Dart – Chiostro del Bramante presenta CRAZY, la follia nell’arte contemporanea a cura di Danilo Eccher fino all’8 gennaio 2023, con il catalogo realizzato da Skira. A Roma il 2022 ospita in tal modo un grande progetto creativo ed espositivo con 21 artisti di rilievo internazionale, oltre 11 installazioni site-specific pensate e realizzate appositamente per CRAZY: per la prima volta le opere d’arte invadono non solo gli spazi interni ma anche gli spazi esterni del Chiostro del Bramante di Roma, perché la follia non può avere limiti. La percezione del mondo è il primo segnale di instabilità, il primo contatto fra realtà e cervello, fra verità fisica e creatività poetica, fra leggi ottiche e sistemi neurologici, sono parte di questa follia. Un’esposizione folle appunto, debordante e gioiosa, un inno alla vita, quale che sia, un’iniziativa molto centrata in questo periodo di instabilità e spaesamento. La follia porta all’eccesso il deragliamento ma crea un’inversione di senso che diventa cuore pulsante, forza generatrice. Il tema è declinato nel senso della creatività e non della follia distruttiva, sottolineando come l’armonia non sia necessariamente legata all’equilibrio, questo proprio nel
rispetto dell’unicità di ognuno. Interessante al riguardo l’accompagnamento letterario con citazioni da Lewis Carroll a Luis Borges. Certamente una mostra da vivere prima che da guardare nella quale immergersi, un tuffo nel puro vortice dell’energia e anche uno spunto per guardare la vita e per scegliere il gusto con il quale vogliamo vivere, abiti, oggetti, stile dell’abitare, come mostra la sala allestita al primo piano, una sorta di stanza delle meraviglie coloratissima. La pazzia, come l’arte, rifiuta gli schemi stabiliti, fugge da ogni rigido inquadramento, si ribella alle costrizioni, così anche CRAZY, che disegna percorso narrativo stato costruito, passo dopo passo, grazie alla stretta e straordinaria collaborazione con gli artisti protagonisti che, anche attraverso i tempi dilatati della pandemia, ha potuto crescere aspirando a una nuova definizione di esperienza espositiva. Nella più ampia accezione di “follia”, non di rado sinonimo di “creatività fantastica”, l’arte si è sempre ritrovata a proprio agio, ma è soprattutto con i primi studi psicanalitici e neurologici d’inizio secolo scorso che il rapporto fra disturbi psichici e arte si è fatto più intenso e consapevole. Nel corso del tempo, il confine netto fra il
dato medico e l’orizzonte poetico si è via via attenuato, svaporato, liberando piani di confronto e contaminazione, la folle creatività ha cominciato a occupare la scena mostrando le sue innumerevoli maschere. Il Chiostro del Bramante è, da tanti anni, una fucina dove non solo nascono idee ma dove quelle idee prendono forma grazie a uno straordinario lavoro di squadra con artisti, curatori e team DART dedicandosi in particolare alla Pop Art e al New Pop. La mostra è sorprendente, come le colate di pigmento di Ian Davenport sulla scalinata esterna tra piano terra e primo piano; l’idea di modificare
la percezione spaziale, come gli ambienti di Lucio Fontana (1968) con un taglio bianco su bianco e di Gianni Colombo (1970). Una violenta onda d’urto che invade ogni stanza accessibile, dal bookshop del Chiostro con il lavoro di Max Streicher, alle scale interne affollate dalle 15000 farfalle nere di Carlos Amorales, un effetto gioioso e inquietante insieme; sino all’immersione totalizzante di Fallen Fruit / David Allen Burns e Austin Young nella Sala delle Sibille, come omaggio all’iconografia e alla grande tradizione della pittura italiana. Uno spazio normalmente dedicato al relax del pubblico, con vista sull’affresco di Raffaello nella Chiesa di Santa Maria della Pace, diventa un’immersione nell’arte e insieme un’esperienza. Si stravolge il punto di vista e l’ottica stessa della visione così Thomas Hirschhorn sfonda un soffitto; Janet Echelman fa sbocciare grandi fiori sopra la testa dei visitatori, un effetto sorprendente che anche in questo caso crea un cortocircuito emozionale: la bellezza di fiori ricchi e insieme qualcosa che allude alla decomposizione. Alfredo Pirri riveste il pavimento del chiostro con un manto di specchi rotti e calpestabili restituendo al pubblico un modo inedito di vedere l’architettura di Bramante così come il cielo di Roma e moltiplica la simbologia dello specchio che solitamente è solo duplice. I candelabri sospesi in cera di Petah Coyne parlano di precarietà e fragilità. L’imprevedibilità e il fervore ideativo garantiscono forti salti espressivi fra le opere, dai neon di Alfredo Jaar al video che indaga la costruzione identitaria tra riferimenti culturali e citazioni letterarie di Yinka Shonibare CBE, fino all’installazione realizzata con materia filiforme e colorata da Hrafnhildur Arnardóttir / Shoplifter. Metamorfosi, ispirazione, straniamento, perturbazione, sorpresa, euforia e meraviglia sono solo alcune delle parole chiave di questa mostra. CRAZY è una narrazione complessa, soggettiva, obliqua; un’atmosfera inclusiva e partecipativa; una distribuzione di opere e spazi isolati e autonomi in tutti i luoghi disponibili, interni ed esterni del Chiostro del Bramante, anche invadendo locali solitamente esclusi dai percorsi. Un processo di alterità, di strabismo percettivo, rende il percorso della follia così prossimo all’arte, anch’essa protesa a ricreare nuovi territori di verità, nuovi paesaggi del reale. Parafrasando Clemens Brentano, secondo cui la follia è la sorella infelice della poesia, si potrebbe dunque dire che la follia è la sorella infelice dell’arte. Diversi appuntamenti rendono l’esperienza del pubblico ancora più straordinaria: le visite guidate e i percorsi didattici studiati in modo personalizzato a seconda delle fasce di età e non solo; l’audioguida per adulti è un racconto di mostra che accompagna lungo il percorso espositivo a partire da citazioni, come accennato, di Lewis Carrol, Jorge Luis Borges, Tim Burton, Gesualdo Bufalino, William Shakespeare, mentre per i più piccoli è disponibile una mappa gioco. Tra le novità, la musica originale di Carl Brave, producer e cantautore: Organica è una composizione concepita e scritta per la mostra, pensata seguendo il ritmo e l’alternarsi delle opere, una traccia musicale per accompagnare il pubblico nell’esplorazione della follia del quotidiano, dentro e fuori dal Chiostro del Bramante.
a cura di Ilaria Guidantoni