![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2021/02/Paolo-Dal-Pino.jpg)
E’ stata una settimana intensa quella che si è appena conclusa per il calcio europeo, ma per quello italiano in particolare. Non solo perché in pochi giorni tre delle principali squadre di Serie A si sono trovate tra i protagonisti dell’ascesa e del crollo del progetto della Superlega europea inviso alla UEFA (si veda altro articolo di BeBeez), crollo solo temporaneo però a sentire il presidente del Real Madrid, Florentino Perez (si veda qui la BBC) e crollo dietro il quale la finanza araba ha avuto un peso non indifferente (si veda questa interessante analisi di Italia Oggi).
La settimana del calcio italiano stata intensa anche perché il fatto di aver partecipato al progetto Superlega sembrerebbe essere stato il principale motivo per cui Inter e Juventus hanno sempre cercato di opporsi al piano del presidente di Lega Calcio Serie A, Paolo Dal PIno, di allearsi con i fondi di private equity, creando una media company a cui trasferire i diritti tv e di cui i fondi CVC, Advent e FSI avrebbero preso il 10% per 1,7 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). E ora che anche quel progetto sembra ormai saltato, Dal Pino ha lanciato accuse pesanti a Inter e Juventus. Il tutto mentre l’Inter pare finalmente avviarsi verso la risoluzione dei suo problemi finanziari.
Sul fronte Superlega, in occasione dell’Assemblea della Lega Calcio Serie A lo scorso venerdì 23 aprile, Dal Pino ha sostenuto Inter e Juventus avessero sempre remato contro al progetto della Lega con i fondi perché nella realtà lavoravano per abbracciare il progetto Superlega. Nel mirino, in particolare, c’è il presidente bianconero Andrea Agnelli, che faceva parte anche della commissione interna per portare avanti la trattativa con i private equity e che contestualmente è stato nominato vicepresidente della Superlega. Dal Pino nella sua invettiva non ha citato il Milan, seppure anche la squadra rossonera abbia aderito alla Superlega, perché il Milan nella realtà non ha mai osteggiato Dal Pino e non fa parte del gruppo dei 7 club che a metà aprile (oltre a Juve e Inter, anche Napoli, Fiorentina, Lazio, Verona e Atalanta, si veda altro articolo di BeBeez) ha rimproverato a Dal Pino i mesi di ritardo sull’assegnazione dei pacchetti di diritti a Dazn a causa di una presunta volontà di condizionare la procedura d’assegnazione, spingendo invece per l’intesa con i fondi. Per contro, gli altri 13 club sono sempre stati favorevoli all’offerta dei fondi.
Intanto lo scorso sabato 24 aprile ben undici club su venti (Roma, Torino, Bologna, Parma, Genoa, Cagliari, Sampdoria, Sassuolo, Spezia, Benevento e Crotone) hanno preparato una lettera a Dal Pino in cui chiedono la convocazione “di un’assemblea d’urgenza per analizzare i gravi atti posti in essere dai club associati Juventus, Inter e Milan e dai loro amministratori, e le relative conseguenze”. E aggiungono: “I succitati club infatti hanno sviluppato e sottoscritto il progetto della Superlega agendo di nascosto dalle altre associate e dai massimi organi istituzionali del nostro sport, ad evidente e grave danno dell’intera Lega e del complessivo sistema del calcio italiano”. E in conclusione: “A oggi, inoltre, le stesse non hanno ancora comunicato formalmente il ritiro dallo stesso progetto, con l’evidenza di un possibile e inaccettabile riavvio della sua creazione”. Le firmatarie chiedono spiegazioni e sanzioni, e ovviamente che le tre formalizzino l’uscita di scena dal torneo alternativo (si veda qui La Gazzetta dello Sport).
Quanto all’Inter, il presidente della squadra nerorazzura, Steven Zhang, è atteso a Milano tra giovedì 29 e venerdì 30 aprile, dopo mesi in Cina, e dovrebbe appunto portare con sè la firma dell’accordo per un finanziamento da 250 milioni di euro che dovrebbe arrivare da Oaktree Capital Management (si veda qui Bloomberg) oppure da Bain Capital Credit. E’ stato fatto anche il nome di King Street, sinora al controllo del Bordeaux appena finito in amministrazione controllata, perché il fondo non ha più intenzione di metterci capitali (si veda qui France Football). E ancora è ricomparso il nome di Fortress. In ogni caso per l’accordo sull’Inter al momento si parla ormai solo di una soluzione sul fronte del debito e non più su quello dell’equity, quindi sarebbero state accantonate del tutto le trattative con BC Partners e con tutta la schiera di altri investitori che negli ultimi mesi avrebbero studiato il dossier (si veda altro articolo di BeBeez): una Spac americana attualmente in raccolta, il fondo svedese EQT, gli americani Arctos Sports Partners e Ares Management Corporation; il fondo sovrano di Singapore, Temasek Holdings; il Public Investment Fund (PIF) of Saudi Arabia, fondo sovrano con circa 400 miliardi di dollari di asset in gestione; Mubadala, uno dei fondi sovrani di Abu Dhabi.
Uno dei principali timori degli investitori pare essere l’affidabilità degli sponsor cinesi. Non tanto perché potrebbero non essere solventi, ma perché non è chiaro infatti quanto quegli sponsor che hanno sostenuto la squadra negli anni passati lo farebbero ancora in caso di cambio di proprietà. Sul tema, circola un’analisi di un banker della City londinese che ha fatto da advisor a una cordata di potenziali acquirenti del club nerazzurro che sottolinea che il flusso di entrate “da sponsor regionali” è stato complessivamente di 297 milioni di euro da quando Suning per le stagioni 2016-17, 2017-18 e 2018-19, cioé da quanto Suning ha comprato l’Inter, pari al 27% del totale di 1,082 miliardi di euro dei ricavi nel triennio, includendo anche le plusvalenze da cessioni nel calciomercato (si veda qui AffariItaliani). Il report, peraltro, mette in dubbio la regolarità di questo approccio, ma in realtà il bilanci dell’Inter sono stati certificati e passati al vaglio della Uefa che deve validare i bilanci prima di rilasciare il via libera per l’iscrizione alle coppe. Il punto, quindi, non è tanto la validità di quei conti, quanto il fatto che in futuro quei flussi possano continuare a esistere. Da qui il prevalere dell’opzione debito.
I capitali del finanziamento potranno servire sia ad acquistare la quota del 31% dell’Inter in mano a Lion Rock, valutata 166 milioni, sia a supportare le esigenze di cassa della squadra. Ricordiamo, infatti, che nel semestre che si è chiuso il 31 dicembre 2020 l’Inter ha registrato una perdita di 62,7 milioni di euro, al confronto di una perdita di 32,7 milioni nello stesso periodo del precedente esercizio fiscale (si veda altro articolo di BeBeez), dopo che il bilancio al 30 giugno 2020 si era a sua volta chiuso con una perdita che è stata “solo” di 100 milioni grazie alla plusvalenza incassata per la vendita di Mauro Icardi (si veda altro articolo di BeBeez). Il tutto senza dimenticare che a dicembre 2022 andrà rifinanziato il bond da 375 milioni quotato alla Borsa del Lussemburgo in scadenza.