È ufficiale. Fimer produttore di inverter fotovoltaici e di soluzioni di ricarica per i veicoli elettrici, passerà a McLaren Applied, leader nelle soluzioni ingegneristiche e tecnologiche avanzate, controllata dal fondo britannico Greybull Capital, che l’ha rilevata nell’agosto 2021 dal gruppo automobilistico McLaren. L’offerta vincolante, che stata accettata dal consiglio di amministrazione di Fimer, assicura alla società un sostegno finanziario di 50 milioni di euro, una parte dei quali sarà resa disponibile appena possibile per sostenere le attività di Fimer durante l’anno in corso (si veda qui il comunicato stampa).
Che la lunga vicenda si stesse concludendo in questo senso era atteso da qualche giorno (si veda altro articolo di BeBeez). Mercoledì 3 maggio è stata confermata la scelta delll’acquirente davanti al Tribunale di Arezzo, che aveva ammesso a settembre 2022 la società alla procedura di concordato in continuità diretta (si veda altro articolo di BeBeez) e che ha pertanto chiuso il procedimento di revoca del medesimo concordato, ipotizzato dopo un recente contenzioso tra il cda uscente e la proprietà.
Ricordiamo, infatti, che Il vecchio consiglio di amministrazione, composto da Claudio Roberto Calabi, Francesco Di Giovanni e Alvise Deganello, aveva infatti accettato oltre un mese fa l’offerta vincolante di Greybull Capital e McLaren, mentre la famiglia Cazzaniga avrebbe voluto accogliere quella del family office paneuropeo Clementy, presentata a fine marzo. Tuttavia a fine aprile Clementy ha ritirato l’offerta, che era di 95 milioni di euro, lamentando varie inadempienze degli azionisti di Fimer, che in particolare non hanno emesso le azioni necessarie per l’investimento di Clementy (si veda qui il comunicato stampa di allora).
A quel punto si è aperta la strada per McLaren Applied.ì Venerdì scorso il cda ha formalizzato l’accordo con gli investitori britannici e l’assemblea dei soci il 1° maggio ha approvato la scelta, nominando un nuovo board, formato da Giovanni Varriale (presidente), Pierre Brochet e Luca Bertazzini. Al fine di sostenere Fimer con effetto immediato, Greybull supporterà inoltre il team di management di Fimer con la nomina di Sam Hancock quale Chief Restructuring Officer.
Fimer sinora faceva capo alla famiglia Cazzaniga, in particolare ad Ambrogio Cazzaniga, alla moglie Maria Susanna Sottocorno e al figlio Filippo Cazzaniga. Padre e figlio possiedono quasi l’intero controllo attraverso il veicolo lussemburghese Fintechno TLC International sa, mentre la madre detiene direttamente il restante 9,7% del capitale di Fimer. La famiglia nella terza settimana di aprile ha deciso di sollevare il vecchio cda e nominarne uno con quattro membri, tra i quali gli stessi Varriale e Bertazzini.
Adesso le parti dovranno redigere una prima versione del piano industriale entro le prossime due settimane. La revisione del piano concordatario a seguito dell’ingresso dei nuovi soci dovrà completarsi entro 30-40 giorni. I tre commissari giudiziali, ovvero Carlo Cardini, Katiuscia Perna e Giuliano Bianchi, dovranno poi redigere la loro relazione. L’adunanza dei creditori è stata fissata al 19 ottobre, ma l’obiettivo è quello di anticiparla. L’advisor legale di Fimer è lo Studio Legale Gatteschi di Arezzo, mentre quello finanziario è Kpmg. L’advisor legale di Greybull Capital-McLaren Applied è lo studio Gianni & Origoni.
Nick Fry, Presidente di McLaren Applied, ha commentato: “Siamo soddisfatti che la nostra offerta vincolante per l’acquisizione di Fimer sia stata accettata. Fimer ha una posizione di leadership sul mercato e un’impronta industriale consolidata nella progettazione e produzione di inverter. Soprattutto, Fimer dispone di risorse umane di grande talento e impegno, che rappresentano la sua risorsa più importante, proprio come cultura e ambizione del nostro team in McLaren Applied. In entrambe le aziende ravvisiamo molte aree di sviluppo complementari e, quindi, un entusiasmante futuro per Fimer”
Marc Meyohas, managing partner di Greybull Capital, ha detto: “Crediamo che la collaborazione tra Fimer e McLaren Applied rappresenti una combinazione senza precedenti e con un alto potenziale. Siamo entusiasti di questo investimento e non vediamo l’ora di sostenere McLaren Applied e Fimer nello sviluppo della transizione verso l’elettrificazione.”
Giovanni Varriale, presidente di Fimer, ha aggiunto: “Sono lieto che McLaren Applied e Greybull si siano impegnate a investire e acquisire Fimer. L’offerta presentata da McLaren Applied e Greybull, rafforzata attraverso la nomina di Sam Hancock a Chief Restructuring Officer, si inserisce perfettamente nell’ambito dell’impegno del Consiglio di Amministrazione a sostenere l’azienda nel suo pieno recupero dalle difficoltà finanziarie incontrate nel recente passato”.
Antonio Verdi, coo di Fimer, ha concluso: “Siamo lieti che il futuro di Fimer sia stato messo al sicuro, non solo preservando numerosi posti di lavoro, ma permettendo altresì di sempre di più una transizione “green” attraverso la produzione di energia solare. McLaren Applied è un partner ideale per affrontare queste sfide e non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con i nostri nuovi colleghi.”
Fimer è entrata in tensione finanziaria in seguito all’acquisizione, all’inizio di marzo del 2020, della divisione di inverter solari del colosso svizzero ABB, affare che aveva dato vita al quarto produttore al mondo di inverter e che le ha consentito di arrivare ad avere una presenza in oltre venti Paesi, circa 1.100 dipendenti (oggi mille) e uno stabilimento a Bangalore, in India (si veda qui il comunicato stampa dell’epoca). Fino ad allora vantava nell’ambito del fotovoltaico clienti come Enel Green Power, Eni, Edf, Engie e Iberdrola. Fimer è attiva anche nella mobilità elettrica con la costruzione di colonnine per Engie, Enel X, Eni e Stellantis tramite Free2Move, quest’ultimo cliente perso di recente assieme ad altri.
L’azienda aveva prospettive di crescita tali da prendere in considerazione anni fa la possibilità di quotarsi a Piazza Affari. Prima della pandemia (nel 2019) Fimer fatturava oltre 281 milioni di euro, scesi a meno di 150 milioni nel 2020, anche se aveva un ebitda negativo per quasi 27 milioni, un rosso diventato però di 89 milioni l’esercizio seguente, erodendo il patrimonio netto fino a farlo diventare negativo per 55 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il problema sarebbe stato anche l’eccessiva dimensione della società acquisita rispetto a quella dell’acquirente. Infatti nel 2019 i ricavi di Power One Italy, la divisione italiana ceduta da ABB (per la quale La Nazione parla di circa cento contratti interinali attualmente non rinnovati), si attestavano a 300 milioni di euro (in crescita di quasi 60 milioni dal 2018), a fronte di un rosso di 9 milioni. L’operazione era stata strutturata con una fusione inversa, con cui Power One ha assorbito la Fimer originaria, modificando la propria ragione sociale nell’attuale Fimer spa e trasferendo la sede da Terranuova Bracciolini (Arezzo) a Milano.
Arriviamo così pochi mesi fa alla richiesta di concordato in continuità diretta, che ha consentito l’apporto di nuova finanza per 45 milioni di euro erogati da Generalfinance, che ha aumentato il plafond di 15 milioni (si (si vedano altro articolo di BeBeez e qui il post su Linkedin). Queste risorse sono servite all’acquisto delle materie prime e dei componenti indispensabili per l’attività produttiva che, a fronte di un portafoglio ordini in crescita dall’anno scorso, ha permesso di finanziare l’avvio delle nuove produzioni caratterizzate da un alto contenuto di innovazione, affidabilità e competitività nel campo dell’energia solare e della mobilità elettrica.
Scongiurato il fallimento, dovrebbe essere ora assicurato il mantenimento di tutti i livelli occupazionali, pari a circa 400 dipendenti distribuiti tra il sito aretino e lo stabilimento di Vimercate (Monza e Brianza), senza considerare altri 300 addetti operanti nell’indotto toscano. L’azienda con una nota ha fatto però sapere che “è in corso la risoluzione delle procedure burocratiche amministrative, assolutamente non attribuibili alla società bensì a enti esterni alla stessa, che non consentono di procedere a qualsivoglia pagamento, ivi inclusi gli stipendi”. Confermato intanto per oggi il tavolo convocato dalla Regione Toscana per chiedere conto delle decisioni assunte per assicurare il rispetto degli impegni con i lavoratori e le istituzioni.
(Articolo modificato alle ore 14.00 del 5 maggio – si aggiungono link al comunicato stampa e virgolettati dei protagonisti)