Da sabato 2 marzo, e fino al 9 giugno, alla Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi di Arezzo, parte del patrimonio di Intesa Sanpaolo, è aperta al pubblico la mostra La libera maniera. Arte astratta e informale nelle collezioni Intesa Sanpaolo organizzata e promossa da Intesa Sanpaolo, Fondazione Ivan Bruschi e Fondazione CR Jesi, in sinergia con Gallerie d’Italia (si veda qui il comunicato stampa).
L’esposizione, di cui è curatore Marco Bazzini, uno dei più noti studiosi dell’odierna cultura figurativa, attinge alle prestigiose collezioni di Intesa Sanpaolo, nel quadro di un’efficace collaborazione che anche nel 2023 è stata attivata con le due Fondazioni e che avvia un innovativo percorso espositivo in due tappe, prima ad Arezzo e poi a Jesi, dal 7 dicembre 2024 al 5 maggio 2025.
La mostra, attraverso una selezione ragionata di 34 opere che costituiscono il nucleo centrale delle due tappe espositive, prende in considerazione il periodo tra la fine della Seconda guerra mondiale e l’inizio dei favolosi anni Sessanta in Italia. Un decennio o poco più in cui si ricostruisce il Paese per lasciarsi alle spalle le rovine materiali delle città, dell’economia e della società civile e allo stesso tempo, in quello che può essere immaginato come un abbandonato e incolto territorio, inizia anche la ricostruzione di una coscienza culturale che aveva pesantemente sofferto le restrizioni del Ventennio.
Gli anni Cinquanta sono gli anni della rinascita del Paese, della formazione della Repubblica, del
risvegliarsi delle arti attraverso molteplici esperienze che non risparmiano accese polemiche. Il dibattito
guidato da fronti opposti che non ignorano differenti orientamenti politici, oltre che poetici, è la prova di una vera vitalità e ripresa dell’arte italiana.
Luca Benvenuti, presidente della Fondazione Ivan Bruschi, ha commentato: “Esprimo la massima soddisfazione nell’essere riusciti a organizzare ad Arezzo, grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo e con Fondazione CR Jesi, un’esposizione che offre l’opportunità ai visitatori di godere di
opere di artisti di caratura internazionale come tra i tanti Afro, Burri e Fontana, oltre a una selezione
di rilievo di importanti artiste come Carla Accardi e Carol Rama. Un progetto che arricchisce la proposta culturale e turistica della nostra città, che siamo molto lieti possa proseguire da fine anno
nella tappa di Jesi”.
“La condivisione delle opere d’arte di proprietà, anche al di fuori di Gallerie d’Italia, oltre le sedi di rappresentanza e i caveau aperti al pubblico, racconta l’impegno di Intesa Sanpaolo nel mettere sempre più a disposizione un patrimonio di forte significato identitario”, ha dichiarato Michele Coppola, executive director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo. “Il lavoro di valorizzazione intorno alle collezioni diventa a sua volta momento prezioso di dialogo con i territori e ragione di sinergia con le principali realtà del Paese. Ne è prova significativa La libera maniera realizzata insieme a Fondazione Ivan Bruschi e Fondazione CR Jesi che, nella sua prima tappa ad Arezzo, conferma la presenza della banca a fianco della Casa Museo per contribuire ad arricchire la bellezza della città toscana”.
“La mostra La libera maniera è il frutto della collaborazione che la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi ha ormai da qualche anno con Intesa Sanpaolo. Collaborazione che lo scorso anno ha dato vita alla mostra Habitat. Le forme e i modi della natura“, ha sottolineato Mauro Tarantino, segretario generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. “La piena sintonia e condivisione di obiettivi tra Fondazione CRJ e Intesa Sanpaolo è sfociata nel 2024 in questa nuova esposizione, che vede coinvolta anche la Fondazione Ivan Bruschi di Arezzo, a dimostrazione che è fondamentale ampliare la sinergia tra istituzioni, per diffondere ulteriormente il valore e la bellezza delle collezioni d’arte, rendendole fruibili a un pubblico sempre più ampio e in luoghi diversi da quelli in cui sono abitualmente presentate”.
“Questa mostra conferma un dialogo, sul tema del collezionismo, in grado di avviare una collana di
progetti coerente con l’identità istituzionale della nostra Fondazione Bruschi, e di ampliare sul piano
interdisciplinare una gamma di eventi capaci di attrarre un sempre più numeroso pubblico, richiamato
dalla suggestiva alternanza di memorie dell’antico e aperture sulle poetiche del tempo presente”, ha precisato Carlo Sisi, conservatore della Fondazione Ivan Bruschi. “Non a caso il titolo della mostra La libera maniera intende richiamare, in un’audace traiettoria, la rivoluzione stilistica dell’arte cinquecentesca che ebbe protagonista indiscusso Giorgio Vasari, che quest’anno si celebra con una serie di importanti eventi ad Arezzo e nel nostro museo nell’ambito del programma di iniziative Officine Vasari”.
L’esposizione parte presentando quella breve esperienza astratta avutasi tra le due guerre con personalità come Alberto Magnelli e Corrado Cagli, per poi aprirsi a una libertà di maniere, da qui il titolo della mostra che vuole essere anche un omaggio a Giorgio Vasari nell’anno delle sue celebrazioni, che guardano all’arte polimaterica come in Alberto Burri o a nuove dimensioni come in Lucio Fontana e con lui in Edmondo Bacci e Gino Morandis.
Nelle sale espositive di Casa Bruschi, troviamo le opere di giovani artisti che si indirizzano verso esperienze che scoprono il segno, Carla Accardi, Achille Perilli e Antonio Sanfilippo (esponenti anche del gruppo
Forma), ma anche il gesto, come quello rivoluzionario di Emilio Vedova. Oppure, si rivolgono a una
realtà concreta che supera ogni estrazione dal reale cercata dal Movimento Arte Concreta, presente in
mostra con Gillo Dorfles, Bruno Munari, Atanasio Soldati, Gianni Monnet. E ancora c’è chi come Birolli e Morlotti guardano alla natura con dense superfici pittoriche o, al contrario, chi scruta l’universo atomico sia del micro che del macro cosmo, come Enrico Baj e Guido Biasi. Anche le artiste prendono parte a questa nuova dimensione con una sensibilità fortemente autonoma: oltre ad Accardi sono esposte opere di Carol Rama, Renata Boero, Regina e Paola Levi Montalcini. Infine, un nucleo di artisti che si forma in questi anni ma che da tali premesse salta oltre l’Informale per guidare le ricerche del decennio successivo in cui si conquistano nuove dimensioni pittoriche: Toti Scialoja, Gastone Novelli, Mario Nigro ed Enrico Castellani.
La libera maniera vuole proprio evidenziare la diversificata e multiforme azione che gli artisti durante gli anni Cinquanta portano avanti. Un periodo fondamentale per gli sviluppi dell’arte italiana che le collezioni di Intesa Sanpaolo riconoscono per la sua importanza fin dai tempi della Banca Commerciale e di cui conservano una ricca raccolta, tra cui queste opere pregiate in mostra alla Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi fino al 9 giugno. Domenica 3 marzo la Casa Museo Ivan Bruschi offre l’ingresso gratuito ai visitatori, consentendo l’accesso alla nuova mostra, in linea con l’iniziativa del Ministero della Cultura e con Gallerie d’Italia, polo museale di Intesa Sanpaolo.
Per informazioni
Luogo: Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi, corso Italia 14, Arezzo; www.fondazioneivanbruschi.it
info@fondazioneivanbruschi.it; tel. 0575354126.
Orari: dal mercoledì alla domenica, 10-13 e 14-18.
Biglietti: intero 10 euro inclusa mini guida alla mostra; ridotto 8 euro inclusa mini guida alla mostra per
convenzionati, minori di 18 anni, maggiori di 65 anni, studenti, militari, clienti del Gruppo Intesa
Sanpaolo, gruppi superiori a 15 persone.
Tappa espositiva di Jesi: Palazzo Bisaccioni, Piazza Colocci 4, Jesi; dal 7 dicembre 2024 al 5 maggio 2025.
a cura di redazione