Stellantis Ventures, il fondo di venture capital lanciato dal gruppo Stellantis l’anno scorso (si veda altro articolo di BeBeez), ha investito nella californiana Lyten, fondata nel 2015, pioniera nelle batterie litio-zolfo per i veicoli elettrici e nel grafene tridimensionale, che ha dimostrato una riduzione delle emissioni di gas serra e potrebbe anticipare la transizione verso la mobilità sostenibile anche grazie a materiali compositi leggeri e nuovi sistemi di rilevamento a bordo (si veda qui il comunicato stampa).
L’importo corrisposto non è stato reso noto, ma riguarda una parte definita “significativa” del round d’investimento B “oversubscribed”, che è più grande di quello A da 160 milioni di dollari risalente alla fine del 2021, ha spiegato il fondatore e amministratore delegato della società californiana, Dan Cook a DetroitNews. Tra i suoi quattordici finanziatori compaiono anche il private equity statunitense Catalus Capital Management, il colosso industriale Honeywell, l’acceleratore National Science Foundation Innovation Corps Program, i fondi di venture capital Prime Movers Lab, Doorga Capital e AiiM Partners, lo sviluppatore di custodie protettive Pelican Products, il produttore italiano di auto da corsa Dallara e il Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti. Prima del round B, il totale delle le risorse raccolte ammontava a 209,5 milioni di dollari.
Secondo quanto pubblicato sul sito di Lyten, che rimanda a un articolo apparso su Green Car Reports, l’azienda della Silicon Valley sarebbe sulla strada per “ottenere la batteria per veicoli elettrici con le emissioni più basse sul mercato globale”, denominata LytCell, che ha una densità energetica più che doppia e un’autonomia prolungata rispetto alle batterie tradizionali e la cui produzione inizierà entro fine anno con un obiettivo di 200mila celle all’anno nel sito di 13mila metri quadrati di San Jose e andrà a regime tra il 2025 e il 2026. A tal fine Lyten ha intenzione di ampliare la propria produzione, aprendo un altro stabilimento.
La tecnologia della società consente di sbloccare il potenziale dello zolfo, prevenendo il cosiddetto effetto navetta del polisolfuro, un problema che causa un degrado prematuro delle celle e ne ha finora impedito l’utilizzo nei veicoli elettrici. Inoltre, a differenza delle batterie tradizionali agli ioni di litio, le batterie al litio-zolfo non utilizzano nichel, cobalto (materiali costosi e scarsamente disponibili) o manganese, con il risultato di un’impronta di carbonio stimata inferiore di oltre il 60% rispetto alle batterie agli ioni di litio e del 40% rispetto a quelle allo stato solido. Queste batterie utilizzano il grafene tridimensionale realizzato a partire dal metano, “regolabile” per migliorare le prestazioni dei veicoli e per la decarbonizzazione. “Diversamente dalle forme bidimensionali del grafene, la produzione del nostro grafene 3D regolabile è stata sottoposta a verifica indipendente e giudicata a impatto zero su larga scala. Stiamo convertendo i gas a effetto serra in una nuova classe di materiali al carbonio ad alte prestazioni e di elevato valore e integrando questi materiali sintonizzati in applicazioni che decarbonizzeranno i settori più problematici del pianeta”, come quello dell’automotive e, più in generale, dei trasporti, ha assicurato Cook.
I vantaggi delle batterie litio-zolfo non finiscono qui. Le materie prime si trovano infatti anche in Nord America e in Europa e la loro produzione può avvenire nelle stesse aree, evitando possibili interruzioni nelle catene di approvvigionamento internazionali e problemi di pratiche estrattive non ecologiche associate all’ossido di nichel-manganese-cobalto, consentendo allo stesso tempo ai costruttori di auto di beneficiare dei crescenti incentivi previsti dalle politiche statunitensi ed europee, come quelli previsti nell’Inflation Reduction Act, promuovendo quindi la transizione globale verso i veicoli elettrici a livello di mercato di massa.
“Siamo molto soddisfatti che Stellantis Ventures, il braccio operativo per gli investimenti in venture capital di un’azienda globale innovatrice nel settore automotive, abbia dimostrato di credere fortemente nel nostro supermateriale per la decarbonizzazione. Tra le innovazioni dei prodotti per l’automotive che subiranno una trasformazione grazie al nostro grafene tridimensionale ci sono le batterie al litio-zolfo, potenzialmente in grado di offrire una densità energetica più che doppia rispetto alle batterie agli ioni di litio, materiali compositi leggeri per i veicoli che aumenteranno il carico utile e nuove modalità di rilevamento che non richiedono chip, batterie o cavi. Il nostro impegno è volto a offrire ognuna di queste applicazioni per Stellantis e per il mercato dell’automotive”, ha aggiunto Cook.
Oltre alle batterie litio-zolfo, utilizzabili nei mercati dell’automotive, aerospaziale e della difesa, Lyten produce il materiale polimerico composito di prossima generazione denominato LytR, in grado di ridurre fino della metà il quantitativo di plastica utilizzato pur mantenendo la resistenza e riducendo fino del 55% l’impronta di carbonio, e sistemi di sensori che aumentano la sensibilità e la selettività dei rilevamenti per l’impiego in applicazioni per i settori automotive, industriale, sanitario e della sicurezza.
“Avendo visitato di recente Lyten assieme al nostro cto Ned Curic e al nostro responsabile di Stellantis Ventures Adam Bazih, siamo rimasti impressionati dal potenziale di questa tecnologia in grado di contribuire a una mobilità pulita, sicura e accessibile. La piattaforma di materiali di Lyten rappresenta un investimento chiave per Stellantis Ventures. In particolare, le batterie al litio-zolfo di Lyten hanno il potenziale per diventare un elemento chiave nel promuovere l’adozione dei veicoli elettrici sul mercato di massa a livello globale. Allo stesso modo, la tecnologia dei loro materiali potrebbe contribuire a ridurre il peso dei veicoli, un risultato che il nostro settore dovrà necessariamente ottenere per raggiungere gli obiettivi di azzeramento delle emissioni nette di carbonio”, ha commentato l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares.
Stellantis Ventures è stato creato poco più di un anno fa con un investimento iniziale di 300 milioni di euro ed è dedicato a finanziare startup in fase iniziale e avanzata che sviluppano tecnologie innovative e sostenibili per i settori automotive e della mobilità. Il fondo di venture capital è un elemento chiave del piano strategico aziendale del gruppo automobilistico denominato Dare Forward 2030, che tra i propri obiettivi prioritari ha la drastica riduzione delle emissioni di Co2 con una riduzione del 50% entro il 2030 rispetto al 2021, per arrivare all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2038 con una compensazione a una cifra percentuale delle emissioni restanti.
Quello in Lyten è il decimo investimento effettuato finora da Stellantis Ventures, che all’inizio dell’anno ha puntato altri 150 milioni di dollari sulla scaleup californiana Archer, produttrice del taxi volante elettrico eVTOL battezzato Midnight (si veda altro articolo di BeBeez), a valle della business combination con la Spac Atlas Crest Investment Corp di cui Stellantis è già socio da allora assieme a Exor e ad altri investitori internazionali (si veda altro articolo di BeBeez).
Verso la fine di febbraio ha poi partecipato al round di finanziamento da 21 milioni di dollari dell’azienda statunitense Electra Vehicles fondata nel 2015 dall’italiano Fabrizio Martini, che fornisce soluzioni software basate sull’intelligenza artificiale per veicoli elettrici, round guidato dal fondo UV T-Growth gestito dalla milanese United Ventures sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
A Stellantis fanno capo i marchi Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, Fiat, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram, Vauxhall, Free2move e Leasys.