Performance superiori alla media del portafoglio nel 30% dei casi nel 2023, in aumento dalla già alta percentuale del 27% nel 2022. Sono quelle portate a casa, in relazione alla parte di portafoglio investito in infrastruture in Italia, dagli investitori intervistati per il sondaggio dell’EY Infrastructure Barometer 2024. Un parterre di investitori che nel 76% dei casi hanno condotto investimenti in infrastrutture in Italia negli ultimi 4 anni, soprattutto nel settore energia e telecomunicazioni (si vedano qui il comunicato stampa e qui l’intero report).
D’altra parte, in tema di energia, anche l’analisi degli ultimi report di BeBeez dedicati alle operazioni di private equity in Italia mostra che le operazioni di investimento nel settore delle energie rinnovabili hanno rappresentato in media attorno al 5-6% del totale delle operazioni (si veda qui il Report Private Equity 2023 di BeBeez, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Quanto alle tlc, è proprio in questo settore il big deal dell’anno e cioé l’operazione di scorporo della NetCo di TIM, acquisita da KKR e dai suoi coinvestitori (si veda altro articolo di BeBeez ). Altro settore che ha catalizzato l’interesse degli investitori è quello dei datacenter e continuerà a farlo: secondo quanto stimato dal Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, si prevede che nel triennio 2023-25 saranno investiti ben 15 miliardi di euro in 83 nuove strutture da parte di 23 soggetti, tra cui 8 nuove entranti nel mercato italiano (si veda qui l’Insight View di BeBeez).
Marco Daviddi, Strategy and Transactions managing partner di EY in Italia, ha sottolineato: “Il 35% degli investitori intervistati, in aumento del 3% rispetto al 2023, ha espresso l’intenzione di investire nel comparto energetico nei prossimi 12 mesi, seguito dal comparto dei trasporti dove le aspettative di investimento si confermano al 18%, in linea con quanto emerso nella precedente edizione. Inoltre, il settore TMT sta divenendo nuovamente centrale in particolare nelle strategie di investimento dei fondi di private equity. Il comparto italiano conferma, dunque, la propria vitalità e attrattività. Guardando al futuro, prevediamo un mantenimento ai livelli attuali dell’attività m&a, con i target più apprezzati nei sottosettori delle energie rinnovabili, efficienza energetica, sistema sanitario, data centers e infrastrutture di trasporto”.
D’altra parte, ha detto ancora Daviddi, “le infrastrutture italiane stanno vivendo un momento di significativa trasformazione, con la previsione di una nuova stagione di investimenti che pongono il nostro Paese al centro dell’attenzione europea, anche grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), seppure permangano alcuni punti di attenzione sulla capacità e velocità con cui l’Italia riuscirà a realizzare gli investimenti necessari”. E ha aggiunto il manager: “Le iniziative principali si concentrano sulla transizione energetica, sul miglioramento delle infrastrutture di trasporto e sul comparto della sanità. In un contesto nel quale il giudizio da parte degli intervistati è mediamente positivo, con dei margini di miglioramento individuati in particolare nel settore Telecom e delle cosiddette infrastrutture sociali, I’interesse degli investitori si concentra sulle aree dove sono previsti i più significativi investimenti pubblici, a sottolineare come sia determinante una collaborazione tra pubblico e privato per progetti che inevitabilmente sono complessi, dimensionalmente rilevanti e con tempi di execution di medio-lungo periodo”.
Tra le principali ragioni identificate dagli investitori e dagli operatori per investire nelle infrastrutture italiane, il 55% dei rispondenti, con un incremento del 2% rispetto all’anno precedente, riconosce l’opportunità di ridurre il divario riscontrato tra i servizi offerti e il mercato di riferimento. Tuttavia, il 78%, in aumento del 10% rispetto all’anno precedente, auspica una semplificazione dei processi burocratici, identificando la burocrazia come il principale ostacolo agli investimenti infrastrutturali nel Paese.
Daniele Ruggeri, Infrastructure Strategy and Transactions Partner di EY in Italia, ha commentato: “Nonostante le sfide dettate dagli ostacoli normativi e burocratici, l’Italia continua a essere un terreno fertile per gli investimenti infrastrutturali. L’adozione di tecnologie innovative e l’interesse amplificato verso asset class core plus/value-add dimostrano la volontà degli investitori di perseguire opportunità di crescita e di rendimento. Il 62% degli investitori intervistati, con un incremento del 28% rispetto allo scorso anno, ha allocato più del 30% del proprio portafoglio in tali asset, confermando come tendenza complessiva una strategia di diversificazione volta alla ricerca di opportunità con un profilo di rischio/rendimento più elevato. Le infrastrutture italiane sono un settore chiave in Europa, offrendo opportunità di rilievo grazie al gap infrastrutturale presente, alle dimensioni dell’economia italiana, alle solide basi economiche e ai rendimenti più elevati rispetto ad altri Paesi.”
Quanto al tema della sostenibilità, gli investitori sono sempre più orientati verso i requisiti ESG (Environmental, Social and Governance) nella selezione dei propri investimenti, dando maggiore importanza ai fattori che si concentrano sulla transizione energetica, seguiti dai cambiamenti climatici, dalla sostenibilità sociale e dall’etica aziendale. Infatti, secondo il 60% degli intervistati, i criteri ESG sono stati i principali driver nella selezione degli investimenti o delle opportunità di finanziamento in Italia. Per il 35% degli investitori, tali criteri di screening sono stati utilizzati per identificare ed escludere gli investimenti non conformi ai principi di sostenibilità. Solamente il 5% degli intervistati dichiara di non considerare i criteri ESG nella selezione e nell’analisi degli asset.
Nonostante le incertezze normative e i vincoli burocratici, che hanno limitato gli investimenti in attività greenfield, gli investitori mostrano una significativa resilienza sul tema della sostenibilità. A questo proposito, il 26% ha investito più del 30% del proprio portafoglio su progetti greenfield e l’80% di coloro che hanno allocato risorse in tali progetti dichiara che le performance sono state in linea con le aspettative. Percentuale in aumento di circa il 20% rispetto allo scorso anno.
La tecnologia potrebbe costituire infine un’area di investimento primaria nel lungo termine. Infatti, il 45% degli intervistati afferma di includere la tecnologia nelle loro strategie di investimento e quasi il 40% prevede che tali investimenti saranno prioritari nei prossimi 3-5 anni. L’intelligenza artificiale è vista da oltre il 30% come la tecnologia che porterà i maggiori benefici nel settore delle infrastrutture, in particolare nei comparti dell’energia e dei trasporti.