In preparazione della settimana asiatica di Sotheby’s a New York del prossimo settembre, val la pena soffermarsi sul successo ottenuto da quella scorsa. Nello scorso marzo, a New York, presso Sotheby’s si è tenuta, come di consueto, l’Asia Week, con una ampia gamma di opere e di prezzi. Si veda Sotheby’s. Organizzata dallo stesso team che si occupa di quelli che sono i lotti top di ogni stagione, “Saturday at Sotheby’s: Asian Art” ha offerto la rara occasione di avere una importante expertise accanto a prezzi anche relativamente modesti. Dov’altro sarebbe stato possibile reperire opere del periodo Qing imperiale certificate con prezzi rappresentabili con quattro cifre o meno? Compratori appassionati assieme a novizi del genere si sono trovati a fare offerte sia a valere su oggetti di porcellana che su lavori decorativi che avevano prezzi con basi d’asta inferiori ai 5.000 dollari. Si discute a fatica se ci sia qualcosa di più iconico della porcellana cinese blu e bianca. Il pigmento blu cobalto, inizialmente importato dalla Persia, si è poi diffuso durante le dinastie Yuan e Ming e durante la settimana di arte asiatica presso Sotheby’s dello scorso marzo sono state presentate opere straordinarie di porcellane bianche e blu sia imperiali che per l’uso quotidiano e per il prossimo settembre le attese sono anche maggiori. Nella sostanza la settimana, con i suoi risultati caratterizzati dal 75,6% delle opere offerte aggiudicate ed il 60,3% che hanno superato le previsioni di prezzo, ha dimostrato che i lavori artistici di provenienza cinese, indiana e himalaiana, stanno raccogliendo sempre più interesse tra gli addetti ai lavori.