Intrum Italy, controllata al 51% dall’omonimo gruppo con sede a Stoccolma, leader europeo del credit management, e per il restante 49% da Intesa Sanpaolo, ha sottoscritto un accordo di servicing con AMCO, asset management company specializzata nella gestione dei crediti deteriorati, controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per la gestione di un portafoglio da 500 milioni di euro di crediti distressed derivanti da contratti di leasing, principalmente verso clientela corporate, con sottostante di natura per lo più immobiliare. Contestualmente Intrum ha anche annunciato il closing dell’acquisizione di un portafoglio di NPL leasing da 570 milioni di euro lordi ceduti da Intesa Sanpaolo (si veda qui il comunicato stampa).
Alberto Marone, ceo di Intrum in Italia, ha dichiarato: “Con questa operazione, preceduta nelle scorse settimane dall’acquisto di un altro portafoglio di crediti leasing del valore di circa 570 milioni di euro originati dal Gruppo Intesa Sanpaolo, Intrum Italy rafforza ulteriormente la propria piattaforma di gestione dei crediti derivanti da leasing, con masse complessive a oggi pari a quasi 3 miliardi in questa asset class, continuando a differenziare e ampliare il proprio portafoglio clienti in questo ambito”.
Ricordiamo che lo scorso ottobre Intrum aveva effettuato un’operazione simile a quella siglata ora con AMCO, anche se con un altro istituto, sottoscrivendo un accordo di servicing della durata massima di cinque anni con Crédit Agricole Italia. In quel caso l’accordo prevedeva l’outsourcing integrale e in esclusiva a Intrum Italy della gestione di uno stock iniziale di crediti problematici derivanti da mutui residenziali e prestiti a imprese pari circa 400 milioni di euro (si veda altro articolo diBeBeez). Ad agosto, invece, aveva acquisito da Banca Monte dei Paschi di Siena un portafoglio di sofferenze unsecured per 365,9 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez), composto per l’80% da crediti verso piccole-medie imprese italiane e per il 20% da crediti verso privati, per circa 7mila posizioni concentrate nel Nord e Centro Italia.
Intrum è il maggiore operatore mondiale del credit servicing, nato nel giugno del 2017 dall’unione della norvegese Lindorff (controllata da Nordic Capital) e della svedese Intrum Justitia (si veda altro articolo di BeBeez). Intrum Italy, che è guidata da Alberto Marone (ex UBS a Londra), è nata invece nel 2018 dall’integrazione delle attività di recupero crediti e dei team di asset class specialist di Intesa Sanpaolo, con circa 600 dipendenti della direzione recupero crediti della banca e dei team operativi di leasing & Reoco, che sono confluiti nella jv, a valle dell’accordo in base al quale Intesa Sanpaolo ha anche ceduto un portafoglio di Npl da 10,8 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2019 Intrum Italy ha anche integrato le attività di CAF, servicer romano che era stato acquisito da Intrum nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez.
Nel settembre 2021, Massimo Della Ragioneè diventato vice-presidente di Intrum Italy dopo aver lasciato il suo ruolo di co-head di Goldman Sachs in Italia (si veda altro articolo diBeBeez). Tra i punti di forza della divisione italiana di Intrum c’è il fintech, ambito sempre più presente nel supporto del settore di gestione dei crediti deteriorati (si veda in proposito qui il video del webinar Assofintech, in collaborazione con BeBeez, dello scorso giugno), che ha giocato un ruolo determinante nel coinvolgimento di Della Ragione nel management della società.
Oggi, Intrum Italy conta circa mille collaboratori, tra interni ed esterni e, a fine giugno scorso, deteneva 37,9 miliardi di euro di masse di sofferenze in gestione stando a quanto calcolato da PwC nel suo report semestrale sul settore (si veda qui classifica PwC disponibile come Insight View di BeBeez per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Nella classifica generale, Intrum Italy è posizionato alle spalle di doValue, che si è confermato ancora come il servicer più importante in Italia, sia per quanto riguarda le masse gestite (74,1 miliardi di cui 72,9 di bad loans e 1,7 miliardi di altri crediti deteriorati come UTP e crediti scaduti), sia per il margine finanziario netto pari a 271,2 milioni. In base allo stesso report, AMCO è risultato come il servicer con il maggior volume di Stage 2 (14 miliardi) sui 32,6 miliardi in gestione totali e con profit before tax più alto con 90,6 milioni su un margine netto di 150,2 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto ad AMCO, guidata da Marina Natale, ricordiamo che lo scorso dicembre ha approvato il Piano Strategico 2025 denominato made in AMCO, che prevede, tra l’altro, acquisti di nuovi portafogli per 7,5 miliardi di euro, bilanciati tra NPL e UTP, oltre al lancio di nuovi progetti con partner strategici per rispondere ai nuovi scenari di mercato (si veda altro articolo di BeBeez e qui la presentazione agli investitori).
Gli acquisti saranno ovviamente agevolati dall’esclusiva vinta all’inizio di agosto, insieme a Gardant (primario servicer di crediti deteriorati nel mercato italiano), per dare vita a una partnership strategica sulla gestione degli UTP e degli NPL del gruppo BPER Banca (si veda altro articolo di BeBeez).