Emmelibri – Messagerie controllerà il 51% de Il Libraccio, la catena di libri usati più grande d’Italia, se l’operazione che è stata resa nota venerdì scorso sarà approvata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (si veda qui il comunicato stampa). Il capitale della società acquirente fa capo al 100% a Messaggerie Italiane, di cui coordina le attività di distribuzione, commerciali e di servizi ad editori e librai. Emmelibri – Messaggerie ha fatto sapere che realizzerà l’operazione incrementando la propria partecipazione in DMB srl, la holding di controllo de Il Libraccio, di cui oggi detiene il 10%. Le altre quote principali della holding sono di proprietà di tre dei soci fondatori de Il Libraccio, Piero Giorgio Fiechter (20,83%), Silvio Parodi (20,19%), Franco Edoardo Scioscia (17,81%), presidente dell’azienda. Il quarto fondatore era Tiziano Ticozzelli. Nel 1978 “i quattro ragazzi ventenni si conobbero al mercatino dei libri usati di Piazza Vetra, organizzato dal movimento studentesco della sinistra extraparlamentare dell’epoca”, dove si vendevano libri usati scolastici ed universitari, spiega MasterX, testata che fa capo all’università Iulm. “Visto il successo dell’attività, l’anno successivo Fiecther, Ticozzelli, Parodi e Scioscia aprirono la prima libreria indipendente in Via Corsico, sull’Alzaia Naviglio Grande, con la medesima impostazione”. Da allora una storia di crescita 45ennale, che ha portato alle dimensioni attuali, con una presenza in 34 città e 7 regioni, 61 punti vendita, e un legame stretto con i quartieri che li ospitano.
Un’altra tappa importante nella storia di Libraccio fu la creazione del sito internet libraccio.it. Fondato tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del’2000, attualmente è il più importante rivenditore online in Italia per la vendita di libri scolastici, con 550 mila utenti registrati e oltre 1 milione di libri spediti all’anno. Il sito nacque nel 2000 per dare visibilità alle librerie e dopo nove anni ebbe il momento di svolta, quando fu trasformato in libreria digitale grazie ad una partnership con IBS. Tramite un accordo, le quote di Libraccio furono poi vendute in cambio del 5,2% delle quote di IBS.
Nel 2023, il Gruppo Libraccio ha generato 110 milioni di euro di ricavi. Nel 2022, la holding DMB ha generato 47,8 milioni di ricavi, 611mila euro di ebitda e debiti netti per 4,9 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente), Il Libraccio srl, invece, ha creato 6 milioni di ricavi, 176mila euro circa di ebitda, e 572 mila euro di liquidità netta (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
LaFeltrinelli Internet Bookshop srl, cui fa capo il sito Libraccio.it, aveva generato 132 milioni di ricavi, 280mila euro circa di ebitda con 4,4 milioni di liquidità netta (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
“Messaggerie è felice di rafforzare l’alleanza con i soci di Libraccio, dopo trent’anni di collaborazione professionale e amicizia consolidate. Abbiamo l’occasione di sviluppare insieme ancor di più la catena di librerie Libraccio di grande successo nel campo dello scolastico e non solo, per noi una importante diversificazione”, ha detto Alberto Ottieri, presidente e ad della società acquirente.
“L’alleanza con Emmelibri-Messaggerie è l’evoluzione naturale di tanti anni di stretta collaborazione, di esperienze professionali, di stima e rispetto, di un’etica degli affari condivisa che mette al centro il libro come prodotto economico e culturale, alleanza che permetterà a Libraccio di proseguire con maggiore vigore il proprio sviluppo e la missione di divulgazione di contenuti editoriali con obiettivi di sostenibilità”, ha aggiunto Scioscia, presidente DMB, che in un’intervista a La Repubblica di tre mesi fa aveva fatto intendere quanto poi è accaduto con quest’ultima operazione: “le voci di acquisizione sono frequenti, ma servirebbe l’acquirente giusto”, aveva dichiarato, spingendosi poi nei dettagli dei cambiamenti in vista nell’assetto societario dell’azienda. “Noi soci fondatori deteniamo più del 70% delle azioni. Messaggerie Italiane ha già il 10%. Il restante 20% circa è in capo ad altri piccoli soci, coinvolti nella gestione delle librerie. Alcuni soci di minoranza hanno un’età importante e vorrebbero ritirarsi. Messaggerie potrebbe raggiungere il 20%, comprando un altro 10% di azioni dai soci di minoranza. È un’ipotesi allo studio”, aveva spiegato, in modo prudente rispetto a come è evoluta la cronaca.
Come accennato, Emmelibri srl fa capo interamente a Messaggerie Italiane spa, che dal 1981 ha assunto il ruolo di holding del gruppo, delineandone l’indirizzo strategico e il coordinamento gestionale, oltre a sviluppare nuovi settori di business. La proprietà è in mano alla famiglia Mauri, che ne ha la gestione dal 1937\1940, quando fu Umberto Mauri a prendere in gestione la società. La quota principale è oggi in capo a Ciaja srl (17,3%), seguono poi Lorenzo e Stefano Mauri, ciascuno con l’8,42&, Biblos di Achille Mauri (7,99%), che nel 2005 assieme a Stefano (Mauri) e Luigi Spagnol aveva fondato il Gruppo editoriale Mauri Spagnol (GeMS), fondendo in un’unica proprietà le attività editoriali delle due famiglie. Con quote superiori al 5% ci sono anche Giovanna Aureli (6,82%), la stessa Messaggerie (6%), Santiago e Sebastiano, i due figli di Achille, scomparso a gennaio 2023, ciascuno con il 5,02%, Diana Eleonora von Buch, moglie di Achille e madre dei due fratelli, con la medesima quota.
Nel complesso, a Emmelibri – Messaggerie fanno capo 16 società, di cui questa detiene partecipazioni di controllo o di rilievo (si veda lo schema qui a fianco, tratto dal sito Web dell’azienda).
Nel 2022, Emmelibri srl ha generato 20,6 milioni di euro di ricavi, un ebitda negativo per 761mila euro con 9,8 milioni di liquidità netta, a fronte di quasi 50 milioni di euro di patrimonio netto (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).