Il pallone della Serie A rotola su un binario sottile che interseca la via delle banche internazionali con quella dei fondi di private equity, sullo sfondo dell’ostruzionismo dei club poco inclini a perdere il controllo economico sul tesoretto dei diritti tv. Oggi le 20 società della massima competizione italiana di calcio si riuniranno in assemblea per decidere la strada da seguire (si veda qui il comunicato stampa sull’ordine del giorno).
Secondo quanto riportato dalla Reuters, che cita un documento preparatorio all’incontro, soltanto se verrà scelto di procedere con una delle direzioni già tracciate, Serie A incaricherà un advisor per organizzare un beauty contest e raccogliere le proposte delle istituzioni finanziarie per il modello prescelto.
Ma quali sono davvero le opzioni possibili? Stando al documento menzionato, i modelli proposti dagli investitori sono essenzialmente tre: maxi-finanziamento delle grandi banche finalizzate soprattutto ad agevolare la realizzazione del canale tv della Lega; progetti dei fondi di private equity che intendono entrare nell’azionariato della Lega con un cambio di governance; e, infine, una strada intermedia rappresentata da un mix tra finanziamento ed equity.
Sul fronte dei private equity ricordiamo che lo scorso ottobre erano arrivate sul tavolo della Lega manifestazioni di interesse da parte del fondo Searchlight e di un consorzio di fondi formato da Carlyle, Apax e Three Hills, ma c’è da scommettere che non sono stati i soli, visto che gli anni scorsi la lista era stata lunga e che i pretendenti non erano stati limitati ai soli fondi di private equity, ma si erano palesati anche fondi di private debt (si veda altro articolo di BeBeez). Il tutto dopo che nel 2021 il progetto di una media company sposato dall’ex presidente Paolo Dal Pino era andato in soffitta a causa dell’opposizione di una serie di club (si veda altro articolo di BeBeez).
La linea dura della maggioranza dei club italiani, però, è tutt’altro che tramontata. I club sono infatti contrari su più fronti soprattutto all’approdo dei fondi di private equity in Lega. Oltre a De Laurentiis e Lotito (presidenti di Napoli e Lazio), sarebbero sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente del Torino, Urbano Cairo e, quasi a sorpresa, Gerry Cardinale, fondatore lui stesso di un fondo (RedBird) con cui ha acquistato il Milan (si veda altro articolo di BeBeez), ma che in questo caso sostiene che sarebbe meglio se i fondi di private equity “carichi di capitali ma senza piani industriali” restassero lontani dal nostro calcio.
La contrarietà dei club ai fondi internazionali aveva del resto, come detto, già fatto affondare nel 2021 il progetto che avrebbe dovuto portare ad un’alleanza con i fondi di private equity, creando una media company a cui trasferire i diritti tv e di cui i fondi CVC, Advent e FSI avrebbero preso il 10% per 1,7 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).