E’ uscito nelle sale la scorsa settimana Takeaway, lungometraggio di Renzo Carbonera (ritrattto qui a lato)– già regista di Resina e il corto La penna di Hemingway – con Libero De Rienzo, Carlotta Antonelli, con Primo Reggiani e con la partecipazione di Paolo Calabresi e Anna Ferruzzo; prodotto da 39 FILMS e Interzone Pictures in collaborazione con Rai Cinema, distribuito da Fandango. Un piccolo film che tratta il problema del doping degli atleti che cercano la loro strada, non di quelli ormai famosi, pertanto spesso
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2022/01/4.-Carlotta-Antonelli-scaled-e1643229167391.jpg)
giovani e fragili. Un film che, sebbene basato su un’indagine, è a tutti gli effetti una narrazione, fuori dallo schema della docu-fiction, che sta dalla parte del vissuto. Interessante l’angolatura perché porta lo spettatore a vivere il sogno difficile tra speranze e timore e la grande delusione di una marciatrice, scoprendo che il marcio è molto più esteso di quanto si pensi e facile da toccare. Ben scelti i personaggi, ben dosati anche i loro difetti, il regista mette tutti di fronte alla responsabilità della connivenza, del silenzio, magari della sola debolezza che possiamo avere e anche in guardia dalle relazioni tossiche, tutte quelle per le quali l’altro è un mezzo e non un fine.
Dopo il successo di Alice nella città è uscito questo lungometraggio scritto oltre che diretto da Renzo Carbonera, che ne ha curato anche la sceneggiatura, prodotto da Alfredo Federico e Simona Banchi per 39 FILMS e Interzone Pictures, in collaborazione con Rai Cinema, in associazione con Laser Digital Film, con il contributo del MIC – Ministero della Cultura, con il sostegno della Regione Lazio Fondo Lazio Cinema International, in collaborazione con Trentino Film Commission. Takeaway si avvale della direzione della fotografia di Luca Coassin, del montaggio di Natalie Cristiani, delle musiche di Alexander Hacke, del suono in posa diretta del pluri premiato ai David di Donatello Carlo Missidenti, dei costumi di Stefano Giovani e della scenografia di Sara Stacchezzini. Da sottolineare la musica con adattami di classici e musiche originali che spaziano legandosi di volta in volta alle atmosfere e alle sensazioni del raccontato, accompagnandolo senza prevalere mai e senza essere troppo riconoscibile. Interessante la fotografia con un effetto quasi vintage che dà il senso di luoghi dimessi, perché un po’ dimenticati, che forse un tempo erano destinazioni vivaci di vacanza. Questo senso di isolamento, emarginazione e fallimento è sottolineato dai colori lividi che rendono il l film prevalentemente notturno anche quando le scene sono di giorno e immerse nel paesaggio. Ma la neve è sempre avvolta da un clima di desolazione, di assenza di luce dove si respira una carenza di ossigeno, il senso di una fatica avvilita; così come le stesse gare hanno qualcosa che sa di abbandono. Il film è una co-produzione Italia/Germania, una produzione 39 Film e Interzone Pictures, con il patrocinio del C.O.N.I., del Comune e della Provincia di Rieti.
Il film è stato girato infatti in gran parte sul Monte Terminillo, Rieti e i suoi territori circostanti che sono stati luogo di scouting per attori, comparse e maestranze e in alcune località del Trentino. Si tratta che di un impegno da parte della produzione per sostenere e riavviare l’economia locale, particolarmente colpita in questo lungo periodo di pandemia, tema che viene messo a fuoco anche nel film dove i genitori della ragazza hanno un hotel da rilanciare.
Il film è ambientato nel 2008, agli albori della grande crisi finanziaria globale. Maria (Carlotta Antonelli) è un’atleta, una marciatrice, l’orgoglio del padre (Paolo Calabresi), che vorrebbe vederla coronare un sogno di successo; mentre la mamma (Anna Ferruzzo) è più scettica, sebbene Johnny (Libero De Rienzo), compagno della ragazza, che ha quasi il doppio dei suoi anni, sappia come tenere vivo il sogno di Maria e dei suoi genitori. Per questo motivo, Johnny ha il frigo pieno di boccette, avendo aiutato molti giovani con sostanze illegali, nel suo passato da preparatore atletico. ‘Tom’ (Primo Reggiani) è uno di questi e sta cercando Johnny, ritenendolo responsabile del fatto che il doping gli ha rovinato carriera e salute. Ma i piani di vendetta di ‘Tom’ si infrangono quando lui e Maria iniziano una relazione e i dubbi di lei crescono, come una febbre incontrollabile. La resa dei conti è inevitabile in un ambiente così ristretto, così come nel mondo esterno, scosso da debiti e fallimenti, in cui si diffonde un bisogno urgente di nuove speranze.
“Questa è una storia di doping–sottolinea il regista – frutto della fantasia, che al suo interno contiene frammenti di moltissime storie, vere e documentate. Un tema delicato, poco trattato, spesso con i toni dello scandalo, demonizzando o minimizzando i risvolti, facendo anche entrambe le cose contemporaneamente. Il film intende focalizzare il dibattito su questo fenomeno con delicatezza e umanità, concentrandosi sui rapporti umani che ci stanno dietro, sulle storie e le motivazioni dei personaggi, che seguono uno schema spesso comune a molti atleti e giovani che si avvicinano allo sport, sulle origini e sui moventi, sugli effetti psicologici e fisici che ne conseguono”.
a cura di Ilaria Guidantoni