di Alessandro Pietranera
Fabbrica Italiana Sintetici (FIS), gruppo con sede a Vicenza, leader in Italia e tra i primi in Europa nei principi attivi per l’industria farmaceutica, riscuote l’interesse dei grandi fondi di private equity, scrive Il Sole 24 Ore secondo il quale a studiare il dossier del gruppo fondato nel 1957 ad Alte di Montecchio Maggiore, alle porte di Vicenza,sono dei pezzi da novanta del private equity mondiale quali Carlyle, Permira, Bain Capital e Advent.
Attualmente FIS è controllata (attraverso Nine Trees Group spa) dalla famiglia Ferrari (imparentata con la famiglia Zambon). FIS produce oggi in tre stabilimenti in Italia, a Montecchio Maggiore (Vicenza), Termoli (Campobasso) e Lonigo (Vicenza), è attiva negli Stati Uniti attraverso FIS North America e in Giappone attraverso FIS Japan e con un ufficio di rappresentanza a Shanghai. Il gruppo impiega 1800 dipendenti, di cui 240 dedicate all’attività di ricerca e sviluppo, e ha chiuso il 2020 con ricavi netti per 498,6 milioni di euro, un ebitda di 22,3 milioni e un debito finanziario netto di 264,2 milioni (si veda qui l’analisi Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Ricordiamo che lo scorso luglio l’assemblea degli azionisti di FIS ha approvato il bilancio per il 2021, che riporta risultati in generale miglioramento dei principali indicatori economici rispetto al 2020, con ricavi e marginalità in crescita, trainati dall’ottima performance dei prodotti Custom (+23%) e dei principi attivi dedicati al mondo veterinario (+74%)(si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, i ricavi consolidati sono saliti a 562 milioni di euro (dai 491,6 milioni del 2020), di cui il 72% è stato registrato in Europa (di cui il 10% in Italia), il 15% in Nord America, il 12% in Asia e l’1% tra SudAmerica e Africa. Anche l’ebitda rettificato è cresciuto, raggiungendo quota 88,45 milioni (da 79 milioni), nonostante investimenti a loro volta in aumento a 48,9 milioni di euro (da 38 milioni). Il tutto con un debito finanziario netto passato da 216,3 milioni nel 2020 a 236,9 milioni nel 2021.
Quanto al primo scorcio del 2022, malgrado le difficoltà legate allo scenario macroeconomico, con i costi per l’energia aumentati del 14% nel primo trimestre dell’anno, FIS ha proseguito la propria crescita anche nel primo trimestre 2022. I ricavi sono stati infatti circa 117 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel 2021 sono aumentati anche gli investimenti effettuati per avviare il progetto di potenziamento produttivo di principi attivi a rischio discontinuità nella fornitura, quali i benzofenoni, attraverso un percorso di reshoring che interesserà lo stabilimento di Lonigo. Anche a fronte dei progetti di sviluppo del business, inclusi nel Piano Strategico approvato a fine 2021, il numero dei dipendenti è cresciuto fino a raggiungere una quota di 1920 dipendenti, con ulteriori 65 nuove assunzioni già registrate nei primi tre mesi del 2022.
I buoni risultati del 2021 hanno consentito al gruppo di rifinanziare parte del debito in essere con l’emissione di un sustainability-linked bond senior secured da 350 milioni di euro con scadenza agosto 2027 e cedola del 5,625%. I bond quotati al Luxembourg Stock Exchange rispettano il sustainability framework firmato lo scorso dicembre 2021 dal gruppo. Contestualmente, FIS ha anche sottoscritto un contratto di finanziamento su base revolving da 50 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa).
Il debito precedente includeva una serie di bond emessi in precedenza. Nel gennaio 2018, infatti, FIS aveva emesso un bond senior unsecured da 50 milioni di euro a scadenza gennaio 2028 che era stato interamente sottoscritto da Pricoa Private Capital, società del gruppo assicurativo statunitense Prudential Financial Inc. Contestualmente, Pricoa aveva sottoscritto con FIS un programma cosiddetto “Shelf Facility” per la possibile futura emissione di nuovi prestiti obbligazionari per un ammontare complessivo (incluso questo primo bond) pari a un equivalente di 125 milioni di dollari (si veda qui il comunicato stampa). Mentre nell’ottobre 2017 FIS aveva emesso un prestito obbligazionario da 50 milioni di euro, che era stato tutto sottoscritto da Cassa Depositi e Prestiti (si veda altro articolo di BeBeez). L’emissione, in scadenza nell’ottobre 2024, offre una cedola del 2,747% ed è quotata sul Third Market della Borsa di Vienna. Nella struttura del debito del gruppo ci sono poi anche linee di factoring e reverse factoring, come quelle erogate lo scorso anno da illimity per un totale di 44 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
FIS con i proventi dell’offerta ha anche provveduto a una distribuzione alla società controllante dell’azienda, i cui proventi hanno a loro volta contribuito as estinguere anticipatamente una porzione dell’indebitamento della stessa.