Fino al 30 settembre al Plaza Project Art Room Plaza e de Russie è di scena una mostra a cura di Claudio Composti sul tema della giostra, con la serie “Carousel” di Bruno Cattani, artista emiliano, classe 1964, con una lunga esperienza in Francia – vive e lavora a Reggio Emilia – un progetto che affonda le radici nelle memorie d’infanzia. In mostra una piccola esposizione di un viaggio internazionale che l’artista sta compiendo alla ricerca di giostre particolari a fronte di una settantina di opere già realizzate sul tema che nel corso del prossimo anno – questo il progetto – diventeranno anche materia di una pubblicazione. La mostra a Viareggio è nata dall’incontro e dalla collaborazione con il curatore da alcuni anni con il quale tra l’altro ha già realizzato un’esposizione sulla religione e cultura Voodoo nel 2019 a Pietrasanta e che conta di completare il gennaio 2023 in Congo, dopo la frattura rappresentata dalla pandemia. All’hotel Plaza sono esposte le due giostre più antiche di New York, rispettivamente del 1918 e 1921; una di Los Angeles dove una società recupera e restaura vecchie giostre per metterle in grandi mall a disposizione dei clienti, in linea con il gusto del restauro dei vecchi giocattoli molto diffuso negli Stati Uniti; una giostra è stata immortalata a Miami, un’altra ad Arles, una a Reggio Emilia,
Cesenatico e Roma. Tra quelle non in mostra alle quali è affezionato l’artista ci ha raccontato dello scatto realizzato alla giostra di fronte al Museo di Storia Naturale di Parigi dov’è ricostruita l’evoluzione degli animali, con un dialogo giocoso appunto con l’ambiente circostante, aspetto che interessa molto l’artista.
Risalendo il corso della storia, apprendiamo, come ci ha raccontato il curatore, che le prime giostre erano trainate da animali veri legati ad una corda e ruotanti attorno ad un palo. Tale utilizzo risale agli albori dell’agricoltura e serviva al doppio scopo di liberare i cereali dal loro involucro e per il divertimento dei bambini di casa. L’impiego unicamente per motivi di svago risale soltanto all’epoca dell’impero bizantino. Una sua versione, sotto forma di spettacolo militare, apparve in Italia alla fine del XVI secolo per sostituire i tornei, giudicati troppo violenti per poi divenire popolare in Francia con Enrico IV. La prima giostra ufficiale venne organizzata nel 1605. Con la rivoluzione delle macchine a vapore, i cavalli vennero sostituiti da riproduzioni in legno o altri materiali come la cartapesta. Le prime giostre apparvero in Europa nel 1860 e poi negli Stati Uniti. La giostra di Coney Island, che dà il nome alla serie di Cattani, “Carousel”,
venne costruita nel 1876 da Charles I. D. Looff, un ebanista danese, mentre la più antica giostra europea ancora in esercizio si trova a Praga nel parco Letna. Eppure, in realtà le giostre nacquero per divertire i grandi e avere un momento di fuga dalla realtà e dalla convenzionalità del quotidiano. Nelle società antiche i giochi assumevano anche carattere religioso e rituale. E in fondo, tale è rimasto l’atto di salire su una giostra, per fare una sorta di salto spazio temporale in una dimensione di gioco. Gesto che presuppone, come nel teatro, la sospensione del dubbio, che permette di crederci eroi di mondi immaginari. Così infatti scrive l’artista, ricordando la sua esperienza sulle giostre: «andavo a Pasqua, nei giardini pubblici della mia Reggio Emilia e subito diventavo un piccolo cavaliere, in groppa al destriero…oppure un super pilota, lanciato ai comandi di un improbabile bolide sperando che qui minuti sempre troppo brevi non terminassero mai. Con un senso di magia che oggi vedo riflesso negli occhi dei miei figli, incantati tra suoni e colori…». Come accennato, la serie dedicata alle giostre è all’interno del progetto sulle Memorie, iniziato quando in occasione della prima edizione del Festival della fotografia a Reggio Emilia, promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune, uno dei temi era la foto della propria città che l’artista ha interpretato nel senso della memoria, come
mostra l’elegante catalogo del 2010, Memorie, pubblicato da Danilo Montanari Editore Ravenna con testi poetici di Faezeh Mardani e introduzione di Sandro Parmiggiani.
Le giostre sono magici portali in cui trasformarsi per un istante nel proprio eroe del momento e i colori delle giostre si fanno più nitidi e vibranti mentre lo spazio intorno, volutamente sovraesposto, si fa stilizzato, quasi indistinto. “Cerco così di restituire – continua l’artista – tutto quello che per me rappresentano: il trasporto del desiderio, la gioia del gioco, l’estraniamento dalla realtà e la rassicurante, trasognata bellezza che sanno regalare a qualsiasi contesto urbano”, specie nella periferia (ndr). “In ognuno di essi c’è la storia di un bambino che fa un’esperienza destinata a smuovere qualcosa dentro di lui». O di un adulto che torna bambino, sognando, di giro in giro”. Entrate signori. Entrate! E lasciatevi bagnare dalla pioggia della vostra fantasia perché, come diceva lo scrittore Italo Calvino, “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”.
a cura di Ilaria Guidantoni