Intermonte Partners sim spa, holding di controllo di Intermonte SIM, sbarcherà all’AIM Italia con una capitalizzazione di 101,3 milioni di euro e un flottante del 38%. Lo ha annunciato ieri la società (si veda qui il comunicato stampa), dopo aver chiuso al prezzo di 2,80 euro per azione, nella parte alta della forchetta di 2,60- 2,90 euro, il collocamento istituzionale iniziato lo scorso 6 ottobre (si veda altro articolo di BeBeez). La società aveva intanto presentato Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione su AIM Italia lo scorso 14 ottobre (si veda altro articolo di BeBeez),
Nel dettaglio, la domanda al prezzo di collocamento è stata pari a circa tre volte l’offerta che ha riguardato le 13,75 milioni di azioni (comprese le 687.500 azioni derivanti dall’opzione greenshoe) per un controvalore complessivo di circa euro 112 milioni e con una forte partecipazione di investitori esteri pari al 40% circa dell’intera domanda. L’ammontare complessivo dell’offerta è quindi di circa 38,5 milioni.
Ricordiamo che le azioni oggetto di offerta, messe in vendita da più di 60 azionisti-manager di Intermonte, sono rappresentative del 42,8% del capitale al netto delle azioni proprie (includendole la quota è del 38%, appunto pari al flottante).
Intermonte Partners, guidata dall’amministratore delegato Guglielmo Manetti, aveva annunciato lo scorso settembre l’avvio dell’iter di quotazione su Aim Italia, con l’obiettivo di rendere la struttura del capitale più flessibile, valorizzare al meglio il proprio modello di partnership, sostenere l’ulteriore crescita sul mercato anche per linee esterne, in particolare nel segmento dei canali digitali e nell’investment banking, e attrarre nuovi talenti anche tramite azioni e piani di stock option (si veda altro articolo di BeBeez).
Il top management (nelle figure di Guglielmo Manetti, Fabio Pigorini, Andrea Lago, Guido Pardini e Dario Grillo) e i soci fondatori (Alessandro Valeri e Gian Luca Bolengo) hanno sottoscritto un patto parasociale che prevede un lock-up di 36 mesi a partire dalla data di inizio delle negoziazioni, con riferimento a 7,7 milioni di azioni complessivamente conferite nel patto, pari al 24% circa delle azioni in circolazione, al netto delle azioni proprie, rappresentative del 21,3% circa del capitale sociale.
Nel processo di quotazione, Intermonte è assistita da Intesa Sanpaolo, tramite la divisione IMI Banca, che agirà in qualità di global coordinator e bookrunner e da BPER Banca in qualità di Nominated Advisor (Nomad). Lo studio legale Gatti Pavesi Bianchi Ludovici è il consulente legale incaricato di seguire l’operazione, mentre BC Communication è l’advisor per la comunicazione.
Intermonte Partners, guidata dall’amministratore delegato Guglielmo Manetti, aveva annunciato lo scorso settembre l’avvio dell’iter di quotazione su Aim Italia, con l’obiettivo di rendere la struttura del capitale più flessibile, valorizzare al meglio il proprio modello di partnership, sostenere l’ulteriore crescita sul mercato anche per linee esterne, in particolare nel segmento dei canali digitali e nell’investment banking, e attrarre nuovi talenti anche tramite azioni e piani di stock option (si veda altro articolo di BeBeez).
Manetti ieri ha commentato: “Siamo estremamente soddisfatti della risposta degli investitori che hanno mostrato grande fiducia e apprezzamento nel nostro modello di partnership, che oggi ne esce rafforzato e pronto a cogliere nuove opportunità sul mercato. Il nostro posizionamento come operatore di riferimento nel segmento delle pmi, la nostra forza patrimoniale e la diversificazione del nostro business saranno ulteriormente sviluppati grazie alla quotazione in Borsa. L’AIM resta un primo passaggio: guardiamo allo STAR come punto di arrivo per il futuro e alla crescita anche per linee esterne, in particolare nei servizi digitali e nell’investment banking”.
Intermonte lavora su quattro aree di attività (Investment Banking, Global Markets, Sales & Trading, Digital Division & Advisory) e di recente ha ulteriormente allargato il business ai club deal, grazie alla partnership con QCapital (si veda altro articolo di BeBeez), società che organizza investimenti in private equity da parte di gruppi di singoli investitori, fondata lo scorso aprile da Stefano Miccinelli (presidente, storico co-fondatore di Investitori Associati e poi partner di Bain&Co), Renato Peroni (anch’egli veterano di Investitori Associati e Bain&Co), Massimo Busetti (già senior partner di BCG), Giovanni Pedersoli (partner di Pedersoli Studio Legale) e Francesco Niutta (già partner di Fineurop Soditic, che ha il ruolo di amministratore delegato) (si veda altro articolo di BeBeez). Obiettivo della partnership tra Intermonte e QCapital è applicare al public market lo stesso approccio utilizzato per organizzare club deal di private equity e quindi investire in minoranze di società italiane già quotate oppure in pre-ipo.
Nel primo semestre 2021 Intermonte ha accesciuto i ricavi del 60,8% a 24,2 milioni di euro (dai 15 milioni del primo semestre 2020), mentre l’utile netto di pertinenza del gruppo ha registrato una crescita del 205,7% a 5,5 milioni (da 1,8 milioni). il tutto con un rapporto costo del lavoro/ricavi stabile al 45% e un rapporto costi/ricavi al 63,3%. Il bilancio 2020, invece, si era chiuso con circa 41 milioni di euro di ricavi, un margine operativo di 21,7 milioni e un utile netto di 9,2 milioni.
Quanto ai coefficienti prudenziali CET1 Capital Ratio, Tier 1 Capital Ratio e Total Capital Ratio, a fine 2020 risultavano essere tutti superiori al 26,6%, quindi di gran lunga superiori ai requisiti regolamentari minimi (rispettivamente 4,5%, 6% e 8%). Le cose quest’anno su questo fronte sono comunque migliorate ulteriormente, con il Total Capital Ratio salito al 41,2% al 30 giugno 2021.