Inversione di tendenza nel rendimento dei fondi internazionali di venture capital. Per la prima volta da 20 anni a questa parte, infatti, quelli europei hanno registrato performance migliori rispetto ai loro omologhi statunitensi, sebbene si stia comunque parlando di rendimenti negativi, calcolati sui 12 mesi che si sono conclusi a marzo 2023.
Lo calcola PitchBook che evidenzia come il tasso di rendimento interno (IRR) dei fondi di venture europei sia stato pari al -14,2% rispetto al -16,5% degli omologhi a stelle e strisce. Restano invece migliori le performance dei fondi di venture Usa, se calcolate su un orizzonte più lungo. In particolare sui tre anni l’IRR è del 21,9% contro il 18,8% dei fondi europei.
Secondo gli analisti di PitchBook, che sono arrivati a questi risultati dopo aver analizzato l’IRR di 1709 fondi di venture capital, l’inversione di tendenza registrata per l’ultimo anno si potrebbe spiegare con il fatto che negli Stati Uniti le valutazioni delle aziende arrivano da livelli più elevati e, nel contesto del difficile fundraising, a oggi i portafogli hanno subito svalutazioni maggiori rispetto a quelle condotte da fondi di altre regioni.
Ricordiamo che stiamo parlando dei rendimenti cosiddetti Gross Pooled IRR by horizon che indicano le performance relative agli investimenti realizzati dai fondi nell’orizzonte temporale di riferimento (1, 3, 5 e 10 anni), indipendentemente dal fatto che questi siano stati successivamente disinvestiti o risultino ancora in portafoglio.
Il dato italiano relativo alle operazioni early stage calcolato per l’anno 2022 da AIFI-KPMG, il dato più recente disponibile, indicava un risultato eclatante: un IRR lordo aggregato del 19,7% contro il 4,1% per il 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). I dati sul mercato italiano, però, sono ancora molto volatili e poco rappresentativi perché il numero delle exit sulle quali ragionare è sempre molto esiguo.
Detto questo, quest’anno si segnala un’effervescente attività di m&a sia direttamente da parte di investitori sia da parte di società in portafoglio a investitori di venture capital e private equity. Emerge dall’ultimo Report di BeBeez pubblicato proprio oggi, che ha analizzato tutti i deal dei primi 10 mesi del 2023, relativi a startup o scaleup di matrice italiana, cioè fondate da italiani sebbene non abbiano necessariamente sede in Italia (disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
In particolare, nei primi 10 mesi 2023 le operazioni di m&a (quindi non round ma appunto acquisizioni) su startup o scaleup italiane o fondate da italiani sono state 15 da parte di investitori italiani (contro 20 in tutto il 2022 e 5 in tutto il 2021) e 5 da parte di investitori esteri (da 3 in tutto il 2022 e 6 in tutto il 2021), mentre le operazioni di add-on condotte da parte di aziende italiane in portafoglio a venture o private equity sono state 14 su startup o scaleup italiane (da 19 nel 2022 e 5 in tutto il 2021) e 2 su startup o scaleup estere (da 7 sia nel 2022 sia nel 2021). Quanto invece alla raccolta, questa ha raggiunto quota 1,021 miliardi di euro da gennaio a ottobre, registrando un’accelerazione in termine di valore dei round durante gli ultimi quattro mesi. Il valore medio mensile degli investimenti è stato infatti di oltre 100 milioni di euro al mese rispetto a un valore medio di 90 milioni al mese durante i primi sei mesi, per un totale di 541 milioni (si veda qui il Report Venture Capital 6 mesi 2023 di BeBeez). Nel primo semestre, invece, erano stati annunciati più round, 175, in media 29,1 al mese, rispetto al periodo luglio-ottobre, 89, cioè 22,25 in media ogni 30 giorni. Ad oggi parrebbe comunque difficile da raggiungere il dato di raccolta relativo al 2022, 2,57 miliardi di euro complessivi relativi a 339 deal (si veda qui il Report Venture Capital 2022 di BeBeez). L’anno precedente il dato era stato ancora superiore, con 535 round per 2,9 miliardi, a dimostrazione di un’inversione di tendenza rispetto alla galoppata degli anni precedenti (si veda qui il Report Venture Capital 2021 di BeBeez).