Nel concerto della Serie Smeraldo del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano le note struggenti della malinconia hanno fatto da fil rouge, legando in qualche modo i ter brani, rispettivamente di Robert Schumann, la Phantasiestücke op. 73, di Johannes Brahms, la Sonata n. 1 in mi minore op. 38 e di Nicolaï J. Miaskovsky, Sonata n. 2 in la minore op. 81. Il violoncello di Enrico Dindo, torniese nato in una famiglia di musicisti e il pianoforte di Carlo Guaitoli hanno mostrato un
grande affiatamento con un dialogo nel quale la tessitura era ben calibrata, forse l’emozione un po’ trattenuta, lasciando parlare la musica che nei tre brani, come in una narrazione articolata, alterna malinconia e sogno in un percorso di continuità. Il primo brano, composto da Schumann nel 1849, anno nel quale fu molto prolifico, esplorando per la prima volta il duo con pianoforte, privilegiando gli strumenti a fiato. La composizione fu pensata infatti originariamente per clarinetto, rientrando poi nel repertorio di violoncellisti e violinisti. Il titolo rimanda al romanticismo fantastico di E.T.A. di Hoffman e di Jean Paul, autori ai quali Schumann deve molto, come l’intreccio delle voci oltre che l’immaginario. D’altronde lo stesso compositore inizialmente voleva essere scrittore come dimostra l’opera Papillons e qualcosa di questa vocazione letteraria, rimane nella composizione, quasi una narrazione. La tensione tra una nota malinconica e una tensione, sogno, aspirazione tentativo che sale verso il cielo o verso il futuro, si ricompone in una passione che si riaccende. Per alcune sonorità acute esprime una grande modernità. Molto intenso il brano di Brahms che declina in modo diverso, distillato, la nota malinconica, quasi una variazione sul tema rispetto a Schumann, con una passione romantica struggente, che recupera la tradizione precedente e anticipa sonorità e vibrazioni nuove. Brahms ha in sé la capacità di legare la tradizione al guizzo dell’improvvisazione e di una modernità classica. Il terzo brano regala un autore insolito nei programmi dei concerti, il russo Nikolaj Miaskovsij che abbandonò in gioventù la carriera militare per dedicarsi agli studi musicali, allievo di Rimskij-Korsakov, Liadov e Glière, diventato emblema della coscienza musicale di Mosca. Questo autore, morto nel 1950, riesce ad evocare le atmosfere della Russia senza l’impressionismo tipico del folclore, con una piacevole eleganza. Gli interpreti hanno saputo dosare la loro presenza nel rispetto della musica che è rimasta protagonista.
Enrico Dindo
Figlio d’arte, inizia a sei anni lo studio del violoncello e si perfeziona con Antonio Janigro conquistando nel 1997 il Primo Premio al Concorso “ROSTROPOVICH” di Parigi.
Da quel momento inizia un’attività da solista che lo porta ad esibirsi con orchestre prestigiose come la BBC Philharmonic, la Rotterdam Philharmonic, l’Orchestre National de France, l’Orchestre du Capitole de Toulouse, la Filarmonica della Scala, e molte altre. Direttore stabile dell’Orchestra da camera “I Solisti di Pavia”, ensemble da lui creato, è Docente della cattedra di violoncello presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, presso la Pavia Cello Academy ed ai corsi estivi dell’Accademia T. Varga di Sion.
Enrico Dindo incide per Decca e Chandos e suona un violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717 affidatogli dalla Fondazione Pro Canale.
Carlo Guaitoli
Si è formato al Conservatorio di Verona e all’Accademia di Santa Cecilia di Roma alle scuole di Loretta Turci e Sergio Perticaroli. La sua attività professionale ha inizio negli Anni ‘90 in seguito alle affermazioni nei concorsi internazionali. Negli ultimi anni si esibisce a Dublino, Amsterdam, Parigi, Londra, Barcellona, Toronto, New York e in numerose stagioni concertistiche italiane, tra cui la Società dei Concerti di Milano. Nel 2017 è invitato a dirigere l’Orchestra Filarmonica A. Toscanini al Teatro Regio di Parma. Al 1993 risale il lungo sodalizio con Franco Battiato, collabora al suo fianco ed appare nelle principali produzioni come pianista e direttore d’orchestra alla guida di prestigiose orchestre come la Royal Philharmonic Orchestra e l’English Chamber Orchestra. È direttore artistico del Teatro Comunale di Carpi e del Concorso Internazionale Pianistico A. Casagrande di Terni.
a cura di Ilaria Guidantoni