Tre Zeta Group, attiva nella produzione di suole di lusso per sneaker e calzature eleganti, controllata da Koinos Capital sgr attraverso il fondo Koinos Uno, ha acquisito il 100% del solettificio Do.Gi., società specializzata nella progettazione e produzione di sottopiedi per calzature da donna eleganti per i principali marchi d’alta gamma (si veda qui il comunicato stampa).
Obiettivo: estendere il presidio e il controllo della filiera delle suole sneaker e formali, mettendo a fattor comune know-how, capacità produttiva e commerciale e competenza del management per garantire la qualità di un’ampia gamma di componenti e accorciare i tempi di risposta ai clienti, con il vantaggio di avere un interlocutore integrato.
Il progetto, disegnato appunto da Koinos Capital, sgr indipendente dedicata all’attività di private equity attraverso fondi chiusi che si distingue per il suo approccio imprenditoriale con investimenti orientati a trasformare piccole eccellenze dell’industria italiana in leader internazionali, è partito a fine 2021 con l’ingresso del fondo in Tre Zeta (si veda altro articolo di BeBeez) e già oggi, a distanza di soli due anni, è a un punto avanzato di esecuzione.
Tre Zeta Group è stata assistita da Russo De Rosa Associati per gli aspetti fiscali, da Alpeggiani Studio Legale
per gli aspetti legali, da Bernoni Grant Thornton per la due diligence finanziaria e da Ramboll per quella
ambientale.
Fondata a Tegoleto, Civitella in Val di Chiana (Arezzo), nel 1977 dai fratelli Domenico e Giovanni Magnanensi, Do.Gi. (oggi guidata dalla seconda generazione della famiglia Magnanensi) è uno dei principali operatori italiani nel suo segmento, servendo i più importanti brand del lusso internazionali. La società, nel corso degli anni, ha investito in ricerca e innovazione, ammodernando la produzione con macchinari avanzati a supporto del saper fare artigiano dei lavoratori per un prodotto finito di alta qualità e personalizzato sulle richieste dei clienti. Grazie a questo, Do.Gi., con i suoi attuali 35 dipendenti, ha raggiunto una produzione di circa 1,5 milioni di paia di sottopiedi. La società ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 7,9 milioni di euro, in crescita del 46% anno su anno, un ebitda di 1,6 milioni e liquidità netta di 2,4 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Con l’obiettivo di estendere e consolidare questa ottima performance nell’ambito di un progetto industriale di più ampio respiro, gli imprenditori hanno deciso di cedere le proprie quote reinvestendo in Tre Zeta Group e mantenendo i propri ruoli operativi.
“Con l’ingresso di Do.Gi. nel gruppo continuiamo a dare efficace esecuzione al piano industriale che ci porta
a essere un interlocutore one stop shop, in grado di fornire un servizio di alto livello, un numero sempre più
vasto di lavorazioni e una gamma completa di prodotti di alta qualità per i nostri clienti. In Do.Gi. abbiamo
trovato una realtà che esprime quella capacità di coniugare il saper fare artigiano con la tecnologia
di macchinari all’avanguardia. Crediamo che l’ingresso della società nel nostro gruppo permetterà di sprigionare nuove sinergie che amplificheranno e consolideranno l’ottimo trend di incremento in termini di ordini e fatturato che sia Do.Gi. sia Tre Zeta hanno registrato nell’ultimo esercizio. Questo è un altro tassello
importante del nostro progetto e stiamo attivamente cercando e valutando altre opportunità per
l’allargamento del gruppo“, ha spiegato Fabrizio Mecheri, ceo di Tre Zeta Group.
Andrea Magnanensi, in rappresentanza di tutta la famiglia che ha fondato e gestito Do.Gi. e di cui è direttore commerciale, ha detto: “Siamo felici di portare in Tre Zeta Group quasi mezzo secolo di know-how e di contribuire allo sviluppo di un grande progetto. In questa operazione abbiamo da subito visto l’opportunità per far crescere le attività di Do.Gi. contribuendo alla realizzazione di un ambizioso progetto industriale che, sono certo, è destinato a esprimere un grande potenziale di mercato”.
Marco Morgese, founding partner di Koinos Capital, ha aggiunto: “L’operazione, la terza da quando siamo
entrati in Tre Zeta, conferma non solo la significativa potenzialità di sviluppo di questo specifico comparto
industriale italiano, ma anche la bontà della visione con cui in questi anni abbiamo accompagnato il Gruppo
in un importante percorso di crescita, oltre che la capacità di esecuzione del top management. Tutti elementi
fondamentali nel raggiungimento dei primi risultati che hanno visto Tre Zeta Group superare i 76 milioni di
euro di fatturato proforma nel 2022. Grazie all’ingresso di Do.Gi., oggi il gruppo amplia ulteriormente l’offerta
e si avvia ancora più rapidamente verso gli obiettivi estremamente ambiziosi ma sempre più chiaramente
raggiungibili che ci siamo posti. Nei prossimi mesi continueremo questo progetto aggregativo, portando
all’interno del gruppo altre eccellenze del settore, ma rimanendo sempre focalizzati su una logica industriale”.
L’operazione si inserisce nel progetto di Tre Zeta volto a costruire il gruppo di riferimento nella produzione di componenti per la struttura della calzatura per tutta l’industria mondiale del lusso attraverso un processo di crescita organica e di aggregazione di realtà d’eccellenza.
Do.Gi. è infatti la terza acquisizione conclusa da Tre Zeta, dopo Stil Stampi (eccellenza nella produzione di
stampi in alluminio per suole) e Suolificio Magonio (primaria realtà nelle suole per il mondo formale), e porta
il gruppo, che già a ottobre 2023 registrava una crescita organica del fatturato anno su anno del 20%, ad aggiungere ai già 4,5 milioni di paia di suole prodotte in un anno la capacità produttiva di ulteriori 1,5 milioni di paia di sottopiedi.
Con sede a San Donato (Pisa), Tre Zeta è stata fondata nel 1967 da Gianni Zanoboni e Ademaro Zappolini. Il gruppo è nato nel 2007, a valle delle acquisizioni di due piccole realtà: F.a.s.e. e Suolificio Veronica. Tre Zeta ha poi rilevato altre aziende del settore tra cui Brentasuole da Rossimoda (gruppo LVMH) nel 2018 (si veda La Conceria), Tre Esse nel 2020 e Lasertac. Conta cinque stabilimenti produttivi, in cui realizza circa tre milioni di suole all’anno, utilizzando macchine innovative per la stampa 3D, fondamentali per lo sviluppo rapido dei prototipi per i propri clienti. Il gruppo conta 230 dipendenti diretti in Italia e 120 in Tunisia e ha chiuso il 2022 con 47,2 milioni di ricavi, un ebitda di 3,7 milioni e un debito finanziario netto di 10,9 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Tre Zeta, come anticipato sopra, è controllata per il 66,8% da Koinos Capital sgr, che aveva rilevato le quote dai soci Walter Zappolini, Stefano Panicucci, Alessandro Pellegrino, Carlalberto e Dorella Pozzolini (si veda altro articolo di BeBeez). Con sede a San Donato (Pisa), è stata fondata nel 1967 da Gianni Zanoboni e Ademaro Zappolini. Il gruppo è nato nel 2007, a valle delle acquisizioni di due piccole realtà: F.a.s.e. e Suolificio Veronica. Tre Zeta ha poi rilevato altre aziende del settore tra cui Brentasuole da Rossimoda (gruppo LVMH) nel 2018 (si veda La Conceria), Tre Esse nel 2020 e Lasertac. In totale conta cinque stabilimenti produttivi, in cui realizza circa tre milioni di suole all’anno, utilizzando macchine innovative per la stampa 3D, fondamentali per lo sviluppo rapido dei prototipi per i propri clienti.
L’acquisizione del controllo di Tre Zeta era stato il primo deal per Koinos Capital, condotto come detto sopra dal fondo Koinos Uno. Successivamente, a marzo 2022, il fondo, in qualità di lead investor, insieme a HAT sgr, attraverso il fondo HAT Technology & Innovation, ha acquisito la quota di maggioranza di Platum, specializzata in mobilità elettrica urbana, per un valore di circa 57 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). A ottobre 2022, poi, il fondo ha rilevato la maggioranza di Rosa Ermando, azienda produttrice di macchine rettificatrici, per sostenerne la futura crescita (si veda altro articolo di BeBeez). E ancora, il fondo una settimana fa ha acquisito il 100% di Masterbatch srl, società con sede a Casei Gerola (Pavia), specializzata nella produzione di masterbatch additivi ritardanti di fiamma con i quali serve il mercato dell’edilizia e dei cavi elettrici (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione, finanziata da Banca Iccrea, è stata condotta dal fondo attraverso la newco Impact Formulators Group, sotto la quale stata spostata anche la partecipazione in Ultrabatch, società acquisita da Koinos lo scorso luglio attiva nell’agritech e specializzata nella produzione di masterbatch additivi per l’agricoltura (si veda altro articolo di BeBeez).
Koinos Capital è la ex joint venture tra Anthilia sgr e Augens Capital lanciata nel marzo 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) ma mai decollata, e che nel luglio 2019 era stata comprata da Gianni Mion (ex top manager dei Benetton e presidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton) e Carmine Meoli (ex consigliere di Autogrill), insieme a Marco Airoldi (ex ad e dg del gruppo Benetton), Francesco Fumagalli (figlio di Beppe e oggi anche attivo investitore in startup, per esempio in Cantieri Digital Medtech, in Will e in Pasta Evangelist), Matteo Manfredi e Cristiano Cirulli e poi ribattezzata appunto Koinos Capital (si veda altro articolo di BeBeez), con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di aziende italiane familiari eccellenti di fatturato compreso tra i 20 e i 100 milioni di euro e sostenerne i processi di aggregazione e di consolidamento settoriale (buy and build).
Nel luglio 2021 Beppe Fumagalli, ex proprietario, insieme al fratello Aldo, dell’iconica azienda di elettrodomestici Candy, ha acquisito la maggioranza relativa della sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, Fumagalli ha comprato il 31,5% della sgr in mano a Mion e il 7,5% di Meoli, diventandone così il primo azionista, dopo l’ok della Banca d’Italia al passaggio delle azioni, arrivato lo scorso 23 giugno. Contestualmente Mion e Meoli hanno ceduto a Fumagalli anche le rispettive quote nel fondo (a eccezione di alcune quote B) e si sono dimessi dalle rispettive cariche di vice-presidente e di amministratore con deleghe della società, con conseguente totale disimpegno rispetto alle posizioni primai ricoperte.