Chiesi Farmaceutici spa, gruppo biofarmaceutico parmense orientato alla ricerca, ha rilevato l’azienda irlandese Amryt Pharma plc, attiva nel suo stesso comparto con un focus particolare sull’acquisizione, sullo sviluppo e sulla commercializzazione di trattamenti innovativi per contribuire a migliorare la vita dei pazienti con malattie rare e orfane (si veda qui il comunicato stampa di Chiesi Farmaceutica e qui quello di Amryt Pharma), ambito in cui il gruppo Chiesi è già attivo sia attraverso una business unit dedicata sia con il fondo di venture capital Chiesi Ventures lanciato nel 2014 (si veda altro articolo di BeBeez).
Stando a quanto si apprende da La Repubblica, parte del corrispettivo dell’acquisizione, pari a 700 milioni di euro, è stato finanziato con un prestito sindacato in cui Bnp Paribas e Crédit Agricole hanno agito come global coordinator ed esg structuring bank, affiancate da Bper Banca e Deutsche Bank, con cui hanno condiviso il ruolo di mandated lead arrangers (a Crédit Agricole è stato assegnato anche l’incarico di banca agente).
Le banche finanziatrici sono state assistite da Clifford Chance, mentre Chiesi Farmaceutici è stato affiancato da Baker & McKenzie.
Con sede principale a Dublino, Amryt è guidata dal suo fondatore Joseph Wiley e commercializza principalmente tre prodotti per malattie orfane, come la metreleptina (Myalept/ Myalepta); la lomitapide (Juxtapid/ Lojuxta) e l’octreotide orale (Mycapssa). Myalept è approvato negli Stati Uniti come coadiuvante della dieta come terapia sostitutiva per trattare la carenza di leptina nei pazienti con lipodistrofia generalizzata (GL) congenita o acquisita. Juxtapid è approvato come coadiuvante di una dieta a basso contenuto di grassi e di altri prodotti medicinali per la riduzione dei lipidi negli adulti affetti dal raro disturbo del colesterolo, l’ipercolesterolemia familiare omozigote (HoFH), mentre Mycapssa è una combinazione di octreotide acetato ed eccipienti, chiamati collettivamente Transient Permeability Enhancer (TPE). Oleogel-S10 (Filsuvez) è invece un trattamento per le manifestazioni cutanee dell’epidermolisi bollosa giunzionale e distrofica.
Giacomo Chiesi, head of Chiesi Global Rare Diseases, ha commentato: “Siamo entusiasti di accogliere la famiglia Amryt nella nostra azienda con un’acquisizione che dimostra il nostro impegno nei confronti delle malattie rare, in linea con la strategia di crescita attraverso partnership, che vanno oltre la ricerca e lo sviluppo interni. Amryt conta su una pipeline di prodotti unici e clinicamente differenziati e su altri farmaci promettenti e Chiesi, in qualità di società benefit certificata B Corp, dispone di un modello sostenibile e incentrato sul paziente per rendere questi trattamenti disponibili a un numero ancora maggiore di pazienti che ne hanno bisogno. Da oggi, uniamo ufficialmente le nostre forze per portare speranza alle persone che ne hanno bisogno e guardiamo con fiducia a questo nuovo capitolo del nostro percorso comune”.
Giuseppe Accogli, ceo del Gruppo Chiesi, ha aggiunto: “Questa acquisizione rispecchia l’impegno del gruppo Chiesi nei confronti dei pazienti. Chiesi si adopera per creare un mondo in cui sia normale avere una terapia per tutte le malattie e agisce come una forza positiva per la società e il pianeta. Il team di Amryt Pharma ha fornito trattamenti innovativi a pazienti affetti da malattie rare con importanti esigenze mediche insoddisfatte. Unendo forze e competenze saremo in grado di far crescere le nostre capacità e di rafforzare ulteriormente la nostra posizione per produrre effetti positivi sui pazienti con malattie rare”.
Chiesi Global Rare Diseases è una business unit del gruppo Chiesi Farmaceutici nata per offrire terapie e soluzioni innovative alle persone affette da malattie rare. Il suo obiettivo è quello di garantire la parità di accesso, in modo che il maggior numero possibile di persone possa vivere una vita più soddisfacente, collaborando con le comunità che si occupano di malattie rare in tutto il mondo, per dare voce alle persone non adeguatamente coperte dai sistemi sanitari.
Il gruppo Chiesi, che vanta oltre 85 anni di esperienza, opera in 31 Paesi e conta oltre 6.500 collaboratori. Il Centro Ricerche di Parma collabora con altri sei importanti poli di R&S in Francia, Stati Uniti, Canada, Cina, Regno Unito, e Svezia. Nel 2021, Chiesi ha fatturato 2,4 miliardi di euro, l’ebitda è stato di 761,5 milioni e la liquidità netta pari a 428,2 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).