Panglossina incontra Sebastian F. Schwarz e gli lascia raccontare per i lettori di Bebeez, del suo Fetsival di quest’anno
Sebastian F. Schwarz: Vorrei fin da subito sottolineare che anche nella sua 49ma edizione il Festival rimarrà fedele alle sue radici e al suo DNA. L’immenso lavoro di ricerca effettuato servirà a riproporre ai nostri spettatori titoli dimenticati, scomparsi o, comunque, raramente eseguiti. Nella sua 49ma edizione, il Festival della Valle d’Itria continuerà quindi questa sua tradizione che ho apprezzato dal 2000 quando arrivai per la prima volta come spettatore, incuriosito proprio da questa sua peculiarità che continua ad attirare curiosi da tutto il mondo e che lo rende unico e prezioso nel ricco contesto dei festival italiani.
Ritengo nostro dovere mantenere in vita il nostro patrimonio culturale. I motivi
della sparizione di migliaia di opere, come sappiamo, possono essere svariatissimi. Andare quindi alla ricerca di quello che all’epoca aveva raccolto grandi riconoscimenti per poi essere dimenticato, può arricchire la nostra comprensione del passato e la conoscenza sia degli appassionati che di chi è semplicemente curioso.
Quest’anno con cinque titoli in forma scenica si tratterà di un Festival particolarmente ricco ma allo stesso tempo molto impegnativo per chi ci lavora. Ringrazio Panglossina per questa opportunità di poter riconoscere già da ora la passione di tutti i lavoratori e dei volontari del festival che dedicheranno il loro tempo e le loro energie alla realizzazione di questo ambizioso programma.
Nella storia della musica erano sempre gli anni di guerra o di crisi quelli nei quali il genere comico, l’operetta e l’opera buffa, hanno incontrato più successo. In questo spirito, considerata l’attuale situazione nel mondo, il nostro festival estivo si vuole permettere di essere proprio questo: un festival ‘estivo’ e spensierato che regala momenti di sfogo e divertimento a coloro che arriveranno da lontano e da più vicino. Da qui l’idea di dedicare questa edizione alla declinazione del comico nelle sue più svariate forme col sottotitolo di “FIFTY SHADES OF COMEDY”. Quindi si proporranno due operette e tre opere buffe. Sarà molto divertente per chiunque, assistere a questa particolare edizione de Il Turco in Italia del grande compositore italiano, Gioacchino Rossini. una versione poco conosciuta, perché raramente eseguita, che Rossini adattò per Roma nel 1815 e che richiede molta più coloratura rispetto alla versione solitamente eseguita. Si tratterà di una vera e propria ‘chicca‘ per chi è appassionato di Rossini e di cose rare. Ci sarà poi Il Paese dei campanelli nell’anno del centesimo anniversario dell’operetta ed è stato proprio il Maestro Fabio Luisi a volerla riproporre avendola lui già diretta per la radio tedesca in passato. Ho accolto molto volentieri questo suo desiderio, certo di realizzare un’operazione divertente e di alto livello musicale nelle mani di questo grande Maestro. Sarà la riscoperta di un’operetta quasi scomparsa dall’Italia che nella regia di Alessandro Talevi sono sicuro troverà un nuovo pubblico.
Che dire poi dell’unica operetta rimasta di Jules Massenet? L’Adorable Bel-Boul è un’operetta da ‘salone’ e la sua rappresentazione con i giovani artisti dell’Accademia del Bel Canto è prevista presso il Chiostro di San Domenico, intimo e carino ‘salone’ della Fondazione Paolo Grassi.
Completa il programma la scoperta di due compositori di due scuole diverse, quella Napoletana e quella Veneziana, che volevo mettere non in contrapposizione ma a confronto, nonché a disposizione del pubblico per deliziarlo con le loro diversità. Ecco, quindi, l’opera buffa del 1737 L’Orazio ossia il tutore di musica di Pietro Auletta, compositore napoletano ormai dimenticato e, accanto, del 1759 Gli Uccellatori di Florian Leopold Gassmann, compositore austro-boemo di scuola veneziana su un libretto di Carlo Goldoni. Due opere buffe, fresche e spiritose vengono riproposto come due prime rappresentazioni in Italia in tempi moderni.
Ricapitolando, quindi, avremo cinque titoli in un clima estivo e di totale rilassamento, si spera, lontani dai pensieri e dalle preoccupazioni, tanto ci sarà sempre tempo per ritornare alla realtà delle nostre case dopo aver trascorso momenti di leggerezza. Permetteteci, dunque, per queste tre settimane, di divertirvi come solo gli artisti sanno fare. Invito tutti a fare un salto in Puglia, regione meravigliosa che ho conosciuto proprio grazie a questo Festival e che ho imparato ad apprezzare, a vivere e a volere condividere.
a cura di Panglossina