In collaborazione con il Gruppo Bei, che comprende la Banca europea per gli investimenti (Bei) e il Fondo europeo per gli investimenti (Fei), UniCredit ha finalizzato, con UniCredit Bank AG in qualità di arranger, una nuova cartolarizzazione sintetica di un portafoglio di circa 2 miliardi di euro (si veda qui il comunicato stampa) nell’ambito del programma ARTS (Asset Risk Transfer Sharing), in coerenza con il nuovo piano strategico 2022-2024 della banca, UniCredit Unlocked, presentato lo scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez, qui la presentazione di Andrea Orcel e qui la Insight View di BeBeez sulla qualità del credito dei primi 6 gruppi bancari italiani, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
Il Fei garantirà la tranche mezzanine di un portafoglio di prestiti già concessi da UniCredit alle piccole e medie imprese italiane, controgarantiti dalla Bei. L’operazione è sostenuta dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI), il principale pilastro del piano di investimenti per l’Europa.
Il capitale così liberato andrà a finanziare nuovi prestiti per 720 milioni di euro a sostegno di nuovi progetti delle pmi italiane. L’accordo firmato si inserisce nel più ampio quadro di collaborazione avviato da UniCredit e dalla Bei per sostenere le pmi in Italia. Negli ultimi sei anni, le risorse Bei che UniCredit ha destinato alle imprese in Italia hanno superato i 4 miliardi di euro, con quasi 6.000 progetti finanziati fino ad oggi.
Nel maggio scorso UniCredit e la Bei hanno inoltre firmato un accordo teso a mobilitare 2,5 miliardi di euro di investimenti a sostegno delle grandi e medie imprese italiane, finalizzato a mitigare le conseguenze economiche del Covid-19. Quest’ultima è stata la prima operazione in Italia sostenuta dal Fondo Paneuropeo di Garanzia (Feg), parte del pacchetto di salvataggio Ue da 540 miliardi di euro approvato a seguito della pandemia. Con il sostegno del Feg, la Bei ha fornito una garanzia fino a 750 milioni di euro (75%) del nuovo portafoglio prestiti di UniCredit che, grazie a finanziamenti aggiuntivi e al meccanismo di complementarietà, attiverà investimenti appunto per 2,5 miliardi di euro.
A proposito di cartolarizzazioni, ma in questo caso di crediti deteriorati, ricordiamo che a fine novembre Unicredit ha ceduto un portafoglio da 2,2 miliardi di euro lordi con un’operazione di cartolarizzazione con GACS (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre in tema di Npl, lo scorso giugno Unicredit aveva ceduto un portafoglio di crediti personali non garantiti da 220 milioni di euro al servicer polacco Kruk e a MBCredit Solutions (si vreda altro articolo di BeBeez).
Intanto la banca sta lavorando a una cessione di un portafoglio di Utp da 1 miliardo di euro. L’operazione potrebbe in realtà far parte di un progetto più ampio che prevede nel contempo anche una partnership con un operatore industriale attivo nel debt management, come quella stretta nell’agosto 2019 da Intesa Sanpaolo con Prelios (si veda altro articolo di BeBeez), sulla falsariga di quanto già ipotizzato dal mercato nel luglio 2019, quando ancora gli UTP sul bilancio del gruppo superavano i 15 miliardi di euro lordi e si immaginava una cessione da 3,5-4 miliardi e per almeno altri 10 miliardi un mandato di gestione a uno o più servicer (si veda altro articolo di BeBeez).
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