Massimo Zanetti Beverage Group, la holding del gruppo produttore di caffé che fa capo all’omonimo imprenditore ed è proprietaria, tra gli altri del noto brand Segafredo, cerca un investitore di private equity che lo aiuti a riequilibrare la situazione finanziaria. Lo scrive Il Sole 24 Ore, precisando che ci sarebbero trattative in corso con il fondo Quattro R di Quattro R sgr.
La ricerca di un investitore si sarebbe resa necessaria perché a fine 2022 il gruppo non avrebbe rispettato i covenant relativi al debito finanziario e così nei mesi scorsi le banche creditrici del gruppo avrebbero affidato un mandato di ricerca di un socio a Rothschild & Co.
Peraltro già nel maggio 2022 il gruppo aveva deliberato un aumento di capitale da 50 milioni di euro che avrebbe portato il capitale da 34,3 a 84,3 milioni da sottoscriversi in più tranche in contanti e/o tramite apporto di beni entro fine anno e da offrirsi esclusivamente al socio unico M. Zanetti Industries sa, holding dell’imprenditore Massimo Zanetti. Nel verbale dell’assemblea straordinaria (disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data) non si faceva riferimento ad alcuna difficoltà del gruppo, ma si diceva che gli aumenti di capitale erano finalizzati a rafforzare la struttura patrimoniale in vista dei futuri piani sviluppo. Tuttavia poi la ricapitalizzazione non è stata interamente sottoscritta entro i termini e in particolare, si legge in una dichiarazione al Registro delle Imprese, a fine anno il capitale era arrivato a soli 49,3 milioni, quindi la ricapitalizzazione si era limitata a 15 milioni.
L’ultimo bilancio disponibile in Camera di commercio è ancora quello del 2021 che indicava 844 milioni di euro di ricavi, 30 milioni di ebitda e un indebitamento netto di ben 354 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Ma il dato di bilancio non rifletteva appieno la crescita della società avvenuta nel corso di quell’anno, con un fatturato pro-forma che si era già attestato intorno a 1,2 miliardi di euro, a valle delle tante nuove aperture di caffetterie in giro per il mondo e soprattutto dell’acquisizione di Saicaf, storica azienda barese produttrice dell’omonimo caffé (si veda qui il comunicato stampa) e di Hoja Verde Gourmet Hovgo, con sede in Ecuador, il cui stabilimento produttivo, situato a Cayambe, a 70 chilometri da Quito, produce caffè e cioccolato partendo da materie prime selezionate di primissima qualità garantendo il controllo dell’intera filiera (si veda qui il comunicato stampa). Non solo. In occasione della vendita al gruppo francese SEB (proprietaria dei brand Moulinex e Rowenta) della controllata San Marco, che produce, commercializza e distribuisce macchine per caffè e macinacaffè professionali, Massimo Zanetti aveva dichiarato che il gruppo nel 2022 ha superato 1,4 miliardi di fatturato (si veda altro articolo di BeBeez). Ma appunto un conto è la crescita del fatturato e un altro è produrre cassa sufficiente a pagare gli oneri finanziari e rimborsare i debiti. Da qui la necessità di nuova finanza.
La storia di Massimo Zanetti Beverage Group parte dagli anni’70, quando Massimo Zanetti ha intrapreso un percorso di crescita avviato con l’acquisto della torrefazione bolognese Segafredo, proseguito successivamente, negli anni ottanta e novanta, con l’espansione all’estero, in Portogallo, Francia ed Austria e, successivamente, in Sud America. Gli anni duemila sono stati fondamentali per proseguire nella crescita del gruppo che, mentre ha ampliato la propria presenza in nord Europa acquistando la società finlandese Meira, é anche entrato nel mercato statunitense attraverso l’acquisizione dell’attuale MZB USA. Risale a quegli anni anche la creazione di Segafredo Zanetti Coffee System, specializzata in soluzioni ad alto contenuto di servizio al consumatore e al settore Office Coffee Service.
Ricordiamo che il gruppo era stato delistato nel febbraio 2021, a seguito dell’opa lanciata nell’autunno 2020 dallo stesso imprenditore Massimo Zanetti, attraverso il veicolo MZ Holding, sulle azioni in circolazione non in suo possesso (si veda altro articolo di BeBeez). A quel punto Zanetti aveva ragionato sulla possibilità di aprire il capitale a fondi di private equity, cedendo una quota del 30%, cioé la stessa quota che costituiva il flottante di Borsa, per accompagnare l’azienda nel suo piano di sviluppo a livello internazionale. (si veda altro articolo di BeBeez). Questo progetto però non si è concretizzato e l’imprenditore da allora è andato avanti da solo. Almeno sinora.