Il gruppo Tikedo spa, gruppo produttore di etichette autoadesive, sta cercando nuovi investitori, con Mediobanca come advisor finanziario. Lo ha scritto nei giorni scorsi Il Sole 24 Ore.
Il dossier sarà senza dubbio visionato dai fondi di private equity, considerando che Tikedo è infatti una realtà giovane ma già molto redditizia essendo tra l’altro attiva in Italia e Spagna, che ha chiuso il 2021 con 20,9 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 6,3 milioni e 18,2 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Quest’anno però, grazie alle ultime acquisizioni, il fatturato viaggia verso i 50 milioni di euro con circa 10 milioni di ebitda. Il gruppo è diventato, quindi, appetibile per fondi di private equity attivi sulle pmi, visto che il settore è ancora molto frammentato in Italia e all’estero.
Ricordiamo che Tikedo ha avuto origine nel novembre 2019, quando Tarì, la holding dell’imprenditore Riccardo Zannoni, ha ceduto Etichettificio LGL a Mistral Holding, holding costituita dal search fund Maestrale Capital, lanciato nel febbraio 2017 da Vito Giurazza, con un passato da executive director in JP Morgan nel dipartimento m&a e ha lavorato come consulente per Bain & Company. A scommettere sul fondo era stato un club deal di investitori privati che comprendeva Paolo Ainio (Banzai), Francesco Rossi Ferrini (JP Morgan), Sandro Mina (Relay Investments) e l’investitore tedesco in search fund Jürgen Rillin. Etichettificio LGL da allora è guidata da Vito Giurazza, nominato amministratore delegato (si veda altro articolo di BeBeez).
Successivamente, Etichettificio LGL ha comprato la concorrente Prisma nel dicembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) e poi nell’ottobre 2021 altre tre società del settore (le italiane, Sefran e Alfa, e la spagnola Adhegrafic), dando di fatto vita a un gruppo, appunto Tikedo, con sede a Santarcangelo di Romagna (Rimini), che oggi produce circa 4 miliardi di etichette all’anno (si veda altro articolo di BeBeez).