L’VIII Edizione della Collectors Night di Pietrasanta, sabato 24 giugno, Pietrasanta ha presentato le mostre di apertura estiva, quest’anno all’interno di un progetto come ci ha illustrato Marco Martelli, Project Manager, accompagnandoci in una passeggiata in dieci tappe, visitando le gallerie che hanno aderito all’iniziativa.
La Galleria Susanna Orlando propone, fino al 14 agosto 2023, la mostra Astrale di Giuseppe Biagi, a cura di Valerio Dehò, corredata da un delizioso catalogo in formato miniatura al quale la gallerista ci ha ormai abituato. Susanna Orlando, tra l’altro, da sei mesi è la portavoce delle gallerie storiche della cittadina e lavora con l’idea che l’unione fa la forza, un po’ per carattere, un po’ per convinzione. La personale dell’artista presenta grandi acquerelli su carta dedicati allo Zodiaco, che invitano il pubblico a sperimentare una pittura fatta di “apparizioni”, in una dimensione
aera, lustrale, sottilmente enigmatica. “La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima,” come asserisce Jung. L’esposizione prende la forma in un piccolo spazio di un cielo fisso nel quale lo spettatore si trova immerso e viene spontaneo chiedersi se sia un cielo fisso, tolemaico o abbia già vissuto la rivoluzione copernicana.
La Galleria Giovanni Bonelli espone fino al 23 luglio 2023, una decina di opere provenienti da collezioni private di Mario Schifano, che rendono omaggio all’artista nel
venticinquesimo anniversario della sua scomparsa. Alcuni Paesaggi anemici faranno da contrappunto alle Palme e si alterneranno ad altri lavori iconici. L’idea è nata ripensando a una mostra del 2018, Sulla pittura di Schifano e Turcato grazie alla quale si sono sviluppati una serie di contatti con collezioni tanto che le opere esposte provengono tutte da collezioni private.
Secci Gallery espone, fino al 16 luglio 2023, le opere di Radu Oreian e Giorgio de Chirico, raccolte nella mostra The eternal reverie, a cura di Pier Paolo Pancotto. I Molecular Paintings di Oreian, artista che abbiamo già avuto modo di conoscere nella sede fiorentina della Galleria, legati alla storia e al mito, sono affiancati ai dipinti di de Chirico, tra i più originali ed enigmatici artisti del Novecento. Se apparentemente i due percorsi sono completamente diversi, una matrice comune la si può trovare nella dimensione legata al Barocco, al colorismo imponente, a una materia gravida, quasi ridondante, con un certo vitalismo che trasuda una nota noir. Raffinate soprattutto le carte.
Deodato Arte presenta una selezione di opere iconiche del fotografo americano David LaChapelle. Esposti nei più importanti musei del mondo, gli scatti di LaChapelle trasportano Pietrasanta, fino al 9 luglio 2023, in un sogno surrealista, fatto di visioni oniriche ma dirette, che scatenano riflessioni profonde sulla società contemporanea. Come ci ha raccontato Giulio Cozzolino, Direttore della sede di Pietrasanta, la Galleria dopo le mostre organizzate a Milano e Lugano, ha stabilito una collaborazione in esclusiva per Italia, Svizzera e Belgio per il “Fellini della fotografia”, perfezionista dello scatto che cerca sempre di conoscere chi ha davanti. La mostra presenta opere dal 1995 al 2015, realizzando un’antologia mentre è in corso a Trieste fino al 15 agosto al Salone degli Incanti, un’altra personale, Fulmini.
Galleria Poggiali presenta, fino al 23 luglio 2023, Beauty. Difference & Repetition, doppia personale di Luca Pignatelli e Fabio Viale. Se di Viale viene esposto per la prima volta un busto di Apollo con l’aggiunta di un arto inferiore, di Pignatelli è presentato un grande tappeto persiano, con
una testa femminile di matrice classica. La scelta ripropone artisti della scuderia della galleria che reinterpretano in chiave contemporanea l’arte classica. Il dialogo lo troviamo ampliato nell’altra sede della Galleria di Pietrasanta, un’ex fonderia d’arte, recentemente ristrutturata.
Barbara Paci galleria d’arte propone, fino al 6 agosto 2023, la mostra RAGŪN – musica sull’acqua di Alessandro Busci, accompagnata da un testo critico di Chiara Gatti. Per la prima personale in Galleria, l’artista espone 14 opere inedite in smalti e ruggini che partono dal paesaggio della Versilia fino a sfiorare l’astrazione. L’idea è già nel titolo, Ragun, che in Giapponese significa “laguna” e in effetti nasce dalla suggestione di alcuni paesaggi, in particolare Torre del Lago Puccini, che si richiamano all’Oriente. La Gallerista ha solleticato l’artista proponendogli il tema pucciniano in vista delle celebrazioni del 2024 e l’interpretazione si è mossa dallo scatto fotografico, una sorta di appunto per realizzare delle visioni astratte con lastre in acciaio corten industriale e oro. In mostra anche la serie delle carte con la tecnica della macerazione delle carte cotone in lastre bagnate in acciaio corten che creano una casualità alchemica,
ci ha spiegato l’artista. Su questa base eventualmente poi interviene con lo smalto. Questo lavoro che vede l’acqua del lago al centro della suggestione con la sua musicalità è l’inizio di un progetto di opere dedicate ad un nuovo orientalismo, senza dimenticare che le due opere a soggetto orientale di Puccini, Turandot e Madame Butterfly sono nate proprio qui.
MARCOROSSI artecontemporanea presenta Matteo Basilé, uno dei più interessanti innovatori dell’arte italiana dagli anni Novanta. La mostra Hybrida, visitabile fino al 31 luglio 2023, raccoglie opere fotografiche di vario formato che interpretano le metamorfosi contemporanee dell’Io, dell’altro e dell’altrove. La personale intende riunire i mondi diversi dell’artista, le suggestioni
alle quali attinge, presentando gli ultimi cicli dei suoi lavori nelle due sedi di Pietrasanta. Figlio d’arte di Tommaso Cascella, utilizza il nome Basilé da Basilio Cascella e in questa scelta c’è l’intenzione di continuità nell’innovazione. Il titolo indica anche la ricerca della bellezza in creature borderline, che non rispondono alla bellezza canonica oggetto di una rappresentazione tridimensionale, quasi un allestimento scenico, dove talora lo scatto diventa pittura come nel rimando ai Preraffaelliti presente in Artemisia. Le tele, di grande formato, presentano riquadri e intagli che diventano secondo quanto afferma lo stesso artista reliquiari del tempo, perché delimitano nello spazio il tempo, isolano l’istante che può cambiare la direzione della vita. Le opere di Basilé sono molto ricche e invitano a una riflessione al di là del fascino e dell’emozione talora straniante che suscitano. Alcuni elementi essenziali sono gli abiti che provengono dalla grande cinematografia internazionale, insieme a simboli e feticci come maschere riprese dallo scatto realizzate da un’artista, proprio perché Matteo predilige la contaminazione anche del lavoro con altri artisti. Non è un caso che in un’opera appaia una tavola con scrittura araba che fa riferimento a una piccola comunità del Corno d’Africa perseguitata dall’Islam più radicale.
Accesso Galleria presenta, fino al 6 agosto 2023, la collettiva Res naturales, con opere di Susanna Bauer, Angela D’Ospina, Marina Kiselyova, Amber Sena, Sian Smith, Michael Weiss. Da sempre focalizzata sulla figura umana, la Galleria presenta per la prima volta un corpus di circa 40 opere dedicate al tema della natura con un taglio internazionale. L’idea è nata dallo scouting sugli artisti dal quale si sono raccolte le fila e, seppur nella grande diversità di espressione o intenzione, al di là di visioni problematiche o rassicuranti, emerge il comune amore per la natura e l’invito rivolto allo spettatore a interrogarsi sull’ambiente.
Laura Tartarelli Contemporary Art, presenta la personale di Martin Lucchini, artista ventisettenne, intitolata Tensione. Il percorso espositivo comprende 9 opere realizzate nel periodo 2021-2023 con la tecnica della StringArt, ovvero attraverso l’ausilio di chiodi e fili in tensione, unitamente a 4 lavori satirici in stile Pop Art. Il lavoro è molto complesso perché prevede un calcolo matematico complesso di distanze e rapporti con un lavoro artigianale di grande dedizione, che richiede molto tempo, attraverso il posizionamento di fili colorati che conferiscono i colori all’opera, come abbiamo avuto modo di vedere in una dimostrazione live del lavoro d’artista. Il messaggio ironico come lo stesso artista scrive This is not Art, con riferimento alla Pop Art e all’arte contemporanea che predilige l’idea trascurando l’artigianalità.
La nostra passeggiata si conclude con The Project Space, Ex Marmi e Lis 10 che propongono Animula Vagula Blandula, opere di Brice Esso, Armand Boua e Aron Demetz, mostra curata da Alessandro Romanini e Massimo Scaringella. L’esposizione, prodotta da The Project Space, LIS10, Tg Residency, si estende dagli spazi di The Project Space, fino alla corte di via Garibaldi 44 nel centro storico e nella piazzetta San Martino adiacente alla piazza del Duomo, dove sono esposte alcune delle sculture. Il titolo Piccola Anima Delicata è una citazione delle ultime parole in forma di epigramma attribuite all’imperatore Adriano morente citate nel famoso testo di Marguerite Yourcenar Memorie di Adriano, parole riferite alle persone psicologicamente fragili e incerte che, in archeologia, alla rappresentazione dell’anima del defunto.
The Project Space, Lis10 e Tg Residency presentano i tre artisti, che al netto delle loro peculiarità disciplinari, tecniche e stilistiche, sono accomunati da una ricerca che incrocia una riflessione metalinguistica sul ruolo dell’arte e dell’artista oggi, con un’attenta meditazione legata alla congiuntura socio-politica odierna e un’analisi approfondita dei fenomeni che incrociano la storia con la cronaca.
Brice Esso – nato a Dabou in Côte d’Ivoire nel 1991 – è una figura singolare di artista multidisciplinare che in breve tempo si è imposto all’attenzione internazionale, in grado di sviluppare la sua ricerca a cavallo fra pittura, scultura, fotografia e fashion design. Una ricerca fra la scultura tradizionale africana in legno, avorio e metallo e quella della tradizione occidentale “classica”, in marmo e bronzo di cui ha studiato storia e pratica nel corso degli ultimi anni nei territori simbolo di questa cultura, fra Carrara e Pietrasanta. In mostra il nuovo ciclo di opere – tra cui le famose tête de bébés – realizzate sia in bronzo sia con vari tipi di marmo, pietre e minerali preziosi, rappresentazioni di un’idea o addirittura “autoritratti psicologici” di un popolo migrante in cerca della sua identità a cavallo fra radici millenarie e istanze contemporanee.
Armand Boua, ivoriano nato ad Abidjan nel 1978 – pittore, reduce – come Aron Demetz – dalla partecipazione nel 2022 alla 59° Biennale di Venezia e alla Biennale di Dakar, come uno dei protagonisti del Padiglione Nazionale della Costa d’Avorio, sviluppa uno stile pittorico, che, utilizzando materiali rimediati e riciclati pescati dalla strada, è vocato a dare identità e dignità simbolica, a quella massa anonima, vagante e dolente. Questo in particolare con il ciclo de Les Enfants de la Rue… che popolano la periferia di Abidjan; luogo che diviene simbolo di tutte le periferie e delle identità umane che vivono ai margini.
Aron Demetz – originario della Val Gardena, classe 1972 – scultore, reduce nel corso degli ultimi anni da un ciclo di mostre e manifestazioni internazionali di grande livello, presenta a Pietrasanta un ciclo di opere che rappresentano la sua inesausta ricerca trentennale attorno alla figura umana; erose, martoriate, combuste e spesso scavate fino al limite estremo della sostenibilità strutturale della materia, le figure di Demetz sono simboliche di un’incessante lavoro del tiranno Cronos sull’individuo e sull’esistente e testimoni compassionevoli dell’inutile affaccendarsi dell’essere umano nell’illusoria ricerca di identità attraverso manifestazioni della potenza dell’ego.
A cura di Ilaria Guidantoni