In un mercato che ha visto lo stock di esposizioni in sofferenza nei libri delle banche italiane ha raggiungere i valori più bassi degli ultimi 15 anni a 68 miliardi di euro a giugno 2022 (si veda altro articolo di BeBeez), nel primo semestre 2022 doValue conferma lo status di servicer più importante in Italia, sia per quanto riguarda le masse gestite (74,1 miliardi di cui 72,9 di bad loans e 1,7 miliardi di altri crediti deteriorati come UTP e crediti scaduti) sia per il margine finanziario netto pari a 271,2 milioni. Lo calcola PwC nel suo report semestrale sul settore (si veda qui l’intero report), che certifica AMCO come il servicer con il maggior volume di Stage 2 (14 miliardi) sui 32,6 miliardi in gestione totali e con profit before tax più alto con 90,6 milioni su un margine netto di 150,2 milioni, mentre al secondo posto per asset in gestione c’è Intrum Italy, con 37,9 miliardi di masse tutti di sofferenze.
Dati che confermano quato registrato dalla stessa Pwc nel suo report per il 2021 (si veda altro articolo di BeBeez) quando doValue era in cima alla classifica per masse gestite con 75,2 miliardi di euro, di cui 73,2 di bad loans e 2 miliardi di altri crediti deteriorati come UTP e crediti scaduti; mentre era AMCO a detenere il maggior volume di Stage 2 (13, 8 miliardi) sui 32,5 miliardi in gestione totali; e al secondo posto per asset in gestione c’era sempre Intrum Italy, con 37,1 miliardi di masse tutti di sofferenze.
Nel 2021, poi Gardant, AZ Info&Collection & La Scala Service e GMA avevano registrato una redditività, che dipende dalla capacità di recupero dei crediti in gestione, pari al 100%. Un numero non ancora disponibile per i primi sei mesi 2022, ma che nel 2021 ha visto margini operativi molto elevati anche per Guber (65%), AMCO (61%), Banca Finint – Divisione Securitisation (58%) e Prelios (57%).
Restringendo il campo ai soli UTP, il report di PwC mette in luce che il periodo gennaio giugno di quest’anno si è rivelato “un punto di svolta”, con gli UTP che sono passati da 126,8 miliardi di euro nel 2015 agli attuali 36,5 miliardi di euro, confermando quindi la tendenza positiva al ribasso osservata per i crediti deteriorati. E a proposito di UTP, al 30 giugno AMCO e Prelios continuano a guidare la classifica dei servicer del debito specializzati, con una combinazione di competenze sia corporate sia retail e un AuM rispettivamente di 10,3 miliardi e 9,3 miliardi. Secondo PwC l’attività dei servicersugli UTP aumenta di pari passo al fatto che gli investitori stanno dimostrando “un crescente appetito per questa asset class”.
Del totale di 35,6 miliardi di euro di UTP ancora sui libri delle banche a fine giugno, 33,1 miliardi di euro appartengono alle prime 10 banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, BPER Banca, Credito Emiliano, Banca Monte dei Paschi di Siena, Crédit Agricole Italia, Banca Nazionale del Lavoro, Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca), le quali hanno ridotto il rapporto UTP lordo medio dal 2,7% di fine 2021 al 2,5% nel primo semestre del 2022 (-9,6%). In dettaglio, UniCredit è la banca italiana con il più alto ammontare di stock di UTP (9,8 miliardi di euro nel primo semestre del 2022), sebbene insieme a BPM sono le banche italiane che mostrano la più forte diminuzione dello stock di crediti inesigibili con una riduzione rispettivamente del 16,9% e del 17,5%. D’altra parte, BPER e CREDEM sono le uniche due banche che mostrano un aumento dello stock di UtP, rispettivamente del +3,2% e del +1,9%.
“Riteniamo che il settore della gestione del credito sia un settore in crescita a lungo termine. Tuttavia, questa crescita deve essere supportata da nuove direzioni: i) nuove classi di attività da gestire: non solo crediti in sofferenza, ma anche UtP, arretrati precoci per muoversi lungo la catena del valore verso i crediti in bonis, ii) l’espansione dei servizi offerti alle banche e agli investitori: non solo il recupero crediti, ma anche le attività accessorie (ad es. l’ampliamento dei servizi offerti a banche e investitori: non solo recupero crediti ma anche attività accessorie (es. valorizzazione di immobili, dati, attività legali e amministrative)”, ha commentato Manuela Franchi, Group CFO e Direttore Generale Funzioni Aziendali di doValue.