Entro il 2026 Illycaffè spa si quoterà in Borsa. Lo ha affermato Cristina Scocchia amministratore delegato della società produttrice di caffè, che fa capo alla holding di famiglia Gruppo Illy spa (80%) e, per il 20%, a Rhône Capital. La società di private equity globale era entrata nel capitale di illycaffè spa nel 2020, attraverso Ambrosia Holdings sarl (si veda altro articolo di BeBeez).
Sul tema quotazione, “ci crediamo molto, ci stiamo adoperando”, ha detto Scocchia a margine dell’evento W Leadership Summit, La leadership al femminile, organizzato lunedì 12 febbraio da Class Editori. “Nel 2022 abbiamo adottato i criteri IFRS, dopodiché abbiamo iniziato a fare un bilancio integrato e quest’anno continueremo”, ha spiegato ancora la manager, precisando che saranno gli stakeholder a valutare “la tempistica e la piazza esatta”.
Anche in un’intervista a fine gennaio scorso a Nord Est Economia Scocchia aveva confermato il progetto di quotazione entro il 2026: “Con il presidente Andrea Illy abbiamo ribadito la volontà di quotare Illycaffè nel 2026 come indicato nel piano industriale. Stiamo rispettando la tabella di marcia e siamo già passati ai principi contabili internazionali e alla redazione del bilancio integrato della sostenibilità dell’azienda per essere pronti a questo passaggio importante per l’azienda”.
Scocchia peraltro era stata chiamata a inizio 2022 dalla famiglia Illy a guidare l’azienda proprio con il mandato di portarla in Borsa. Allora, era stato scritto in una nota del gruppo, la nomina di Scocchia, che faceva già parte del consiglio di amministrazione di Illy dal 2019, era stata stata anticipata rispetto alla scadenza del mandato del precedente ceo Massimiliano Pogliani, “in considerazione della fase positiva del mercato dei capitali e della volontà di avviare il processo di quotazione, nonché della volontà di Massimiliano Pogliani di perseguire altre esperienze professionali” (si veda altro articolo di BeBeez).
Ora i tempi paiono essere maturi, anche alla luce dei buoni risultati 2023 di cui sono stati anticipati alcuni dettagli dalla stessa Scocchia nell’intervista a Nord Est Economia, insieme a una prospettiva per l’anno in corso: “Non posso anticipare i numeri che saranno approvati dal cda il 30 marzo, ma posso confermare che siamo in linea con i risultati ottenuti lo scorso anno che già era stato un anno record”. In particolare, ha aggiunto: “Il 2024 sarà un altro anno di forte crescita per Illycaffè. Siamo molto soddisfatti perché il fatturato 2023 è cresciuto del 5% e siamo riusciti a conquistare importanti quote di mercato in tutti i principali Paesi. Stimiamo una crescita a doppia cifra dell’utile netto e dell’ebidta. Gli obiettivi del piano industriale al 2028 prevedono un’ulteriore accelerazione del nostro sviluppo internazionale globale”.
Già il primo semestre 2023 si è chiuso con un incremento del 5% dei ricavi rispetto al 2022, con un risultato particolarmente positivo negli Stati Uniti (+16%), e con un aumento della redditività del 21% (si veda qui il comunicato stampa). Mentre la società aveva chiuso il 2022 con 567,7 milioni di euro di ricavi (+13,6%), 78,2 milioni di ebitda rettificato (+10,6%), 14,2 milioni di utile netto (+18,9%) e debito finanziario netto di 154,3 milioni, in aumento del 25% principalmente per effetto dell’aumento generalizzato dei costi delle materie prime e del piano di investimenti sostenuto nel 2022 si veda qui il comunicato stampa di allora). Investimenti che continuano. Si leggeva nella nota sui conti, infatti, che “lo sviluppo atteso sarà sostenuto da un importante piano di investimenti di 270 milioni di euro, di cui 120 milioni di euro destinati a un forte ampliamento produttivo e logistico concentrato a Trieste, il sito produttivo strategico del gruppo e dedicato alle fasi critiche del processo di produzione”.
Sempre in vista della quotazione, nella seconda metà del 2023 è stato avviato un riassetto organizzativo dell’intero gruppo, dopo che già a fine 2022 I fratelli Illy avevano raggiunto un accordo in base al quale Anna, Riccardo e Andrea Illy, attraverso la holding RAA spa, avevano acquistato l’intera partecipazione detenuta da Francesco, cioé il 20,7%, nella holding familiare e a cui facevano capo sia IllyCaffè sia la sub-holding Polo del Gusto che raggruppa i marchi di thè (Dammann Frères), cioccolato (Domori), confetture (Agrimontana), vino (Mastrojanni), biscotti (Pintaudi), bar e gelaterie (Fgel), oltre la britannica Rococo Chocolate, l’85% di Pintaudi, marchio specializzato in prodotti da forno e i succhi di frutta di Achillea (si veda altro articolo di BeBeez). In questo momento, quindi, il 73,22% della holding fa capo a RAA spa, il 10% ad Anna Rossi (madre di Andrea e Anna Illy), e il 5,6% a testa ad Anna, Andrea e Riccardo Illy (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente), con RAA che a sua volta fa capo ad Andrea o e Anna per il 33,33% ciascuno, a Riccardo per il 17,16% e per il 16,18% a Daria Illy, figlia di Riccardo e nipote di Andrea e Anna.
Ora, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la riorganizzazione decisa lo scorso anno porterà Riccardo Illy a possedere (attraverso la la holding Exgi) il 95% delle attività del Polo del Gusto, di cui è presidente, mentre rimarranno soci con il 2,5% ciascuno il gruppo Illy e la famiglia Ponti (quest’ultima entrata nel capitale di Polo del Gusto on il 2,5%, dopo avergli venduto Achillea nel 2022, si veda altro articolo di BeBeez). Ai fratelli Andrea e Anna Illy andrà poi l’80,5% di RAA spa (la holding di Gruppo Illy), mentre il restante 19,5% farà capo a Daria. Quanto a IllyCaffé, resterà controllato al 70% da Gruppo Illy e partecipato al 20% da Rhone Capital, con l’altro 10% che sarà suddiviso per il 5% ciascuno tra Anna e Andrea, rispettivamente attraverso Sunshine srl e Finilly srl, risultanti dalla scissione della Gruppo Illy.