La collezione autunno-inverno 2024/25 di Maria Calderara e le opere di Eugenio Tibaldi si incontrano nello Spazio Maria Calderara di Milano, in via Lazzaretto 15, aperto al pubblico fino al 7 marzo all’interno del cortile di un palazzo a due passi da Corso Buenos Aires.
Un ambiente di grande suggestione, pulizia architettonica e delicatezza, la stessa che la stilista ha utilizzato nell’avvicinare, per la prima volta, l’arte di Eugenio Tibaldi al mondo della moda, con una capacità maieutica singolare. Maria Calderara ha saputo leggere attraverso i segni e reinterpretare, animare le opere dell’artista con abiti scultura, molto pratici peraltro, che diventano, una volta indossati, dei tableaux vivants. La loro conoscenza è legata al fatto che la stilista è collezionista d’arte e ha in collezione anche delle opere di Tibaldi e la loro conversazione assume connotati di originalità che ormai raramente si vedono senza per altro esagerare, debordare, regalando una visione di singolare armonia.
Speaking Birds FW 24/25 è un invito a parlare, a immaginare una donna libera che si esprime al di là del politicamente corretto, che sa affrontare se stessa e il mondo con ironia, per una narrazione che sovverte l’equilibrio tra margine e centro. Ed è proprio dalle marginalità territoriali individuate nelle periferie o nelle città di provincia che parte la ricerca di Eugenio Tibaldi la cui scelta, come egli stesso ci ha raccontato, denuncia già il suo punto di vista: quello dei super-luoghi perché le periferie a suo avviso non sono dei non-luoghi come spesso si definiscono. Sono invece zone meno legate alla stratificazione storica, meno bloccati dei centri storici. Nelle opere, alcune delle quali esposte nello Spazio Maria Calderara c’è però solo una ricerca estetica, non un messaggio esplicito, non una denuncia e forse neppure un’analisi.
Maria Calderara prosegue il suo percorso di esplorazione delle arti visite con una collezione caleidoscopica e inafferrabile: il passo a due con l’artista nasce nel 2015 e solo nel 2019 si visualizza in una realizzazione. Dopo le capsule collection dedicate agli autori storicizzati Gianni Pettena, Luca Maria Patella e Antonio Scaccabarozzi, ecco il dialogo con Eugenio Tibaldi, nato ad Alba, in provincia di Cuneo, nel 1977, artista visionario da sempre attratto dalle dinamiche e dalle estetiche marginali, nonché dal complesso rapporto fra economia e paesaggio contemporaneo. Lo stesso titolo Speaking Birds FW 24/25 è legato a una serie realizzata da Tibaldi per un anno intero, disegnando un uccellino ad ogni risveglio, un acquarello accompagnato da un messaggio, riprodotto su magliette nere; la presenza degli uccelli è poi anche nell’installazione al centro della sala con un ramo d’albero che funge da stampella per un abito bianco, simbolo della collezione.
In anteprima alcuni capi della collezione autunno inverno 2024/25 di Maria Calderara in occasione della settimana della moda unitamente a dei gioielli che conversano con le opere di Eugenio Tibaldi, che offrono un excursus attraverso le sue ricerche degli ultimi vent’anni. Partendo dalle visioni degli spazi periferici dei primi anni 2000, Landscape e Geografie economiche, passando per le ricerche sulle architetture informali del cuore di Napoli, Questione d’appartenenza, fino a giungere agli uccellini, Pin, che l’artista ha scelto nelle sue ultime produzioni per narrare le dinamiche e i margini della società contemporanea.
L’artista ha abitato a Napoli per 17 anni cambiando otto case praticamente tutte in periferia e ha fatto un lavoro sulle edicole votive, Questione d’appartenenza 01, riprodotte e stampate da Maria Calderara su un abito traforato. Nasce così il puppet dress la cui realizzazione è un mix di tecnologia, arte, invenzione, dedizione e fiducia, in una parola devozione. Questo progetto, in cantiere dal 2019, prende vita su un tessuto tecnico stampato e successivamente traforato con estrema precisione a laser (la scelta dopo lunga ricerca è caduta su un artigiano di mobili), per poi essere assemblato con un sapiente lavoro artigianale. Il tessuto è double face, l’abito reversibile, un universo di Madonne multicolore da una parte e dall’altra la negazione delle stesse nel nero.
Un pannello racconta 4.800 porte e finestre abusive del centro di Napoli, che evidenzia anche il paradosso di non cercare il degrado in periferia: l’autore tra l’altro ha svolto un lavoro sui tubi abusivi sulle facciate con la curiosità di rintracciare un’estetica non codificata nella città che considera la più internazionale d’Italia, in un senso naturalmente molto diverso dal modo in cui lo è Milano.
“Nel tempo, ho compreso l’importanza di poter parlare attraverso il mio lavoro”, racconta Maria Calderara, “per creare una sorta di dialogo personale, un gioco di intese con chi indosserà i miei capi. Costruire questa connessione attraverso l’arte e gli artisti è un privilegio. Con Eugenio mi lega un’amicizia sincera, fatta di dialoghi intensi e di stima reciproca. Interpretare le sue opere è stato naturale perché i suoi lavori sono presenti da anni nel mio quotidiano, ma allo stesso tempo è stato un processo lungo e complesso. Forse perché la conoscenza della sua meticolosa ossessione mi ha imposto una ricerca profonda non solo sui modelli, ma anche su materiali, lavorazioni, rammendi e trame dei tessuti; nulla poteva essere lasciato al caso. Così come i materiali dialogano con la luce e con lo spazio, ridefinendo le linee del corpo, allo stesso modo le pennellate bianche e nere non cancellano, ma coprono qualcosa che è celato sotto”.
La collezione Speaking Birds FW 24/25, ispirata all’immaginario di Tibaldi, presenta una serie di abiti che trasmettono messaggi forti, ironici e dissacranti. Gli uccellini, solitamente noti per il loro canto, parlano e fanno dichiarazioni audaci, ponendo domande e rivelando verità nascoste. Dettagli unici che invitano ad andare oltre il disegno per indagare ciò che si nasconde sotto la trappola della superficie.
I tessuti, tipicamente maschili, vengono ridefiniti come gessati, con righe sottili e vicine solo sul davanti, che lasciano il posto al nero sul retro. Altri, realizzati con un filo bouclé bianco o nero, contrastano con gonne femminili dai grandi spacchi e con origami di taffetas che creano volume e trasparenze. Nastri volumetrici, applicati su tubini neri, trasformano le normali geometrie del corpo e ricordano gli svincoli autostradali della serie di Tibaldi Italian exit, riportando la forma estetica alla sua centralità, privata da ogni tipo di funzione.
All’interno di camicie, giacche e trench si nascondono ulteriori riferimenti alla ricerca artistica di Tibaldi, che dialogano con l’abito esterno e stabiliscono un rapporto con chi li indossa. L’accuratezza di Maria Calderara nelle texture, nei materiali e nelle lavorazioni, da quelle più tecnologiche a quelle completamente manuali, sembra fare da sponda alla ricerca sulle estetiche del margine portata avanti nel tempo da Tibaldi.
Nella collezione Speaking Birds FW 24/25 è possibile scorgere una molteplicità di parallelismi tra le ricerche di Maria Calderara ed Eugenio Tibaldi, a volte palesi, a volte puramente concettuali: la trama dei copertoni nelle increspature dei tessuti, le crepe della periferia nei rammendi fatti a mano sui colletti delle giacche, le geografie informali nell’ecopelle stropicciata. Una collezione per tutte le persone curiose, che esplora nuove strade facendosi manifesto di libertà di pensiero e di espressione.
Le Geografie economiche di Tibaldi disegnano paesaggi urbani e mappe di un luogo concettuale che si definisce a partire dalla cancellazione di tutto quello su cui l’artista non sta lavorando. Incredibili le mappe della città di Verona disegnate sulla base di alcuni studi sui centri di potere, le proprietà della chiesa e quelli militari che tracciando una cartina molto diversa da quella ordinaria. Incredibile la lettura di Maria Calderara che rende queste linee gioielli, come nel caso dei 51 quadri di piccole dimensioni con pittura oro e acquerello nero. La bellezza estetica di una decorazione astratta è in realtà la riproduzione, anzi la trasfigurazione che Tibaldi fa delle uscite autostradali della Salerno-Reggio Calabria dopo una sua esperienza faticosissima per una chiusura autostradale in una notte. Ecco che il tracciato tecnico e realistico perde la sua funzionalità per acquisirne una preziosa, forse anche ideale di quello che sarebbe potuta essere l’opera una volta finita o allusiva del costo di un’infrastruttura non-finita.
E ancora tra i Landscape, una serie di cui in mostra c’è un’opera con la reclame del circo di Moira Orfei, dedicata a un paesaggio urbano fotografato sempre nello stesso punto ogni volta che veniva cambiato il cartellone pubblicitario. Per sottrazione, cancellando con la pittura bianca, gran parte dell’ambiente si determina un paesaggio post-umano di cui una parte è riprodotto all’interno di una giacca reversibile con dei rammendi in rosso su una spalla a indicare la ricucitura delle periferie, senza intervenire però in modo aggressivo.
Infine, l’ultima creazione di Maria Calderara presenta una giacca in un tessuto singolare il cui effetto che mima la superficie degli pneumatici, presenti in un’opera in mostra di Tibaldi, è ottenuto da una lavorazione del cotone con un’imbottitura cucita a mano.
a cura di Ilaria Guidantoni