La Commissione Europea ha dato il via libera al piano dell’Italia per la cessione di determinati prestiti garantiti dallo Stato a una piattaforma di nuova costituzione gestita da AMCO, società specializzata nella gestione dei crediti deteriorati guidata da Marina Natale e partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (si veda qui il comunicato stampa della Commissione). La Commissione ha infatti riconosciuto che il trasferimento dei crediti alla piattaforma e la remunerazione dei servizi di AMCO saranno condotti a prezzi di mercato e quindi l’operazione non è classificabile come aiuto di Stato.
Il governo italiano aveva infatti notificato alla Commissione l’intenzione di autorizzare le banche a trasferire fuori bilancio circa 12 miliardi di euro sotto forma di due tipi di prestiti: quelli che beneficiano della garanzia statale approvata nell’aprile 2020 a norma del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato varato durante l’emergenza Covid-19, e altri non garantiti degli stessi debitori o di debitori a questi collegati.
Detto questo, ora il punto è capire se il governo in carica per gli affari correnti ha titolo di occuparsi della questione e varare il decreto necessario per rendere operativo il progetto oppure se questo non sarà possibile e quindi il progetto verrà messo in stand-by sino all’insediamento del nuovo governo dopo le elezioni del 25 settembre, dopodiché si vedrà che cosa ne penserà il nuovo inquilino del ministero dell’Economia.
In ogni caso, tornando al progetto AMCO, nella sua nota la Commissione spiega che il regime prevede che i prestiti siano prima trasferiti dalle banche alla piattaforma di AMCO e il loro prezzo si basi sulle offerte degli investitori privati. In cambio dei prestiti trasferiti, gli investitori, che possono essere anche le banche cedenti, riceveranno note asset-backed di cartolarizzazione. Se le banche cedenti decideranno di mantenere in portafoglio tutte le note, il prezzo di cessione dei crediti sarà concordato tra tutte le banche in modo che non vada a vantaggio di alcun portafoglio di prestiti. Il prezzo sarà inoltre verificato da un valutatore terzo indipendente.
Lo schema dell’operazione, elaborato da AMCO con il supporto dell’advisor finanziario UBS e dei legali dello studio Cappelli RCCD, prevede che il portafoglio di crediti da trasferire sia composto sia da posizioni in bonis (stage 1 e stage 2) sia da crediti deteriorati (ma solo past due e UTP) e che dopo questa prima tranche possano essere previsti conferimenti successivi. Le posizioni confluiranno in patrimoni separati della piattaforma in base al livello di garanzia mentre il financing sarà appunto affidato a cartolarizzazioni di cui le banche potranno detenere la tranche senior.
In ogni caso, AMCO non acquisterà nessuna delle note abs con il suo bilancio. AMCO sarà invece responsabile della loro gestione e delle procedure di recupero, per le quali si affiderà come d’uso a vari servicer privati. Inoltre AMCO potrà erogare nuova finanza ad alcune delle aziende debitrici in temporanea difficoltà, anche in pool con altri finanziatori privati. Infine AMCO potrà erogare finanziamenti a breve alla stessa piattaforma per coprire squilibri di cassa dovuti a mimatch temporali tra incassi dai prestiti e pagamenti delle cedole dei titoli.
La vicepresidente della Commissione UE, Margrethe Vestager, ha dichiarato: “Questo regime consentirà all’Italia di massimizzare il recupero dei prestiti, riducendo l’impatto delle garanzie statali esistenti sul bilancio nazionale e gli effetti sui mutuatari con buone prospettive di redditività”.
A proposito di prestiti garantiti dallo Stato, ricordiamo che SACE solo nei primi sei mesi di quest’anno ha garantito finanziamenti e assicurato contratti per circa 16 miliardi di euro a supporto della competitività delle imprese italiane grazie alle sue tre operatività, di cui ben 11 miliardi di euro sul mercato domestico a sostegno alla liquidità delle imprese italiane danneggiate dal Covid-19 attraverso Garanzia Italia (complessivamente. Dall’inizio dell’operatività ad aprile 2020 e fino al 30 giugno 2022, SACE ha garantito 42 miliardi di euro su circa 6.400 richieste ricevute, fornendo il massimo sostegno alle imprese per fronteggiare l’emergenza pandemica (si veda qui il comunicato stampa di Sace).
Quanto al Fondo di Garanzia pmi, nel periodo dal 17 marzo 2020 al 30 giugno 2022, le garanzie concesse a valere sulle misure emergenziali introdotte con i decreti Cura Italia e Liquidità sono state oltre 2,74 milioni per un importo finanziato pari a €252,9 miliardi di euro e un importo garantito pari a 200,2 miliardi (si veda qui il comunicato stampa).
Tornando ad AMCO, ricordiamo che ha chiuso il primo semestre del 2022 con 32,6 miliardi di euro di crediti deteriorati in gestione, di cui il 42% UTP e il resto NPL (si veda qui altro articolo Bebeez e qui la presentazione agli analisti). Il dato sugli asset in gestione salirebbe a 34,1 miliardi pro-forma, di cui 13,9 miliardi di UTP, relativi a oltre 42 mila imprese italiane, tenendo conto delle recenti acquisizioni del portafoglio leasing da 1,4miliardi e dei 120 milioni di euro di crediti single name ex Intesa Sanpaolo non ancora contabilizzati a bilancio (si veda altro articolo di BeBeez).
Inoltre, a inizio agosto AMCO ha sottoscritto altri due accordi: uno vincolante con UnipolRec spa per l’acquisto di un portafoglio di crediti in sofferenza da perfezionarsi entro la fine dell’anno del valore di circa 2,6 miliardi di euro lordi (si veda altro articolo di BeBeez), e uno con MPS, in virtù del quale AMCO si è impegnata ad acquistare sempre entro la fine del 2022 un portafoglio di 208 milioni di euro di crediti in sofferenza garantiti (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre all’inizio di agosto, AMCO ha vinto l’esclusiva insieme a Gardant (primario servicer di crediti deteriorati nel mercato italiano) nella negoziazione finalizzata a costituire una partnership strategica sulla gestione degli UTP e degli NPL del gruppo BPER Banca (si veda altro articolo di BeBeez).