ArteFiera torna a Bologna dal 2 al 4 febbraio e festeggia il suo cinquantesimo compleanno, con un allestimento più arioso per un’edizione frizzante, senza perdere la dimensione storica. La manifestazione del 2024 rivisita infatti episodi, opere e pubblicazioni delle prime edizioni, a partire da quella del 1974, anno di fondazione, che la imposero in poco tempo a livello internazionale, e non è un caso il ritorno di Maurizio Cattelan. Confermati i padiglioni 25 e 26 della scorsa edizione, tradizionalmente associati alla fiera, e le collaborazioni vincenti, a partire da quella fra il direttore artistico Simone Menegoi ed Enea Righi, manager e collezionista di livello internazionale, come direttore operativo.
Sono 196 gli espositori tra i quali è da segnalare il ritorno di gallerie come Apalazzo Gallery, Laveronica, Lia Rumma, Lorenzelli Arte, Franco Noero, Ronchini e Sprovieri. Bologna apre le danze italiane dell’arte moderna e contemporanea con una dimensione squisitamente nazionale che non è una diminutio quanto un elemento caratterizzante, un salotto di incontri e appuntamenti aperta alle novità.
La Main Section spazia dal moderno all’arte post-bellica, fino al contemporaneo di ricerca, con un forte accento sull’arte italiana. Anche quest’anno comprende Percorso, un itinerario che collega un certo numero di stand secondo un criterio tematico, che per il 2024 è rappresentato dal disegno, una dimensione che sta tornando sotto i riflettori. Sezione portante con le grandi gallerie che offrono una prova di forza e si dedicano per lo più alle grandi antologiche.
Fotografia e immagini in movimento, punto di riferimento per collezionisti e appassionati di fotografia, affronta il mezzo fotografico da una prospettiva ampia e in dialogo anche con altri media, come il video. Per il secondo anno la sezione è affidata a Giangavino Pazzola, curatore di Camera-Centro Italiano per la Fotografia a Torino. Dopo alcune edizioni nelle quali quest’arte aveva preso il sopravvento non viene ridimensionata quanto ritagliata con uno spazio ad hoc.
Pittura XXI è una panoramica della pittura del XXI secolo, italiana e internazionale, che spazia dai talenti emergenti agli artisti mid-career. La curatela della sezione è riconfermata al critico e curatore indipendente Davide Ferri.
La sezione Multipli, affidata per la prima volta alla curatela del critico e storico dell’arte Alberto Salvadori, include tanto gallerie quanto librerie specializzate ed editori, e spazia dal libro alla stampa, dalla scultura in edizione al gioiello d’artista, in una panoramica sfaccettata e inclusiva dell’arte moltiplicata, rivolta soprattutto ai giovani collezionisti con un’ottica di inclusività soprattutto in termini di mercato e accessibilità.
Maurizio Cattelan torna con Because
L’artista veneto, torna in fiera dopo oltre 30 anni, quando si presentò a Bologna con uno “stand abusivo”. Per l’edizione 2024, Mutina costruisce un display per il nuovo progetto di Maurizio Cattelan, con le ceramiche ideate dal designer cipriota Michael Anastassiades. Il brand di ceramica che può contare sulle creazioni delle più grandi firme del design italiano e internazionale rinnova la sua partnership con la fiera da quattro edizioni, cogliendo anno dopo anno l’opportunità per mettersi in gioco. Nel 2023, in collaborazione con Mousse, Mutina si è dedicata a creare un grande stand ceramico dedicato ai libri e all’editoria.
Per la cinquantesima edizione della kermesse, nata nel 1974, e dunque fiera d’arte più longeva d’Italia, l’azienda di Fiorano Modenese invece propone un progetto espositivo modulato intorno all’artista dopo quella lontana apparizione come “infiltrato” nel 1991, quando si presentò a Bologna con uno stand abusivo, un banchetto a forma di campo da calcio, con piano in polistirolo rivestito di panno. Questa volta la scenografia è il progetto Beacause, “un corto circuito che diviene racconto, tra regole infrante e complicità”. Il display creato per l’occasione è la collezione ceramica Fringe, disegnata per Mutina da Anastassiades, mentre a curare il progetto è Sarah Cosulich, curatrice di Mutina for Art, percorso non-profit che dal 2017 l’azienda ceramica dedica all’arte contemporanea, per raccontare le molteplici connessioni tra la visione del brand e la creatività del presente. Nello specifico il progetto mette in dialogo due opere di Cattelan, all’interno di uno spazio creato ad hoc, annunciato come un intervento che lascia il pubblico senza certezze.
Il Premio ANGAMC
In occasione del cinquantesimo anniversario di ArteFiera, l’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, nata nel 1964 e unica voce a livello nazionale a rappresentare la categoria, ha presentato la sesta edizione del Premio ANGAMC, l’unico riconoscimento italiano che valorizza la storia e la carriera di un gallerista distintosi nel panorama nazionale ed internazionale per meriti umani e professionali. Quest’anno il Premio alla carriera è stato assegnato a Lia Rumma, fondatrice dell’omonima galleria d’arte con sedi a Napoli e Milano. Come si legge nella motivazione ufficiale, Lia Rumma viene premiata “per il suo appassionato e costante lavoro di ricerca, sperimentazione e promozione degli artisti e dell’arte contemporanea e per la qualità della proposta espositiva che, in oltre cinquant’anni di attività e straordinario impegno, hanno confermato l’importanza del ruolo del gallerista nel diffondere la cultura dell’arte nel mondo”.
Come ha dichiarato il presidente Andrea Sirio Ortolani, “con il Premio ANGAMC intendiamo sottolineare l’importanza di una figura professionale che svolge un ruolo fondamentale all’interno del sistema dell’arte, sostenendo il mercato e favorendo la diffusione della cultura. Il gallerista si pone, oggi, in maniera trasversale, grazie a connessioni privilegiate con il pubblico e relazioni continuative con musei, fondazioni, istituzioni e operatori di settore. Il nostro Consiglio direttivo è lieto di poter valorizzare questa professionalità anche attraverso l’assegnazione del Premio ANGAMC alla carriera all’interno di ArteFiera Bologna, proprio nell’anno in cui si celebrano i cinquant’anni della fiera più longeva d’Italia e i sessant’anni della nostra Associazione”.
Istituito nel 2017, viene attribuito ogni anno a un gallerista affiliato all’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea per decisione del Consiglio direttivo, dopo la discussione collegiale delle proposte emerse all’interno dello stesso. Nel 2017 è stata premiata Carla Pellegrini (Galleria Milano, Milano) «per la straordinaria attività di promozione artistica e culturale condotta con la Galleria Milano dal 1964 e per la sua attiva partecipazione all’Associazione fin dalla sua fondazione». Nel 2018 il riconoscimento è stato attribuito a Giorgio Marconi (Studio Marconi/Galleria Gió Marconi, Milano) «che dal 1965, con il suo straordinario lavoro dedicato all’arte e alla promozione degli artisti, ha nobilitato la preziosa professione del gallerista». Nel 2019 è stato conferito il premio alla memoria di Pasquale Ribuffo (Galleria De’ Foscherari, Bologna), «nome importante attorno al quale si è raccolta la città di Bologna e si è riconosciuta l’intera comunità dell’arte». Nel 2020 è stato premiato Roberto Casamonti (Tornabuoni Arte, Firenze, Milano, Parigi, Crans Montana, Forte dei Marmi), «che ha saputo imporsi nel difficile mondo dell’arte internazionale divenendo un modello per chi, agli albori della propria attività di gallerista, sogna di esportare la propria idea di arte, avendo l’opportunità di collaborare, da interlocutore privilegiato, con rilevanti istituzioni museali». La cerimonia di premiazione del 2020 è stata, inoltre, anticipata da un sentito ricordo di Ginevra Grigolo (1935-2019), fondatrice della Galleria Studio G7 di Bologna, gallerista che ha fatto «di passione lavoro, di lavoro vita». Nel 2022 è stato, infine, conferito il Premio ANGAMC 2021, non assegnato in precedenza a causa dell’emergenza sanitaria. A vincerlo, il compianto Antonio Tucci Russo (Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice e Torino) «per il suo costante lavoro di ricerca, la proposta artistica di alto valore culturale e lo straordinario impegno di promozione dell’arte contemporanea svolto in cinquant’anni di attività».
Daniela Ortiz porta in Fiera Tiro al Blanco con una performance partecipativa
In occasione dell’edizione 2024 si rinnova, per il secondo anno, la collaborazione fra Arte Fiera e Fondazione Furla per il programma di azioni dal vivo curato da Bruna Roccasalva, direttrice artistica della Fondazione con l’artista Daniela Ortiz, un’artista peruviana da sempre impegnata a indagare i complessi sistemi di potere politici, economici e culturali che governano il mondo, e in modo particolare i meccanismi istituzionali che esercitano violenza sulle popolazioni del Sud del mondo. Attraverso un’ampia varietà di mezzi espressivi, dal video alla fotografia, dalla pittura alla performance, Ortiz crea narrazioni visive che esplorano criticamente le nozioni di razza, nazionalità, classe sociale, rivelando l’ideologia discriminatoria che si cela nelle strutture di potere coloniali e capitalistiche. In Fiera ha presentato Tiro al Blanco, ambiziosa installazione concepita per l’occasione attivata da una performance partecipativa, realizzata con il partner tecnico MaI.E.InfrastruttrEcologia di Mirandola, in provincia di Modena.
L’opera è il frutto di una più ampia riflessione critica sull’egemonia del Nord sul Sud del mondo con un focus sulla centralità che l’industria militare ha nel rafforzamento di questa supremazia.
Nel 1936, poche settimane prima del colpo di Stato che portò alla guerra civile spagnola, Daniel Guerin pubblicò il libro Fascismo e gran capitale, uno dei primi documenti che denunciano l’esistenza di un’industria militare interessata a imporre la guerra in Europa e nel Sud del Mondo. Da allora questa industria si è evoluta enormemente, sviluppando una sofisticata tecnologia concepita per uccidere sempre più persone e da una distanza sempre maggiore, e ha incrementato in maniera esponenziale anche la propria potenza economica e politica. Come spesso nelle opere della Ortiz, il messaggio passa attraverso il gioco dell’ironia: l’artista ha deciso di ideare uno stand di tiro a segno, ispirandosi per struttura e funzionalità alle comuni bancarelle da luna park ma ripensandone completamente il contenuto, sia per quanto riguarda i bersagli da colpire sia in merito ai premi in palio. I bersagli riproducono le sagome di loghi aziendali e armi di diversa natura come mitragliatrici, missili o droni, i premi celebrano personaggi del passato e del presente che hanno lottato contro capitalismo, imperialismo e colonialismo, come Lenin, Daniel Guerin, Frantz Fanon e Vijay Prashad, i cui libri più celebri sono riprodotti sotto forma di minuscole sculture in ceramica. Tra gli oggetti in palio ci sono anche coloratissimi burattini in legno e marionette da dito, un omaggio a eroi di pace come i medici delle zone di conflitto, che sfidano i bombardamenti nelle loro ambulanze, o i gruppi di lavoratori che si ribellano opponendosi al trasporto di armi attraverso i porti.
Un performer si aggira tra i corridoi della fiera invitando il pubblico a partecipare al gioco.
a cura di Ilaria Guidantoni