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Le Giornate di Chiavari, quattro giorni di eventi dal 30 maggio al 2 giugno, organizzati dall’assessorato alla Promozione della città, un festival ideato e diretto da Massimiliano Finazzer Flory, regista, attore e drammaturgo, un momento in cui la città si apre a cultura, storia, cinema, letteratura, mostre e spettacoli di livello nazionale, con uno sguardo rivolto alla bellezza e alla storia chiavarese.
Il festival, ci ha raccontato Finazzer, riunisce le tre identità di Chiavari, cittadina ligure in provincia di Genova, vera capitale del Tigullio, rispettivamente quella rinascimentale, risorgimentale e futurista. La prima è identificata dallo spirito incarnato dalla sua storia e dal Palazzo di Giustizia; la seconda dalle piazze, in particolare piazza Giuseppe Mazzini e la terza dal Lungomare dove spicca come un’icona Torre Fara, anima recuperata anche nel Logo del festival. L’insistenza su un’identità plurale è la metafora di una ricchezza e non di una problematicità, come spesso è stata letta la complessità.
Inoltre “per una località che trova nel turismo il suo centro di vita economica e sociale, l’identità non può che essere in movimento e declinabile secondo l’accoglienza, l’ospitalità e l’inclusione”, ha precisato il direttore artistico del Festival. A questo si aggiunga che l’auspicio a destagionalizzare il turismo è nel segno della continuità perché “il turismo ha una sola stagione, quella della cultura se non lo si intende come mera mercificazione o in senso consumistico”.
Per questo il Festival è concepito come un palinsesto aperto che vedrà due momenti in settembre, rispettivamente il 21 e il 25, La Giornata Mondiale della Gratitudine e dei Sogni. Per Finazzer “la gratitudine è restituire ai nostri figli il futuro”, mentre “i sogni sono l’esercizio più concreto quando un uomo ha una visione e dei valori e per questo a tutti gli autori verrà chiesto di esprimere in tal senso il punto di vista personale”.
Come nasce l’idea delle Giornate di Chiavari? “Sulle tracce l’esperienza del Festival della parola che ha concluso la sua esperienza, con la volontà di passare dalla Parola al Verbo e quindi al Principio. In tal senso la scelta è l’interpretazione dell’articolo 9 della Costituzione, fil rouge dell’iniziativa, che culmina nel giorno della ricorrenza della Festa della Repubblica sui punti della promozione culturale, ricerca scientifica e tutela del paesaggio e del patrimonio artistico”.
L’idea che Finazzer intende portare avanti attraverso il Festival è che i turisti siano cittadini temporanei e i cittadini turisti della propria città restituendo il territorio alla comunità che è la declinazione del turismo come democratizzazione dell’Agorà.
In particolare ci sarà la Notte bianca durante le quali Chiavari si racconterà nelle sue piazze attraverso la musica e Chiavari Segreta con due aperture d’eccezione, la riapertura del Teatro Cantero, con un omaggio ai cento anni della morte di Eleonora Duse, e l’apertura di Palazzo Marana, un edificio del Seicento, nel quale saranno organizzate delle visite. Altre visite sono previste a Palazzo Rocca per l’esibizione naturalistica dell’artista Alice Padovani – Expiring date. Compendio di animali perduti. Il tre volte premio Oscar Vittorio Storaro illustrerà il tema della luce al Cinema Mignon, anticipato dalla performance dell’artista non vedente Annalisa Minetti, con Luce in me.
Un grande omaggio alla lingua italiana si svolgerà in piazza Mazzini in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Chiavari 2 e la mostra a Palazzo di Giustizia Viaggio attraverso la lingua italiana in collaborazione con la Società Dante Alighieri. E per continuare a parlare dell’importanza della parola, su di essa ci illuminerà Massimo Recalcati, psicoanalista e saggista, con La legge della parola in Cattedrale.
Nella convinzione che il turismo sia anche formazione si è pensato a una serie di Lectio Magistralis, tra le quali merita un posto d’onore quella intitolata Verità su Kant, tenuta da Elio Franzini, a delle mostre dedicate in particolare alla Storia della Radio a 100 anni dalla sua nascita, Tanti auguri alla radio; oltre che a Dante, padre della lingua italiana, e alla Divina Commedia, appuntamento firmato dallo stesso Massimiliano Finazzer Flory, che vedrà anche un’esposizione di libri antichi dell’opera.
A celebrare la Festa della Repubblica ci sarà il Coro degli Amici del Loggione del Teatro della Scala che canteranno su musiche di Handel, Mozart, Verdi e Rossini, Puccini, Bellini. Omaggio al 2 giugno che continua con ‘Le prediche della domenica’ per celebrare i 150 anni della nascita di Luigi Einaudi.
Infine le manifestazioni legate alla Navigazione non solo verso l’orizzonte ma anche dal mare verso la terra con Mare e Miti raccontati da Marcello Veneziani e Donne e Mediterraneo raccontate da Ilaria Guidantoni. Una riflessione sui migranti che si conclude con la proiezione del film Io capitano al Cinema Mignon.
a cura di Mila Fiorentini