In occasione dell’inizio della stagione estiva 2022, inaugurata la scorsa settimana, la piccola Atene ha dato appuntamento all’arte contemporanea con uno sguardo attento alla realizzazione di atmosfere: ogni galleria un progetto, un mondo e non solo una mostra.
Sempre più l’arte diventa evento, progetto: il mondo africano alla Galleria Giovanni Bonelli e LIS10 di Nicola Furini; la reinterpretazione dell’arte classica nella scelta della Galleria Barbara Paci con la scelta di un artista di Pietrasanta, Massimiliano Pelletti; da Marco e Lorenzo Poggiali, gli artisti di punta con i quali lavora la Galleria e la voglia di creare un punto di incontro attraverso l’arte tra appassionati; mentre Susanna Orlano con Wonderwall Un mondo possibile, mette in scena un racconto.
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(video di Giuseppe Joh Capozzolo)
Accanto a queste storie raccontate nel video, siamo entrati presso l’Accesso Galleria che espone sei artisti contemporanei internazionali durante il “8th Annual Season Opening”, la vetrina della galleria sui nuovi lavori degli artisti già rappresentati, e l’opportunità di proporre al pubblico un nuovo artista con il quale ha intrapreso una collaborazione. In galleria è allestita la personale dell’artista belga David Deweerdt, alla sua prima mostra in Italia. Allontanandosi dalla recente tendenza della galleria di esporre sculture, al Season Opening saranno presentati solamente dipinti e disegni. Questi lavori illustrano la narrativa formata dalle esperienze visuali e dalle emozioni di ogni autore.
Nonostante ogni artista abbia dei propri temi, storia e pratiche, il filo conduttore dell’esposizione è la loro costante evoluzione nella sperimentazione; ciò permette agli artisti, allo stesso tempo, di introdurre nuove tecniche nella loro arte, di rivisitarne di precedenti, o addirittura di combinare nuovi elementi per espandere la loro pratica artistica.
Sabatino Cersosimo, noto per i suoi dipinti a olio con ossidazioni su tavole d’acciaio, presenterà due dipinti su truciolato, un materiale che non usa da diversi anni, con rappresentazioni sono di figure singole in momenti solitari, personalmente introspettivi; David Deweerdt trasmette un suo particolare punto di vista sulla percezione degli altri esseri umani attraverso i suoi dipinti su PVC, un’esplorazione di numerosi dettagli che spesso rappresentano volti e corpi che offrono all’osservatore un assaggio delle loro stesse emozioni ed essenza; Luca Moscariello raffigura composizioni tridimensionali dipingendo su tavole di legno bidimensionali, creando così un inganno visivo; per questa mostra l’artista ha aumentato l’illusione tramite l’uso di colori monocromatici e una sorta di “doppia cornice”. Alex Rane ricerca complessità emotiva mentre graffia e sovrappone la matita alla vernice. In uno dei lavori esposti l’artista evolve la sua pratica artistica utilizzando un modello dal vivo invece di lavorare con la sua immaginazione; così facendo il dipinto è fondato sulla realtà e si avvicina al vero.
Amber Sena trae ispirazione per i suoi disegni su carta dalla sua grande passione per i diritti animali e recentemente si è dedicata alla rappresentazione di allevamenti di bestiame, in particolare di vitelli. L’artista presenterà un’installazione di cinque disegni. Tomas Watson è rinomato per il suo interesse nel rappresentare soggetti figurativi con l’utilizzo di luci e ombre, concentrandosi sui movimenti del corpo e dei muscoli. In questa mostra, tuttavia, l’artista espone dipinti a olio con scene di strada dai suoi dintorni in Grecia.
Paola Raffo Arte Contemporanea inaugura la stagione estiva con la mostra collettiva θάνατος αθάνατος – Solo la morte è immortale che presenta le opere di Jørgen Haugen Sørensen, Antonino Bove, Andrea Berni e, in anteprima nazionale, il documentario “Into the Night: Portraits of Life and Death” della regista candidata al Premio Oscar Helen Whitney. La mostra è un invito a una riflessione interiore, su quello che desideriamo veramente raggiungere, ma da cui troppo spesso ci allontaniamo e l’idea è che la fine sia solo una meta dopo una vita dove lo spazio e il tempo sono soggettivi, dove sono solo i nostri riflessi corporei a soggiacere a regole prestabilite che la nostra psiche può scardinare.
Jørgen Haugen Sørensen, scomparso recentemente, ha lavorato negli ultimi anni alla creazione di sculture in ceramica che rappresentano corpi umani quasi sempre nudi, grotteschi, deformati dalla sofferenza e dal dolore e afferrati dalla morte. Le opere sono modellate con un impulso quasi primordiale che lascia la materia non definita e piena di asprezze, utilizzando uno stile crudo e spesso brutale per raccontare la sua personale visione della condizione umana. Antonino Bove espone opere in materiali misti dove disegna un mondo futuribile, derivato dal superamento della natura attraverso la tecnologia. Egli intravede un’umanità immortale dalle facoltà e capacità cerebrali aumentate e dai sentimenti espansi, oggi a noi sconosciuti.
La ricerca artistica di Antonino Bove è un saggio poetico sull’energia insita nelle nostre cellule e come queste si modifichino e si trasformino dettate dagli stimoli della tecnologia. Come scrive Bruno Corà “l’immaginario artistico di Bove antesignano e originale interprete del pensiero post-umano, ha come obiettivo imprescindibile di impedire la degradazione cellulare, porre argine all’entropia”.
Andrea Berni presenta una grande opera nella quale si racchiude un piccolo spaccato del tempo che è passato, e dove al suo interno volti galleggianti e inconsapevoli instaurano rapporti cercando di essere ricordati. Un’installazione composta da decine di teste bianche in gesso dai volti consumati, distrutti, ridotte a nient’altro che ossa rappresentanti le sofferenze che le persone sono disposte a pagare per rimanere all’interno di questo gigantesco meccanismo. Personaggi che non hanno vissuto, figure eteree a cui la vita è scivolata tra le mani e dove solo un’ombra del loro passaggio è rimasta. Individui come parti di un inarrestabile congegno dall’obiettivo tutt’altro che umano. Una ricerca di purezza, di riscoperta dei tempi dell’umano vivere, di una rivoluzione-evoluzione che deve partire da ognuno di noi. Helen Whitney, scrittrice, produttrice e regista americana presenta il suo ultimo film Into the Night: Portraits of Life and Death, appena uscito negli Stati Uniti. Il film narrato da Sharon Stone è un’intima esplorazione sulla mortalità umana. Nove uomini e una donna per i quali la morte non è più un’astrazione lontana poiché ognuno di loro è rimasto colpito da accadimenti che lo hanno cambiato per sempre.
a cura di Ilaria Guidantoni