LIFTT, holding italiana di venture capital presieduta dallo scienziato e imprenditore Stefano Buono, ha incassato un round da 12 milioni di euro. Lo hanno sottoscritto Azimut e alcuni importanti investitori privati e family office, oltre ai soci che erano già parte attiva del progetto (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione è stata annunciata a poco meno di un anno di distanza dalla chiusura del round precedente da 20,9 milioni di euro nel marzo 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Quel round era stato sottoscritto da ben 107 investitori tra cui Fondazione San Paolo e Fondazione CRT, che hanno investito rispettivamente 3 e 2 milioni di euro.
In precedenza, nell’aprile 2020, LIFTT aveva chiuso un primo aumento di capitale da 7,2 milioni di euro al quale avevano aderito 36 investitori tra privati, business angel, holding di investimento e dipendenti (si veda altro articolo di BeBeez). Intanto LIFTT programma già di aprire nell’immediato una nuova tranche da 15 milioni, già in gran parte opzionata.
LIFTT è nata a inizio 2020 dal volere di Fondazione Compagnia di San Paolo e il Politecnico di Torino, il cui rettore, l’ex presidente del Cnr Francesco Profumo, ha designato alla guida del progetto appunto Stefano Buono, fisico e co-fondatore di Advanced Accelerator Applications, prima quotata al Nasdaq (si veda altro articolo di BeBeez) e poi ceduta a Novartis per 3,9 miliardi di dollari nel 2018.
Buono ha commentato: “Accogliamo con piacere l’ingresso nel nostro network virtuoso di un gruppo esperto e di alto profilo qual è Azimut, che rappresenta un motivo di legittimo orgoglio ed uno stimolo a proseguire il nostro percorso di crescita. L’impegno ora è quello di continuare ad attuare il nostro piano industriale, forti della presenza di un importante compagno di viaggio: questa partnership apre da oggi un nuovo capitolo per LIFTT”.
L’acceleratore di startup si pone l’obiettivo di investire circa 20 milioni di euro l’anno nei prossimi cinque anni, e generare attraverso co-investitori un flusso di capitali sul territorio di circa 450 milioni. Il venture capital si prefigge di investire in circa 110 startup sempre entro i prossimi cinque anni, oltre agli interventi a titolo di Proof of Concept (PoC). Il modello di business prevede l’exit mediamente dopo cinque anni con un IRR medio potenziale di portafoglio di oltre il 20%.
Gli investimenti di LIFTT, che spaziano in tutti i settori di mercato, vengono valutati e analizzati da un team di 15 professionisti. La società è configurata a livello societario come holding. Questo permette all’ascensore di imprese di impiegare immediatamente quanto via via raccolto, portare avanti la raccolta di capitali parallelamente all’attività di investimento e soprattutto di negoziare le exit nei tempi che assicurano maggiori IRR. Liftt è focalizzata sulla crescita sostenibile del territorio attraverso il trasferimento di tecnologia dall’università all’industria e, dunque, dallo stadio di sviluppo dell’idea fino alla realizzazione di un prodotto innovativo.
Il Cda di LIFTT è composto da: Stefano Buono, Carla Patrizia Ferrari, Massimo Lapucci, Giuliana Mattiazzo, Giancarlo Rocchietti. Il Comitato Investimenti è formato da Buono, Ferrari, Michele Denegri, Niccolò Colussi, Adriano Marconetto, Claudio Rumazza. LIFTT finora ha esaminato circa 1.500 progetti, la cui selezione ha dato vita a 23 investimenti, per un totale di 16,2 milioni investiti e un valore di portafoglio di 17,6 milioni. Il tasso di selettività del venture capital è altissimo: solo il 2% dei progetti analizzati entra infatti nel portafoglio di investimenti. Ricordiamo che il 25 febbraio si chiuderà la prima call4startup lanciata da LIFTT a inizio mese (si veda altro articolo di BeBeez).
Gabriele Blei, amministratore delegato di Azimut Holding e presidente di Azimut Enterprises, ha spiegato: “Azimut è una realtà internazionale che ha tra i focus principali anche il sostegno all’innovazione in Italia. Abbiamo saputo costruire nel tempo una rete di competenze, servizi e prodotti in grado di accompagnare le aziende nel percorso di crescita generando ricadute positive anche sul territorio. La tecnologia non è solo leva di sviluppo digitale per le aziende. La visione di investimento del team di LIFTT è ancorata sull’innovazione industriale in senso più ampio, a partire dalle prime fasi di sviluppo. La prospettiva di supporto a progetti e team, anche in ottica di sviluppo manageriale e organizzativo, aggiunge valore agli investimenti finanziari, che si combina con le nostre diverse iniziative nell’economia reale e ci permetterà di dare ulteriore supporto alle tante startup e idee di successo e di valore che il nostro Paese sa esprimere”.
L’investimento in LIFTT rappresenta per Azimut un ulteriore passo a sostegno dello sviluppo di progetti innovativi e nuove imprese, in fase di seed ed early stage, dotati di alto valore di innovazione industriale. Un impegno che si inserisce nel più ampio progetto che il Gruppo sta portando avanti a supporto dell’economia reale. Il Gruppo Azimut, presente in 17 paesi, gestisce un patrimonio complessivo di oltre 81 miliardi di euro e da diversi anni è attivo nel settore degli investimenti alternativi dove oggi conta masse in gestione superiori a 4,6 miliardi di euro nei prodotti di private market, grazie a una offerta completa di fondi di private equity, private credit, venture capital e real asset. La società nel 2021 ha raddoppiato il peso dei private market sulle masse in gestione (si veda altro articolo di BeBeez).
La linea strategica di Azimut nasce dall’esigenza di offrire ai propri clienti l’accesso a ritorni superiori in un contesto di tassi estremamente bassi che negli ultimi anni hanno determinato nel risparmio gestito deflussi importanti e una fuga dei risparmi verso la liquidità. Allo stesso tempo, gli investimenti in economia reale hanno offerto rendimenti superiori degli investimenti in società quotate. Contemporaneamente Azimut ha clienti-imprenditori, che cercano finanza per le loro aziende, sia sul fronte di nuovi capitali sia sul fronte di nuovi finanziamenti, e chiedono di essere supportati nella ricerca. Da qui l’idea di una piattaforma integrata di prodotti e servizi dedicata a imprenditori e pmi da un lato e investitori e risparmiatori dall’altro e l’idea quindi di creare prodotti di investimento che permettano non solo ai clienti dotati di grandi patrimoni, ma anche ai normali risparmiatori, di dare finanza a queste imprese e godere degli alti rendimenti degli asset alternativi non quotati.
Non a caso il gruppo dal 2019 ha lanciato un programma di education importante sia per i suoi consulenti sia per i clienti, coronato anche dalla pubblicazione del libro “L’arte di fare impresa. Come e perché investire in economia reale”, a firma di Paolo Martini, amministratore delegato e direttore generale di Azimut Holding, a cui BeBeez, in qualità di partner editoriale, ha fornito un contributo importante in termini di dati e di coordinamento. Inoltre, Azimut Libera Impresa ha lanciato fondi di private capital sia riservati alla clientela istituzionale e professionale con la classica soglia minima dei 500 mila euro sia fondi dedicati alla clientela retail proprio con l’obiettivo di democratizzare gli investimenti in private asset, tanto da abbassare a soli 5 mila euro la soglia minima di investimento per alcuni dei prodotti lanciati.