Cortona a Palazzo Casali sede del MAEC – Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona – fino all’8 ottobre 2023 – celebra i 500 anni dalla morte di Luca Signorelli: protagonista del Rinascimento nato e scomparso nella cittadina toscana alla quale fu sempre legato e personalità cruciale per lo sviluppo dell’arte italiana, avendo aperto la via ai grandi maestri del tempo, Raffaello e Michelangelo. L’iniziativa evidenzia il legame dell’artista con la sua città della quale fu 12 volte priore oltre a ricoprire altre cariche pubbliche. Nel tondo del Maec Vergine con il Bambino, circondata da Santi legati alla città di Cortona, Michele, Vincenzo, Margherita e Marco: quest’ultimo sorregge il modello della città dove si evidenzia la casa di Signorelli e la chiesa di San Francesco nella quale sarà sepolto. Realizzata con disegno e spolvero proprio per offrire un modello da riutilizzare, quasi un omaggio alla sua terra natia. Quest’opera restaurata recentemente era stata attribuita in precedenza al meno noto Francesco Signorelli, già restaurata nel 1972. Il nuovo restauro evidenzia le lumeggiature per dare l’idea del metallo con quell’effetto oro di grande finezza negli ornamenti dell’artista.
Promossa dal Comune di Cortona e dal MAEC–Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona, sotto l’egida del Comitato Nazionale per le celebrazioni e organizzata da Villaggio Globale International, la mostra evento vede il Patrocinio del Ministero della Cultura e del Ministero del Turismo, la collaborazione dell’Accademia Etrusca, il grande sostegno della Regione Toscana e quello della Camera di Commercio di Arezzo-Siena.
Tantissime anche le collaborazioni da parte di istituzioni territoriali e realtà private che hanno fatto squadra intorno all’evento sul quale si stanno accendendo i riflettori internazionali.
La mostra di Cortona, riunendo nella città di Luca dopo settant’anni una trentina di opere pittoriche dell’artista provenienti da prestigiosi musei italiani ed esteri – compresi importanti prestiti da collezioni private e da oltreoceano – è infatti l’occasione per celebrare e consacrare definitivamente Signorelli tra i grandi artisti del tempo, anche alla luce degli studi degli ultimi anni e per annoverare il cortonese tra i punti di forza dell’offerta culturale del Centro Italia e della Toscana in particolare.
Cortona celebra i Cinquecento anni dalla morte di Luca Signorelli, pittore della luce e della poesia, come recita la mostra dedicata al Maestro Luca da Cortona, attraverso l’esposizione al Maec e alcuni itinerari a cominciare da quello cittadino per non far spengere le luci sul grande artista rinascimentale quando si chiuderà la mostra. L’incarico di Curatore scientifico di Signorelli 500. Maestro Luca da Cortona, pittore di luce e poesia è il professor Tom Henry, massimo esperto in materia – Professore emerito all’università di Kent e già da un Direttore di Studi Classici e Rinascimentali dell’Università inglese di Roma – lodevole per la scelta di aver focalizzato l’attenzione sul Maestro, escludendo gli esordi, gli epigoni, la bottega, i discendenti e concentrandosi esclusivamente sui dipinti. Pur essendo stato Signorelli un grande disegnatore con un’attenzione precipua al corpo maschile, il nudo è marginale ad esempio nell’esposizione che concentra in due sale, con un allestimento dal colore intenso, di un rosso acceso, ben 28 opere. L’effetto è fortemente emozionale. L’idea è concentrarsi, mirare in modo preciso e definito puntando sul colorismo di Signorelli e il suo segno materico che dà spessore alla tela, oltre l’impianto scultore del suo disegno.
L’idea dell’esposizione è mostrare opere straordinarie grazie ad un lavoro molto impegnativo di recupero delle opere. Signorelli è infatti presente in oltre 80 collezioni in 12 paesi al mondo e questa dispersione in passato non ha garantito la visibilità che questo artista merita. Inoltre l’intento è di recuperare angolature meno conosciute come il rapporto con la città di Orvieto dove l’artista raggiunge il suo apogeo. Inoltre l’esposizione, o meglio il progetto dedicato a Signorelli, come ha sottolineato il Sindaco di Cortona Luciano Meoni, che è anche Presidente del Comitato per le celebrazioni di Signorelli, è l’occasione per la città di vedere l’impegno culturale messo a frutto per la valorizzazione del territorio. Come anche ha sottolineato Francesco Attesti, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura della città, particolarmente importante la rete con altre istituzioni che ha disegnato itinerari sul territorio di un artista ‘a cavallo’, itinerante pur molto attaccato al luogo natío. In particolare da segnalare la collaborazione con l’Anci Toscana, che ha sostenuto l’idea del Comune di Cortona di dar vita a un “tavolo” tra tutti i comuni della regione che conservano opere di Signorelli – destinato a proseguire anche oltre la mostra – per sviluppare accordi, relazioni e sinergie promozionali nel nome e nel segno del grande artista.
Il progetto è altresì un’opportunità – e come ha ribadito Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana – per restituire il giusto valore a un artista al quale non sempre la storia ha dato il giusto tributo. Eppure Luca d’Egidio di Ventura, questo il suo vero nome (1450-1523), si è formato nella bottega di Piero della Francesca a ad Arezzo; è stato al fianco di Perugino nella realizzazione della Cappella Sistina e la sua traccia segnerà la strada seguita da Raffaello e Michelangelo.
Giorgio Vasari lo definì “un farò per i grandi del Rinascimento” e che “con la grazia dell’invenzione e disposizione delle istorie, aperse alla maggior parte delle artefici la via all’ultima perfezzione dell’arte”.
Soprattutto alla luce degli studi degli ultimi anni tale consapevolezza si è diffusa anche se non presso il grande pubblico. Anche la scelta del Maec è opportuna perché stabilisce un ponte tra due culture che hanno visto la Toscana protagonista.
Da qui parte l’itinerario della città con il Museo Diocesano, con l’opera più antica custodita a Cortona, del 1502 (in città non ci sono opere quattrocentesche); le chiese di San Niccolò dove tra l’altro è il custodita L’Annunciazione del 1430 di San Giovanni da Fiesole detto il Beato Angelico; la Chiesa di San Domenico e il Palazzone fatto costruire dal Cardinale Silvio Passerini come residenza estiva nel 1523 dove si trova l’Affresco del Battesimo di Cristo di Signorelli (1523) e dove Signorelli morì. Si tratta di un itinerario non solo culturale ma umano e teologico come ha scritto il Presidente del Maec, Nicola Caldaro, parlando del percorso del progetto che arriva fino agli affreschi della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto dove il pittore mescola i motivi del Finimondo e del Giudizio universale con scene della Divina Commedia. Qui è infatti Dante protagonista, un Dante che non traspone il problema del rapporto trascendente immanente nell’altro di là ma lo cala nella dimensione strettamente terrestre.
Oltre il Catalogo pubblicato da SKIRA, è stata edita una Guida che riunisce quattro itinerari, oltre appunto quello cittadino, cuore del progetto; il primo interessa la Valdichiana aretina; il secondo la via Toscana di pellegrinaggio fino a Loreto, nelle Marche, concentrandosi sul tratto Siena-Cortona; il terzo riguarda la via tosco-umbra da San Sepolcro, vicino ad Arezzo a Umbertide, in Umbria, passando per città di Castello; mentre il quarto parte da Firenze seguendo a nord la direttrice da Prato a Volterra e verso sud in direzione Orvieto, quindi Loreto.
In mostra per la prima volta la Pala Mateliana con la ricostruzione dei sei ‘pezzi’ nei quale a un certo punto fu smembrata. L’incarico dell’opera era stato dato a Signorelli nel 1504 per la Chiesa di San Agostino a Matelica nelle Marche per finanziare il restauro della quale poi la Pala fu appunto divisa.
La visita della mostra inizia in senso cronologico nel 1491 con un’opera di piccolo formato, che Signorelli considerò tanto quanto il grande formato, ad arco, tipico dell’arte fiorentina il cui carattere è sottolineato anche dalla presenza del San Giovanni. Il colorismo, il ritmo delle figure, la presenza di vita vissuta appaiono già nelle prime fasi della pittura del Maestro come si evince dalla Predella della Pala Bicchi per la Cappella Bicchi a Siena. Quindi interessanti i tre tondi tipici dello stile fiorentino. Quello francese presenta la caratteristica di una figura enigmatica sulla destra. Secondo il Curatore si tratterebbe del committente morto dopo la committenza dell’opera. Lo scarto è indotto dalla diversità rispetto al disegno preparatorio che non evidenzia l’orecchio piegato in avanti proprio dei calchi funerari come risulta invece nel dipinto. L’idea che si evochi un morto è legata al colore verdastro della pelle e alle vesti lacere.
Nella seconda sala da non perdere L’Annunciazione da Volterra per il suo colorismo, i particolari che evidenziano la sua cultura dei Vangeli come la conoscenza del casato di San Giuseppe. Interessante la Crocifissione con la Maddalena da Firenze dove oltre la scena centrale presenta la Deposizione e la Trasposizione del corpo del Cristo oltre una figura in primo piano mai spiegata. Lo stesso schema compositivo con una figura in primo piano vi è nella Crocefissione con Santi.
A proposito della Pala Matelica si vede la ricostruzione dell’insieme con Quattro figure in piedi (collezione privata),di grande raffinatezza e ricchezza di particolari nella lavorazione dei tessuti; Calvario (National Gallery of Art di Washington), la cui complessità esprime ad un tempo la tensione ‘in rosso’ di una scena drammatica e una forza vitale dirompente; Uomo su scala (The National Gallery di Londra che non era mai arrivato in Italia); Pia donna piangente (Collezioni comunali d’arte di Bologna); Testa e busto del Cristo morto (Unicredit Art Collection di Bologna); Testa della Madonna (collezione privata).
Nella Madonna di Montepulciano proveniente dagli Uffizi il particolare di una giraffa evidenzia il fatto che l’avesse vista a Firenze dove Lorenzo il Magnifico nel 1480 ne aveva acquista una per uno scambio politico. Il fatto era noto tanto più che era la prima volta che si vedeva l’animale in Europa.
Nella Maddalena del Museo del Duomo di Orvieto – in mostra lo scorso anno al Museo San Domenico a Forlì in occasione dell’esposizione dedicata alla figura della Maddalena di cui si è parlato su Bebeez.it – il paesaggio è ridotto al minimo e in risalto gli abiti sontuosi della donna, di grande raffinatezza. In altre opere della sala si può notare la passione di Signorelli per il racconto di storie come nel piccolo formato di San Nicola da Bari e il gusto per le grottesche che aveva visto nella Domus Aurea di Nerone a Roma.
Un’opera non è ancora esposta perché in restauro vivo; dovrebbe essere pronta tra un mese.
a cura di Ilaria Guidantoni