 2022-2026, che prevedono la realizzazione di nuovi teatri, set per la realtà virtuale e la produzione virtuale e il più grande ledwall d’Europa, grazie ai quali la produttività dei set cinematografici aumenterà notevolmente.
Per Cdp, l’operazione si inserisce nell’attività tesa alla valorizzazione di ex immobili pubblici in base a principi di trasparenza e massimizzazione del valore, come previsto nel piano strategico di gruppo 2022-2024, presentato nel novembre scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Per quanto riguarda il settore immobiliare, oltre a proseguire il suo impegno nel settore del turismo, Cdp punterà su social, senior e student housing, con l’obiettivo di realizzare un forte impatto sul territorio grazie alla partnership con le fondazioni di origine bancaria, con le quali la collaborazione potrà riguardare anche i progetti di rigenerazione urbana, con particolare attenzione al Sud Italia. Nel complesso, la gestione del portafoglio immobiliare si baserà su criteri di valorizzazione o vendita diretta, con principi di trasparenza e massimizzazione del valore.
Il piano introduce una nuova logica di gestione delle partecipazioni dirette di equity e dei nuovi interventi. Da una parte quelle considerate strategiche, dove Cdp manterrà un ruolo di azionista stabile a presidio di infrastrutture o asset rilevanti per il Paese; dall’altra gli interventi di scopo, dove l’impegno è finalizzato alla crescita o alla stabilizzazione di imprese in settori chiave, ma con logiche di uscita e di rotazione di capitale. In questo ambito, cosi come nel private equity e venture capital, dove è previsto un impegno crescente del gruppo Cdp, l’operatività si dovrà basare sul principio del crowding-in, cioè sulla capacità di attrarre risorse da altri investitori.
Nel complesso, nell’arco del prossimo triennio Cassa Depositi e Prestiti, guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Dario Scannapieco, impegnerà risorse per 65 miliardi di euro (+5% sul periodo precedente), attirando 63 miliardi da terzi (+27%) e attivando nel complesso investimenti per 128 miliardi (+14%). Una crescita che sarà costante nell’arco del piano e che punta a generare un forte impatto a livello economico e sociale, con effetti positivi concreti e tangibili per imprese, pubblica amministrazione e famiglie.
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